Lazio Women, Santoro: "Mi rivedo in Lulic e Radu. Questa maglia è tutto!"
Non solo uomini. La Lazio, dall'alto della figura del suo presidente Claudio Lotito assieme all'intera polisportiva, sta portando avanti con veemenza il progetto di riqualificazione della sezione calcio femminile. Quest'anno, le ragazze biancocelesti allenate da mister Seleman si sono poste come obiettivo la promozione in Serie A. Dopo la sosta si ripartirà dalla sfida contro il Napoli. A tal proposito, Martina Santoro, giovane difensore della Lazio Women, è intervenuta ai canali ufficiali del club.
L'ultima vittoria della Lazio a Napoli è arrivata grazie ad un tuo eurogol, che ricordi hai di quella partita?
"Fu un gol pazzesco, arrivato in un momento difficile visto che loro avevano pareggiato da pochi minuti. Eravamo lanciate, con quella vittoria riuscimmo a continuare la nostra corsa per le prime posizioni in classifica (alla fine la Lazio arrivò seconda, ndr)".
Ora c'è ancora il Napoli, dove avete perso in Coppa prima della sosta: che partita sarà?
"Il 4-1 contro di loro in Coppa non è veritiero, è stato frutto di una partita sbagliata. Sono state brave a sfruttare la loro superiorità fisica e ad approfittare dei nostri errori. Giocare a Napoli poi non è mai facile a livello ambientale. Noi però siamo una squadra tecnica e se riusciamo a metterla su quel piano possiamo giocarcela con chiunque".
Lo dimostra il vostro inizio di stagione.
"Siamo partite bene, battendo anche una big come il Chievo Fortitudo, una delle candidate alla promozione finale. Questo è il segno che giocando con la testa non abbiamo limiti. La coppa è importante ma il nostro obiettivo è fare bene in campionato lavorando a fari spenti. Ora ci aspetta un mese pieno con partite importanti, su tutte i due derby con la Roma CF: non li vinciamo da un po', è tempo di cambiare rotta".
Cosa vuol dire giocare al Fersini?
"Giocare a Formello ci trasmette una carica incredibile, ti fa sentire parte di un progetto più grande che è la Lazio. Avere a disposizione una struttura importante come quella del Fersini è un sogno per tutte noi. Ringrazio la società, che ci fa sentire importanti e ci responsabilizza ancora di più".
Sei giovane (classe '94, ndr) ma già esperta: ti senti un leader di questa squadra?
"Lavoro ogni giorno anche per questo, sento un senso di responsabilità e trasmetto la passione e il senso di appartenenza nell'indossare questa maglia a tutte le mie compagne. Sogno di chiudere qui la mia carriera".
Ti ispiri a qualche giocatore della Lazio di Inzaghi?
"Mi rivedo molto in Radu e Lulic, due che hanno messo da parte la propria carriera per la Lazio. Questa maglia è tutto, hanno capito che il vero salto di qualità è quello di giocare in biancoceleste".
Seleman ha preso il posto della Tesse in panchina: quali sono le differenze tra i due?
"Il mister lo conoscevo, visto che lo avevo già avuto come allenatore. Ci tratta da professioniste, insieme al suo staff si dedica completamente a noi. Cura i dettagli, è molto preparato. Anche lo scorso eravamo messe bene in panchina, con la Tesse. Essere allenata da lei è stato un privilegio, è una vincente, ci ha trasmesso intensità e mentalità, facendoci fare un salto di qualità nella testa".
Chi ti ha aiutato a diventare una calciatrice?
"Nasco da una famiglia di laziali, sono cresciuta con il pallone tra i piedi. I miei genitori mi hanno appoggiato fin da subito, il supporto di mia sorella è stato fondamentale. Io e lei abbiamo un rapporto speciale, è la mia forza. Ad indirizzarmi però è stato mio zio: mi vide giocare sotto casa e capì subito che il mio futuro sarebbe stato in campo".
Cosa fai quando non giochi?
"Il calcio ci porta via tanto tempo, tra allenamenti e partite. Fuori dal campo gestisco una tavola calda in centro a Roma insieme a mia sorella. Non è facile farla coesistere gli allenamenti e le partite ma cerco di farlo nel migliore dei modi. Abbiamo i doveri dei professionisti senza le loro stesse agevolazioni, fisicamente diventa un dispendio di energie enorme: non è facile tornare in nottata dopo una trasferta e il giorno dopo andare a lavorare".
Il professionismo del calcio femminile sarebbe una svolta.
"Assolutamente, permetterebbe di alzare il livello di tutto il movimento, ci aiuterebbe a concentrarci al 100% sul calcio giocato, senza pensare ad altro. Qualcosa si sta muovendo, spero che venga emanata una legge il prima possibile".
Qual è stata l'emozione più grande provata finora con la Lazio?
"Giocare all'Olimpico è stato incredibile, soprattutto per una come me nata con questa maglia. Ogni volta che vedo la Lazio allo stadio ho lo stesso batticuore, giocare con la Curva Nord dietro è stato il massimo, avrei anche potuto smettere il giorno dopo".
Quali sono invece i tuoi prossimi obiettivi?
"L'emozione più grande sarebbe quella di portare la Lazio in Serie A, nessun'altra cosa al mondo potrebbe eguagliarla. Ovviamente spero anche di esordire con la maglia della Nazionale, ma tutto arriverà di conseguenza con il lavoro sul campo".
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