Agroppi ne ha per tutti: "Su nazionale, Spalletti e Sarri... Lazio '74 meravigliosa"

06.09.2024 13:00 di  Alessandro Vittori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Agroppi ne ha per tutti: "Su nazionale, Spalletti e Sarri... Lazio '74 meravigliosa"

Ai microfoni di Radio Laziale, nella trasmissione Zona Caicedo, è intervenuto il mister Aldo Agroppi, che come al solito ha parlato a tutto tondo in modo schietto e diretto. La prima domanda è sulle prime tre giornate di campionato: "Non hanno detto niente, all'inizio non si può dire niente. Tutti pensano di aver lavorato bene, tutti pensano di non aver sbagliato, invece ce ne accorgeremo più avanti degli errori clamorosi. Squadre che abbiano convinto in pieno non ce ne sono, è troppo presto per dare giudizi, solo Mourinho può dare giudizi dopo tre giornate".

Quale squadra l'ha colpita di più?

"Sicuramente il mio amato Torino, che non era in testa da un'eternità. Pur se sono solo tre partite, finalmente il Toro riassapora il gusto di essere primo in classifica. Lo fa con un ragazzo giovane, Vanoli, con cui ho parlato, è felicissimo perché la maglia granata è pur sempre un'emozione, anche senza vittorie. Io sono del Toro, dopo undici anni di maglia granata, però non ci sono grandi soddisfazioni ed essere tifoso del Toro è un mestieraccio. Noi tifiamo per la storia, il passato, quello che è stato, l'immortalità di quella squadra di Superga, quindi noi vinciamo tutte le domeniche. Comunque devo dire che Vanoli ha iniziato bene, giocando pure bene, solo che lì c'è il problema del presidente Cairo che è mal visto da tanti anni ed è sempre in contestazione con la tifoseria. Poi non è che io guardo tante partite, a me piaceva il campionato italiano, ma questo è il campionato italiano? Sono tutti stranieri. Ogni squadra italiana ha massimo tre giocatori italiani, poi i grandi giocatori non ci sono più, i Totti, i Del Piero, i Graziani, i Meroni, i Sala dove sono oggi? Ne trovi uno o due buoni, poi scappano perché arrivano offerte indecenti dall'Arabia. Quando arrivano in Italia dicono per esempio che bella Napoli, la famiglia si è ambientata bene, non mi muoverò più da qua, poi l'affetto e le bellezze della città, si mangia bene. In questo modo illudono i tifosi, poi a fine stagione trovano una squadra che offre un euro in più e scappano. Questa non è serietà, quindi tifosi non vi affezionate più ai giocatori che quando meno ve lo aspettate se ne vanno e se ne fregano delle vostre sofferenze e della vostra passione. Dovete fare tifo sì, ma per la storia della squadra che amate. Io sono legato al Torino e ho pianto dopo undici anni quando a Torino mi hanno detto che dovevo andare via. Ho pianto tutto il viaggio da Torino fino al mio paese Piombino, ma sono dovuto andar via a Perugia. Non rinnego quella trasferta, perché sono stato benissimo, Perugia è una città bellissima, come tutta la regione, mi sono realizzato".

Da dove deve ripartire il calcio italiano?

"Bisognerebbe rivalutare tutti i settori giovanili, le attrezzature, i campi, tutte le cose che servono. Voi non lo sapete, una volta c'erano le forche, i muri, il pallone picchiava al muro e una volta lo dovevi stoppare con il destro, poi con il sinistro e così via. Poi c'erano altri attrezzi per sviluppare la tecnica, oggi conta il tempo, quanto impieghi per fare 100 metri, che fisico hai. Non ci sono più i selezionatori, anche tra i giovani la maggior parte viene dall'estero. La scuola italiana dei portieri era la migliore, oggi non ci sono più portieri bravi: noi abbiamo avuto Zoff, Lido Vieri, Albertosi, Castellini, i Galli, tantissimi portieri italiani cresciuti in Italia. Oggi non abbiamo più nessuno che sappia lavorare con i portieri e andiamo a prendere gli scarsi dall'estero che quando li vedi mi viene da piangere. Per i difensori è lo stesso, non ci sono più i Vierchowod, i Maldini, i Bergomi. Anche la nazionale, che squadra è? Quali sono i fuoriclasse della nazionale? Una volta mi divertivo con Pirlo, Totti, Del Piero, Scirea, Cabrini, Mazzola, Rivera. Io quando incontravo il Milan marcavo Rivera e non era facile, non dormivo prima della gara. Era bello da vedere giocare e anche se non tifavi per il Milan impazzivi, così come per Del Piero stesso, Antognoni, Bruno Conti, c'erano tanti giocatori fortissimi. Oggi il calcio italiano è ridicolo, è imbottito di 7-8 stranieri, ma che ne sanno della storia del Torino?".

Che squadra è stata la Lazio del '74, per lei che l'ha affrontata in campo?

"Meravigliosa la Lazio del '74, con un allenatore fortissimo Maestrelli e poi c'erano dei giocatori fenomenali come Chinaglia, che ho conosciuto in nazionale. Poi in nazionale avevi Riva, Domenghini, De Sisti, Rivera, dove sono oggi questi calciatori? Oggi la nazionale italiana fa ridere. I vivai per esempio bisognerebbe darli a chi sa lavorare con i giovani, non al figlio dell'amico del presidente. Io ti voglio veder lavorare sul campo, sai insegnare qualcosa ai giovani o sei solo l'amico del figlio del presidente? Io ho visto degli allenamenti ed è roba da ridere. Oggi io non mi diverto e poi ci sono le seconde voci che rompono con quei termini strani: quello non ha mai giocato al calcio, ma da giudizi. Ma chi sei? Ma come fai se non hai mai giocato? Io quando andavo in tv divertivo la gente e facevamo ascolti perché per 40 anni sono stato nel calcio e parlavo a ragion veduta. Se mi invitavano per una trasmissione di tennis rispondevo di chiamare chi se ne intende. Poi i procuratori tutti i soldi che guadagnano, due milioni di parcella per un giocatore ceduto, mavvia".

Ci racconta un aneddoto legato a Chinaglia?

"Io non ho giocato molto in nazionale, ma Long John era di una simpatia unica. Lui mi aveva in simpatia, ero amico di Maestrelli, quando giocavo contro la Lazio marcavo Re Cecconi, per cui sono stato tanto male quando è morto. Lu ciano lo marcavo, era un bel duello, eravamo diventati amici, ma con Frustalupi stesso, con Garlaschelli, D'Amico, me li ricordo tutti. Era divertente, poi c'era un allenatore che non vendeva fumo, era capace e vinceva lo Scudetto in silenzio. Oggi urlano, sbraitano, si levano la maglia: se bastasse urlare per vincere basterebbe prendere Tarzan. Io sono favorevole a fare un anno di contratto, poi se sei andato bene verso fine campionato ti chiamo e magari lo raddoppio. Ranieri quando è andato in Inghilterra fece mettere il premio per la vittoria del campionato di 5 milioni di sterline e li ha vinti. Il presidente glieli ha dati volentieri. Oggi ci sono allenatori che sono fermi da 3-4 anni perché avevano ottenuto contratti lunghi e stanno a casa senza fare neulla. Poi dice le società vanno in fallimento...".

Che ci dice di Spalletti?

"Non lo sopporto. Perché non ha niente del toscano. Quando parla con quella bocchina tutta stretta, la pennina in bocca, quei passettini tutti calcolati. Il toscano vero sono io, quando parla Spalletti sembra toscano? Comunque non deve piacere a me, non è il mio allenatore ideale. Quando Spalletti allenava la Roma e a 5 minuti dalla fine mandava il suo collaboratore col foglietto da Totti a far vedere gli schemi, mi chiedo ma a 5 minuti dalla fine devi dire cosa fare a Totti? Tutto è fumo e i tifosi ci cascano. Mourinho è un altro e dice io non sono mica pirla, ma neanche noi. Incantano facendo i personaggi. Poi Spalletti ha vinto e perso come tutti gli allenatori".

Che ne pensa di Sarri?

"Maurizio va bene, ha fatto la gavetta. Lui è il piccolo scrivano fiorentino, a cosa serve anfdare in panchina e portarsi un blocco per annotare? Ma cosa annoti? In 45 minuti del primo tempo non  hai a memoria quando vai nello spogliatoio 4 o 5 episodi importanti di cui devi parlare ai ragazzi? Vai lì e guardi il libretto, sembra 'C'è posta per te'. Negli spogliatoi devi sapere tutto a memoria e guardare negli occhi i tuoi calciatori ricordando cosa hanno fatto bene e cosa hanno fatto meno bene. Devi guardarli negli occhi e devono tutti ascoltarti in silenzio. Sei più credibile così. Sarri ha fatto la sua carriera, secondo me ha buttato via uno Scudetto a Napoli, anzi non l'ha buttato via lui, l'ha buttato via la società e il presidente. Quando vinci a Torino con la Juventus non devi rientrare in nottata a Napoli con 50 mila persone che ti aspettano all'areoporto. Doveva andare in ritiro dove nessuno deve sapere dove ci si allena durante la settimana, lontano da Napoli, concentratissimi perché a Firenze poi sarebbe stata una partita difficile. L'ha perso il presidente prima di tutto e poi anche Sarri. Mi ha risposto quando gli dicevo queste cose che i calciatori si sarebbero ribellati per una settimana di ritiro. Ma lo sapete quanto guadagnano i minatori che stanno una settimana sotto terra? Lo sapete quanto guadagnano quelli che lavorano negli altiforni o chi lavora all'estero e vede le famiglie due volte all'anno?".