Fabio Firmani: "Sono stato tra i pochi fortunati a giocare con la propria squadra del cuore"

Fabio Firmani, dal ritiro della sua nuova squadta, lo Shaanxi, racconta i motivi che l'anno spinto a rescindere il contratto con la Lazio ed accasarsi in una squadra cinese.
19.02.2011 08:22 di  Ivan Pantani   vedi letture
Fonte: Rassegna stampa a cura de LaLazioSiamoNoi.it tratta dal corriere dello sport
Fabio Firmani: "Sono stato tra i pochi fortunati a giocare con la propria squadra del cuore"
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© foto di Federico Gaetano

Si trova a Portorose, Slovenia, 25 chilometri da Trieste. Fabio Firmani, risolto il contratto con la Lazio a fine dicembre, si è appena legato con lo Shaanxi Chanba. Tra pochi giorni sfiderà l’Udinese in amichevole, ma il suo futuro è cinese. Si trasferirà a Xi’An, due ore di volo da Pechino. Ieri ci ha raccontato tutto.

Com’è nata la scelta di andare in Cina? “Lasciando la Lazio, che ho sempre considerato una scelta di cuore, preferivo un’esperienza diversa. Finire in B o in un’altra città di provincia per salvarsi in serie A non mi avrebbe aggiunto molto dal punto di vista umano e professionale. Questa è stata una grande opportunità. Il calcio cinese è in crescita”

Due anni fa aveva accettato il trasferimento a Dubai. “E’ un’esperienza che mi potrà aiutare e che già mi ha fatto riflettere. Credo che giocatori e tecnici italiani debbano guardare di più verso l’estero, si va verso una globalizzazione del calcio e il nostro mercato dimostra di essere saturo”

Non pesa trasferirsi così lontano da Roma? “Non tanto. La professione ti porta a stare fuori casa. Io sono stato tra i pochissimi fortunati a giocare con la Lazio, la squadra del cuore, a casa mia. Però a Formello giocavo con tanti sudamericani, che a casa propria tornano solo una volta l’anno. Sarebbe troppo comodo non mettersi in discussione”.

Chi trova nello Shaanxi? “Kallon è appena andato via. C’è Wilson Fonseca, un brasiliano che era transitato nel Genoa e un nazionale slovacco. Ci sono sei o sette nazionali cinesi. L’allenatore è Kosanovic, un serbo, ha allenato la Stella Rossa e in Cina s’è costruito una bella reputazione.Viene considerato alla stregua di Capello o Mourinho”

Portorose è quasi dalle parti di Reja… “Il misterl’ho incontrato martedì mattina all’aeroporto di Trieste. Io arrivavo, lui stava rientrando a Roma”

E cosa vi siete detti? “Reja era contento di vedermi, mi ha fatto gli auguri. Ho avuto sempre un buon rapporto con lui, mi aveva allenato anche a Vicenza”.

A Pechino la Lazio ha vinto la Supercoppa italiana nel 2009. “Chissà, magari è un segno del destino. E poi la Supercoppa continueranno ad ospitarla in Cina per le prossime edizioni”

Ha vissuto nella Lazio gli ultimi mesi fuori rosa. Pensava a un addio diverso? “Saluto la gente, i tifosi. Non sono mai stato uno che faceva polemiche. Non nego che questo tipo di separazione mi ha fatto soffrire, ma in ogni caso avrei sofferto a separarmi dalla Lazio. Guardo al futuro, non indietro. E sono contento perché la mia ultima presenza in maglia biancoceleste risale alla trasferta di Bologna. Quella partita, vinta 3-2, è stata decisiva per la salvezza. Sono contento di esserci stato quando c’era bisogno. C’ero quando la nostra nave stava affondando. Da lì si è ripartiti”

Chi sente della Lazio? “Soprattutto Rocchi, Foggia, e Matuzalem, con cui ho lavorato più anni, ma sono rimasto in buoni rapporti con tutti. Spero di passare a salutarli a Formello prima di volare in Cina”

Dove potrà arrivare la Lazio? “Mi auguro in Champions. Questa squadra ha una dote: riesce a reagire ai periodi negativi, si rialza e fa risultato, come a Brescia. La lotta per il quarto posto è apertissima”.