Fabio Ferrari, "Chicco" della 3° C: "Purtroppo era romanista! E quel Lazio-Foggia dentro gli spogliatoi..."

Fabio Ferrari quel soprannome se lo porta ancora dietro. È il segno del successo dei “Ragazzi della 3° C”: “Mi chiamano ancora Chicco per strada, ormai gli voglio bene. È nel mio cuore, solo che aveva il difetto di essere romanista”, il suo commento ai microfoni di Radio Incontro Olympia. Perché l’attore, al contrario, è sempre stato lazialissimo: “Anzi, vi racconto questa cosa: dopo Lazio-Foggia, nel ’74, entrai negli spogliatoi e mi trovai a festeggiare con Chinaglia e compagni. Mio padre aveva conosciuto Giorgio in una trasmissione in radio, quindi siamo andati allo stadio insieme e dopo la vittoria dello scudetto riuscii a entrare in quello spogliatoio magico. Avevo 15 anni, non potete capire l’emozione…”. Una delusione, invece, è arrivata nell’ultima di campionato con l’Inter: “Sul 2-2 sono uscito dallo stadio, ormai sono esperto, avevo già capito l’andazzo, sarebbe stata una questione di minuti. Ero incavolato nero, quel giorno giurai che non sarei più andato allo stadio. Il giorno dopo naturalmente ho cambiato idea. Alla Lazio di Inzaghi non si può rimproverare nulla, il campionato è stato pazzesco, siamo arrivati a pochi punti dalla Roma. I tifosi giallorossi hanno esultato quando a inizio anno pensavano di arrivare primi in classifica”. Una cosa più di tutte lo rende fiero: “Impazzisco per l’aquila, è la dimostrazione che siamo gli eredi dell’impero romano. La loro lupa è il simbolo del comune di Roma. La storia di Russel Crowe? È stato bellissimo quando ha dichiarato la sua fede biancoceleste. Anche se bisogna essere sinceri: più che il gladiatore adesso sembra Obelix…”.