Auguri Sentimenti IV: oggi compie 90 anni il portiere che tirava i rigori

Una leggenda tra i pali. Il vero antesignano di Chilavert e Ceni
01.07.2010 07:50 di  Federico Farcomeni   vedi letture
Fonte: Rassegna stampa a cura de lalaziosiamonoi.it tratta dal Corriere dello Sport (S. Chioffi)/Lalaziosiamonoi
Auguri Sentimenti IV: oggi compie 90 anni il portiere che tirava i rigori

C'era una volta un portiere che sapeva anche calciare i rigori. C'era una volta un ragazzo che voleva imparare a cucire il cuoio, a incollare le suole, a lavorare la gomma, a usare le presse e le forbici. E c'era una volta anche un ragazzo che aveva deciso di tramutare i suoi sogni in realtà. C'era una volta insomma Lucidio Sentimenti (IV) che un giorno decise di scrivere una lettera al Modena: "Vorrei giocare a pallone, qualsiasi ruolo anche portiere". Quelli lo presero in parola e lui nel 1936 iniziò a giocare un po' in porta e un po' in attacco. Ventidue gol in due campionati di B. Passò alla Juventus nel 1942. Cochi (a Roma lo chiamavano pure San Cochi perché "ogni tanto facevo qualche miracolo") era alto solo 1,70 ma sapeva regalare emozioni ai suoi tifosi. Sceglieva sempre l'attimo giusto per anticipare prevalentemente di piede gli attaccanti avversari, tanto che non ha mai avuto incidenti. L'aneddoto più curioso risale proprio a quegli anni: contro il Napoli il tecnico Calligaris gli chiese di presentarsi sul dischetto. Piccolo inconveniente: tra i pali c'era il fratello Arnaldo che in quella stagione aveva già parato ben 9 rigori di fila. Ma Lucidio lo spiazzò con una finta. Undici anni dopo, in Torino-Lazio, la storia si doveva ripetere ma a parti invertite: sul dischetto c'era Vittorio "Ciccio" (Sentimenti III) e in porta Cochi. Vittorio alla fina non se la sentì di tirare, lasciando così l'incarico a Farina. Risultato: Cochi parò, e la Lazio vinse 1-0. Tra il 1942 e il 1949 Lucidio si trovò anche a giocare da ala destra, con buoni risultati. Poi passò alla Lazio tra il 1949 e il 1954 dove segnò tre rigori contro Novara (2) e Udinese. Cinque campionati e 170 partite con la maglia biancazzurra: sempre imbattuto nei derby. Gli fanno onore anche le 9 presenze in nazionale, in particolare quella del maggio 1947 contro l'Ungheria: era l'unico in campo a non essere parte del Grande Torino. Pozzo insomma lo preferì al grande Bacigalupo (poi scomparso nella tragedia di Superga). L'Italia vinse quella partita 3-2. Altri tempi! La Polisportiva Lazio, che non manca mai questi grandi appuntamenti, è riuscita a rintracciare Lucidio a Cantoira, in Piemonte, nella Valli di Lanzo, per fargli gli auguri. Adesso gli piace leggere giornali e libri e le passeggiate sono un'altra sua passione. Si sente spesso al telefono con il fratello Primo di 84 anni (gli altri tre tutti calciatori sono deceduti) e la sorella Maria (87). Lui ha una compagna e insieme hanno deciso di prendere una badante che si preoccupa di fare la spesa e di pagare le bollette. Intanto la Polisportiva è pronta a celebrarlo mentre lui si ricorda ancora quelle conversazioni con Boniperti, la volte che gli suggerì l'acquisto ad occhi chiusi di Scirea dall'Atalanta e gli applausi del pubblico laziale. Certi campioni non usciranno mai da uno stadio.

La Lazio ha sempre avuto una grande tradizione tra i pali: da Ezio Sclavi ad Angelo Peruzzi passando per Uber Gradella, Sentimenti IV, Bob Lovati, Idilio Cei, Felice Pulici e Luca Marchegiani. Senza dimenticare che un certo Fernando in questi giorni può scrivere la storia dei Mondiali di calcio.