Amici con la stessa maglia, i compagni di squadra ricordano Mirko: "Nessuno prenderà il suo posto". E lo strazio di Mister Inzaghi: "Per me era come un secondo figlio"

Si preparerà all'ultimo viaggio vestito con la sua bella tuta della Lazio. Quella con cui ogni domenica si presentava al campo, quella con cui saliva sul pullman, sedendosi sempre allo stesso posto. "Nessuno prenderà il suo posto, nemmeno sul pullman", è la promessa che gli fa Lorenzo Silvagni, compagno di fascia di Mirko, il primo centrocampista, il secondo terzino. Un tandem affiatato, legato da un'amicizia autentica. I due provetti calciatori si conoscevano dai tempi della scuola calcio. "Adesso con chi litigo?", si domanda Lorenzo, come riporta il Corriere dello Sport. "Pensava solo al pallone, ci faceva ridere, non gli piaceva perdere a qualsiasi gioco si giocasse, figuriamoci a calcio. A volte io dormivo a casa sua e lui a casa mia". Insieme a Lorenzo, gli sguardi increduli e gonfi di lacrime caratterizzano tutti i compagni di Mirko Fersini, il giovane aquilotto strappato via da un incidente in motorino, dopo essere stato quasi una settimana in coma. "Gli piaceva giocare a bowling e poi ricordo che al mio compleanno era il più forte sulla pista da ghiaccio. Vogliamo ricordarlo come merita - è l'impegno del capitano degli Allievi, Tommaso Mazzei - Adesso sarà difficile ricominciare, ma le ultime partite della stagione le giocheremo nel suo nome". Fino al termine del campionato, la sua maglia numero 2 rimarrà priva del suo piccolo padrone. Quella stessa maglia su cui i compagni di Mirko hanno lasciato ognuno il proprio autografo, e che ieri sera tenevano in mano come per sentire ancora il calore vivo del loro amico. Vicino a loro, forse ancora più scioccato, per la maturità che comporta l'essere padre, c'è Simone Inzaghi, il mister degli Allievi Nazionali, il mister di Mirko. Insieme stavano facendo grandi cose, con la squadra prima indiscussa nel proprio girone. "Sto malissimo: non riesco a credere che Mirko non ci sia più. Non so darmi pace: sembra impossibile che un ragazzo così giovane, meraviglioso e in gamba se ne sia andato in questo modo", sono le parole di Inzaghi, riportate dal Messaggero. Parole di chi si sente disarmato e impotente di fronte a una tragedia troppo grande per poter essere accettata senza rabbia. Inzaghi ha fatto compagnia alla famiglia di Mirko per tutti i giorni in cui il suo giovane campione è rimasto all'Ospedale San Camillo, a lottare per non arrendersi. "Se ne è andato dice un pezzo importante della mia vita. È un dolore lancinante, come quando se ne andarono mia nonna e mio zio, due persone a cui era legatissimo. Ma questo è troppo e non l’accetto. Non si può morire così giovani. Per me Mirko era come un secondo figlio, paradossalmente passavo più tempo con lui che con mio figlio Tommaso: quasi tre ore al giorno, tutti i giorni". Il ricordo di Simone fa capire il temperamento di un ragazzo vivo come i suoi diciassette anni e già consapevole della serietà che richiede giocare a calcio: "Mirko era il guascone del gruppo, rideva sempre e faceva sempre ridere tutti. Ma quando c’era da lavorare e sudare si metteva lì e non mollava di un centimetro. Anzi: era uno di quelli che spronava gli altri a dare il meglio. Sembrano frasi fatte, ma Mirko era davvero un ragazzo eccezionale, cresciuto in una bellissima famiglia, con i genitori che non mi hanno mai detto nulla, sempre nell’ombra, ma sempre presenti. In questo ultimo anno, poi, è quello che era cresciuto di più, facendo un salto incredibile". E poi c'è quell'attaccamento alla maglia biancoceleste, per un ragazzo che poteva vantarsi di giocare per la squadra del cuore. Nell'ultimo periodo, la sua mente era proiettata verso il derby con la Roma, come racconta Inzaghi, ritornando con il pensiero all'ultima trasferta giocata a Bari: "Era diffidato e si è fatto ammonire per saltare la gara successiva con la Nocerina per essere sicuro di fare il derby. Gli dissi: Mirko ma ti sei fatto ammonire apposta? E lui: certo mister, mica posso saltare il derby. E io scherzando gli risposi: ma sei sicuro che ti faccio giocare con la Roma?". Proprio il 22 aprile, giorno del derby, i compagni di Mirko e i ragazzi della Roma scenderanno in campo con una maglia, con sopra la sua foto e il suo nome. "Si dice sempre la vita va avanti - riflette Inzaghi - ma ora è davvero tosta. Non sarà facile perché siamo tutti a pezzi, ma dobbiamo farlo per Mirko".