Il comandante Cana: "Sono il capitano di un popolo intero, amo il mio paese... L'Albania è pronta per Mondiali ed Europeo"

Arrivato in biancoceleste nell’affare Muslera, Lorik Cana ancora non è riuscito ad imporsi in maglia biancoceleste e confermare il curriculum di leader e combattente che portava in dote al suo sbarco nella Capitale. Qualche infortunio di troppo e un adattamento tutt’altro che veloce al calcio italiano non gli hanno mai permesso di conquistare una maglia da titolare nel primo anno italiano, e nonostante Petkovic avesse puntato forte su di lui durante il ritiro estivo, ad inizio stagione Cana ha dovuto far posto ai suoi compagni, e aspettare l'occasione di dimostrare il suo valore. Ma se ancora non è riuscito ad affermarsi nel Belpaese, Lorik è un idolo dalle sue parti, capitano della sua nazionale e uomo simbolo dell'Albania nel mondo. Dalle pagine di Infoalbania.org, il bel mediano ha parlato proprio delle ambizioni e dei sogni della sua selezione, auspicando una qualificazione nella fase finale di un grande torneo, che manca da troppo tempo nel Paese delle Aquile: “Io non sono semplicemente il capitano di una Nazionale, lo sono anche di un’intera Nazione, quella dell’Albania. Sono il capitano di una squadra, ma anche di migliaia di albanesi che hanno una sola bandiera, quella rossa e nera. Difendere i nostri colori in competizioni prestigiose come mondiali o europei è un sogno che non so quando si realizzerà, ma sono certo che un giorno arriverà il nostro momento. Mi piacerebbe essere protagonista in campo e non credo che quel momento sia così lontano”. Paroli forti, parole da leader, che sente addosso il peso di un popolo intero, ma che non sembra fargli fatica portare. Intanto c'è la Lazio. Giovedì i biancocelesti riceveranno il Maribor per la seconda giornata di Europa League, e Petko sembra essere proprio intenzionato ad affidare a Lorik le chiavi del centrocampo laziale, che avrà così l'occasione di mettersi in mostra davanti al suo pubblico e dimostrare di meritare una maglia da titolare.
LA PASSIONE PER LA STORIA - Nel tempo libero dagli impegni calcistici, la sua passione, la storia. E' iscritto all'Università di Tirana, quando può si immerge nei libri l'albanese e quando appenderà gli scarpini al chiodo sarà quello il suo futuro: «Mi sono iscritto alla facoltà di Storia a Tirana. Tuttavia sto studiando part time e, a causa degli impegni calcistici, avrò bisogno di parecchi anni per laurearmi. Ad ogni modo, appesi gli scarpini al chiodo, proseguirò questa strada. Prenderò anche una specializzazione perché amo le tradizioni albanesi e anche l'archeologia» . Tre anni fa, con l’amico-ds Tare, riportò in patria la statua trafugata di Ascelpio, dio greco della medicina. E' anche ambasciatore Unicef per l'Albania, la sua terra ce l'ha nel cuore: «Quando sei un personaggio pubblico, soprattutto dello sport, puoi fare grandi cose, a maggior ragione per i bambini. Mi sembra quindi il minimo sfruttare il mio nome e la mia immagine per fare del bene», si legge nell'edizione odierna del Corriere dello Sport.
SEX SIMBOL - E tra le tifose biancocelesti ma anche in Albania, tutte pazze per Lorik. Il fascino del Guerriero, il capello fluente, lo sguardo ammiccante. Ad Auronzo di Cadore ha spopolato il bell'albanese, ma anche tra le strade di Roma fa la sua figura. In Francia posò come modello, nella Capitale è un sex simbol: «E’ vero, ma non mi ha mai infastidito quest’etichetta». Sempre gentile, sempre esposto: da Ponte Milvio (ama mangiare da Natalino) a piazza Euclide, è un assiduo frequentatore di locali. Giorno e notte. Ora però il campo, è bello che balli...