ESCLUSIVA - Kozak: "Lazio mia, ti svelo i segreti dello Sparta Praga"

El segna sempre lu. C'è stato un momento in cui Libor Kozak si era guadagnato l'epiteto del dodicesimo uomo, quello che si alza dal pino, si sgranchisce le gambe e svolta la partita. Svezzato nella Lazio dal sergente Edy Reja, da sempre cauto di fronte ai giovani talenti, Kozak riuscì a conquistare la fiducia di allenatore e compagni e a vincere lo scetticismo dell'ambiente. Uno spilungone cresciuto nella Primavera a suon di gol, ma comunque lontano dai radar internazionali. Libor è stato tirato su bene, a pane e Klose. È la classica torre del centro attacco, la prima punta di posizione. Il trend del calcio italiano consiste nell'evitare di concedere punti di riferimento, una crociata contro i 4-4-2 e scodellate al centro per il lungagnone. Kozak, l'Altafini de' noantri, era nato come centrale difensivo in patria, ma non sapeva più rinunciare al gol. Nell'estate del 2013 è emigrato quindi all'Aston Villa, in Inghilterra, il football che respira di centre-forward. La malasorte è dietro l'angolo: si rompe una gamba in allenamento, dopo un lungo stop finisce nuovamente sotto i ferri. È tornato da poco a calcare i verdi prati inglesi, ha ritrovato il sorriso. La redazione di lalaziosiamonoi.it l'ha raggiunto in esclusiva per una lunga intervista. Dall'analisi dei connazionali dello Sparta Praga ai ricordi dolceamari con la sua amata Lazio, mai dimenticata.
Due interventi chirurgici, un calvario lungo due anni. Libor Kozak oggi vede la luce in fondo al tunnel? "Dopo un lungo periodo senza giocare, è stato bellissimo scendere in campo, sono tornato a divertirmi. Purtroppo ora sento ancora un po' di dolore. Devo stare un mesetto fuori, ma stavolta non è niente di serio".
Hai avuto modo di vedere la Lazio in questo periodo di inattività? "La seguo sempre, questa squadra resta dentro di me. In Europa League sta facendo bene...".
Il sorteggio è stato anche benevolo. Lo Sparta Praga viene considerato l'avversario più abbordabile del lotto. "A questo punto della competizione è difficile parlare di squadre deboli. Considerando possibili avversari come Liverpool e Manchester United, sicuramente è una squadra più accettabile da incontrare. La Lazio ha grandi chance di passare il turno, ma lo Sparta Praga ha fatto benissimo contro il Krasnodar e non sarà facile da affrontare".
Quali sono i punti di forza di questo gruppo? "Lo Sparta Praga gioca bene perché gioca di squadra. Non c'è un giocatore di spicco che segna più gol o che è più determinante. La squadra lavora bene, è in un buon momento. La Lazio sulla carta è più forte, quindi penso che riuscirà a fare la partita".
Tra i possibili pericoli anche Pioli ha fatto riferimento a David Lafata, bomber intramontabile. "Abbiamo giocato qualche partita insieme in Nazionale. È stato male, non ha giocato per un po', non so se sarà in forma. È il classico attaccante d'area di rigore, sta lì nel momento giusto e la butta dentro. È un tipo alla Inzaghi per capirci. Non so se sta bene, sicuramente sarà un giocatore importante".
Rewind. Stagione 2012-13. La Lazio si arrende ai quarti di finale contro il Fenerbahçe, tu sarai eletto capocannoniere dell'intera competizione. Si può ripetere una cavalcata del genere? "Sicuramente sì. Questa squadra sta dimostrando più maturità in Europa League e sta facendo veramente bene. Penso che possa arrivare lontano, anche se quest'anno il livello di Europa League è tra i più alti delle ultime edizioni. Sarà dura, ma se la può giocare".
In quell'infausta gara di Istanbul eri l'attaccante titolare. Hai avuto la sensazione di un torto subito, in riferimento all'infelice arbitraggio del signor Collum? "Certo, questo fattore ha potuto incidere anche se io dico sempre che il risultato dipende dalle prestazioni della squadra e noi in quel caso non avevamo fatto una partita perfetta, come quella contro lo Stoccarda ad esempio. Non si può dire che la colpa fu solo dell'arbitro. Quell'anno stavamo andando bene, purtroppo contro i turchi non abbiamo dato il meglio. È rimasto un po' di rammarico...".
Parli della Lazio in prima persona. Cosa rappresenta per te? "Per me la Lazio è tutto. Ho iniziato lì a livelli importanti, resterà sempre nel mio cuore. È la squadra numero uno, mi ha dato la possibilità di giocare a grandi livelli. Ho passato anni bellissimi lì, ho tanti ricordi piacevoli".
Ti capita ancora di sentire qualche ex compagno? "Con qualcuno mi sento tramite messaggi. Eravamo un bel gruppo, è rimasto qualcosa di importante".
Sei stato molto legato soprattutto a Miroslav Klose, campione immortale che ti accolse sotto la sua ala. La Lazio fa bene a puntare ancora su di lui? "Non ho mai giocato con un attaccante più forte di lui. È stata un'esperienza fantastica per me giocare ed allenarmi con lui. Oltre a essere un grande attaccante è anche una grande persona. Gli auguro di fare qualche gol perché sta giocando di meno, sicuramente merita di continuare ad esultare".
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