L'ANGOLO TATTICO di Inter - Lazio - Conte ingabbia Inzaghi: biancocelesti rimandati

Inter - Lazio è la vittoria della rocciosa difesa di Conte sull'attacco sterile di Inzaghi. Si poteva fare di più, biancocelesti rimandati.
27.09.2019 06:30 di  Francesco Mattogno  Twitter:    vedi letture
L'ANGOLO TATTICO di Inter - Lazio - Conte ingabbia Inzaghi: biancocelesti rimandati
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

No, torni al prossimo appello, l'esame non l'ha ancora superato cara Lazio. E di ragioni per rammaricarsene ce ne sono. A partire dalla conservativa veste dell'Inter, che Conte schiera a specchio ma con due significativi - e alla fine decisivi - cambiamenti rispetto al 3-5-2 di Inzaghi. Il quinto di destra non è Candreva, ma D'Ambrosio. Sull'altro lato Biraghi fa il suo esordio dal primo minuto rilevando l'esperto Asamoah. Cosa cambia? Che rispetto ai corrispettivi Lazzari e Jony, i nerazzurri nelle intenzioni e nei fatti si schierano accorti, prudenti dinnanzi a una Lazio che offensivamente sa fare male. Conte lo sa, per questo in fase di non possesso predica un compattissimo 5-3-2 o 5-4-1: le due ali scalano a fare i terzini, che poi è il loro ruolo naturale, e Politano scende sulla linea dei centrocampisti pronto a innescare le ripartenze in collaborazione con Barella. I biancocelesti recitano la loro parte del copione, attaccano a pieno organico ma sbattono sul muro nerazzurro, scoprendo il fianco ai contropiedi degli uomini di Conte. Fino a qui, però, è un rischio calcolato. La partita viaggia sul binario dell'equilibrio, e nell'aria del Meazza si intuisce che solo un episodio potrebbe sbloccare l'impasse. Sarà così.

CORTOCIRCUITO - Il gol di D'Ambrosio è un cortocircuito per certi versi prevedibile. Perché se da una parte Biraghi e l'ex Toro appaiono più difensivi in fase di non possesso, dall'altra dispongono rispettivamente dell'arte del cross e dell'inserimento, abbinato a un discreto fiuto del gol (e la Lazio, suo malgrado, lo sapeva bene). I biancolesti, invece, palesano tutti i limiti difensivi di un'ala - che terzino non è - come Jony, subendo a difesa schierata la più banale delle reti da quinto a quinto. Conte non aspettava altro che il vantaggio. Di fatto l'Inter si arrocca nella propria metà campo e smette di giocare, obbligando la squadra di Inzaghi a dialogare in spazi stretti e per vie centrali. Gli esterni spariscono (Jony sente il peso dell'errore, Lazzari manca di personalità nel proporsi all'interno della manovra offensiva), ma la qualità in mezzo al campo non manca. San Handanovic e un Tucu troppo poco cinico chiudono il primo tempo sull'1-0, ai punti immeritato.

LIMITI - Nella ripresa, la Lazio si esaurisce su un colpo di testa sbilenco di Correa. È solo il 6' minuto. Inzaghi prova a cambiare atteggiamento, ma inserendo Immobile per Caicedo di fatto neutralizza il gioco di sponda della sua squadra: appoggiarsi all'ecuadoriano, lo dimostrano le occasioni più nitide del primo tempo, era l'unico modo per cercare di crearsi un varco nella difesa schierata dell'Inter. Ciro invece ama giocare negli spazi e di spazi non ce ne sono, il suo impatto sulla partita è di conseguenza nullo. Comunque il mister va avanti con la nuova filosofia, abolendo il fraseggio: fuori Luis Alberto e Milinkovic, dentro Leiva e Berisha. Il kosovaro e Parolo come mezzali dovrebbero inserirsi in area di rigore sfruttando specialmente i cross dalle fasce, ma di Jony e Lazzari a San Siro non c'è neanche l'ombra. La Lazio torna quindi a Roma con più di qualche rimpianto. Contro i nerazzurri la squadra di Inzaghi ha palesato i propri limiti sotto porta e nell'approccio ai secondi tempi, soffrendo sulle fasce. Tutto troppo facile per l'Inter che, come nelle più rosee aspettative di Conte, ottiene il massimo con il minimo sforzo. Giudizio: biancocelesti rimandati al prossimo big match.

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Pubblicato il 26-09-2019 alle 10.00