GARBAGE TIME - Atsushi Yanagisawa, braccia rubate al baseball

"E' da quando sono in bambino che in area di rigore mi chiedo se devo tirare, passare o stappare". Bene, ma non benissimo. Atsushi Yanagisawa non ha mai avuto le idee chiare. Calcio o baseball, mare o montagna. Nel dubbio ha scelto Genova, che gli ricordo la sua Toyama. Questa è la storia di Yanagi, capelli rosso fuoco assemblati in un'acconciatura degna del miglior Dragonball, un sorriso a sessanta a denti, una stagione da zero gol, un lessico da zero parole. O poco più. Perchè Ciccio Pedone gli inculcò la celebre frase "barcollo ma non mollo", utile per ogni evenienza.
L'EREDE DI ZICO - Yanagisawa in Giappone ha bruciato tutte le tappe. Attaccante rapido e fantasioso, segna valanghe di gol con il Kashima Antlers, l'ex squadra di Zico. Per l'ex fuoriclasse brasiliano, Yanagi è il suo erede, quale migliore investitura. In due anni vince titoli individuali e di squadra, migrando in posizione di ala e diventa un punto di riferimento della sua Nazionale. Il suo allenatore è quel Toninho Cerezo che tanto bene ha fatto in Italia (e che ha già istruito Yanagi sul calcio del Belpaese) e non è un caso se il giocatore finisce proprio alla Sampdoria, grazie alla mediazione di Beppe Marotta (che già aveva portato il giapponese Nanami a Messina, ndr). Yanagisawa sbarca a Genova nell'estate del 2003, in prestito con diritto di riscatto. E' la Sampdoria di Novellino, che si è appena riaffacciata nella massima serie dopo un lungo purgatorio in B. Inevitabile pensare ad un matrimonio di convenienza, sono gli anni del boom di calciatori nipponici in Italia e il binomio merchandising-diritti tv costituisce un elemento fondamentale in tutti questi trasferimenti.
IL FALLIMENTO - La consueta presentazione viene contrassegnata da un ingente seguito mediatico, Yanagi è su di giri: "Voglio dimostrare che sono all'altezza del campionato italiano. Inzaghi è il giocatore italiano che mi piace di più. Nakata e Cerezo mi hanno parlato molto del vostro calcio, mi hanno spiegato che si tratta di un test molto severo". L'inizio è discreto, il giapponese gioca alcuni scampoli di partita da ala sinistra, con risultati modesti. La stagione dell'ex Kashima non ingrana, non riesce mai a trovare la via del gol. Nel frattempo i tifosi gli tributano il coro "Aua aua Yanagisawa" sulle note di Video Killed the Radio Star, mentre il giapponese che voleva giocare a baseball si guadagna un calcio di rigore a Brescia, unica nota saliente dell'intero campionato. Diciotto presenze, 658 minuti, tabula rasa. Passa quindi al Messina, sempre in prestito, ma anche con Bortolo Mutti non scocca la scintilla. Yanagi viene sfruttato più per come sponsor che come attaccante. La Regione Sicilia lo assume come testimonial per il progetto "Sicilie terre d'Oriente", l'obiettivo è l'esportazione delle arance rosse in Giappone. Anche qui zero gol. Forse era meglio insistere con il baseball.
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