Gregucci: "I miei derby e la caccia all'uomo su Di Canio. Vi racconto..."
Intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio, Angelo Gregucci ha parlato del derby e, in particolare, di tutti i Lazio - Roma vissuti quando indossava la maglia biancoceleste. Di seguito le sue parole: “Derby dopo due anni di Serie B? Erano i derby del sesto, settimo, ottavo posto. Terrificanti sotto il punto di vista della pressione, ricordo il Prefetto di Roma che entra nello spogliatoio prima dell’inizio del derby e ci dice che il comportamento sarebbe dovuto essere esemplare. C’era una pressione eccessiva. Noi venivamo dagli anni bui, e iniziavamo progressivamente la nostra risalita, la Roma stava scendendo un po’. C’erano giocatori in campo molto più performanti di quelli di oggi”.
PROBLEMA DI SISTEMA - "La Roma fa partita quasi pari con la sesta, settima del campionato olandese. Nei miei anni, la Serie A era molto più forti a livello internazionale rispetto a quella attuale. Abbiamo un squadra in Conference e una in Europa, non abbiamo nessuno in Champions, questo ci deve far riflettere. Il sistema calcio italiano non si pone interrogativi importanti e ha un periodo di immobilismo troppo lungo. C’è da fare qualcosa. Andando avanti così, siamo il Titanic che va avanti contro l’iceberg, dobbiamo necessariamente cambiare”.
LAZIO FAVORITA - “Arriva meglio la Lazio sotto tanti punti di vista, siamo noi i favoriti. È l’episodio che tante volte ti condiziona la partita, e devi andarlo a leggere, a interpretarlo bene. Chi avrà tanta tensione, sarà un po’ inceppato. I romani pativano in modo terrificante la partita, da una parte all’altra. Si mettevano in un mondo tutto loro, si caricavano di una pressione disumana. A volte esplodi, a volte ti blocchi. Gol di Di Canio o Gascoigne? Mi ricordo i tanti pareggi e lo zampino di un piccoletto, Ruben Sosa. Era fastidioso per loro. All’epoca lo soffrivano. Di Canio era il nemico numero uno della Roma, una sorta di caccia all’uomo. E noi lì tutti a difendere. Me lo ricordo prima dell’ingresso in campo, mi ha dato la mano, tra un po’ me la spacca”.