Da Handanovic a Bradley, gli assist per la lotta di Serena Grigioni

Serena Grigioni e la sua partita più difficile. La figlia di Adalberto, preparatore dei portieri della Lazio, continua a sgomitare ogni giorno contro una malattia di cui nessuno al mondo è riuscito ancora a trovare la causa. “Ho cominciato a stare male nel 2006 – spiega Serena, medico laureato e specializzando in igiene e medicina preventiva – ma solo nel dicembre del 2012 si è scoperto che soffro di ‘neuropatia delle piccole fibre periferiche e autonomiche’. Ci sono solo 200 pazienti nel mondo, ma io non mollo”.
I PROBLEMI – “Ho subito un intervento al colon – le parole di Serena riportate dall’edizione odierna della Gazzetta dello Sport – senza che i medici sapessero esattamente di cosa soffrissi. Nel 2010 sono rimasta temporaneamente paralizzata nel giro di poche ore. E da lì è stato un crescendo, tra dolori continui alle gambe e problemi seri alla vescica, alla quale sono stata operata per tre volte da settembre a dicembre 2012 per l’inserimento di uno stimolatore midollare. Pare sia una malattia autoimmune, ma nessuno lo sa con certezza. Ora vivo e lavoro a Terni: non riesco a guidare, fatico a camminare, prendo 16 pasticche al giorno. E ho dovuto affittare una casa di fronte al mio ufficio, perché anche i 13 km che mi separano dal mio paese, Sangemini, senza auto sono un ostacolo».
I GUANTI E IL VIAGGIO – Il mondo dello sport si muove, cerca di aiutare Serena: «La Apport (associazione preparatori portieri italiani) ha raccolto soldi mettendo all’asta i guanti di molti numeri uno». Quelli di Handanovic i più «cari»: 331 euro. Nella lista anche Buffon, Casillas, Cech, Sirigu. «La Ternana mi sta aiutando, sia la società sia i calciatori. Pensa: un gruppo di ultrà, “Mds 99″, ha tirato su ben 25 mila euro. Anche i calciatori della Lazio – continua la ragazza - hanno fatto una mini raccolta, l’ex Siviglia si è mosso». Complimenti a Micheal Bradley. Il centrocampista della Roma l’ha assistita materialmente, insieme a Jesse Fioranelli, match analyst di Petkovic, ha favorito il contatto con la Mayo Clinic di Rochester, in Minnesota, dove Serena è stata a febbraio. «So che Bradley, durante l’ultimo derby, ha chiesto di me a papà. È stato molto carino. Ora però – conclude Serena - sono di nuovo in Italia, più o meno con gli stessi interrogativi». Forza Serena, non mollare mai!