Lazio, i doppi ex nel derby: una lista che parte da lontano

10.11.2023 07:40 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Niccolò Di Leo - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, i doppi ex nel derby: una lista che parte da lontano
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Pedro, Romagnoli e Pellegrini saranno i tre grandi ex del prossimo derby, quello che andrà in scena il 12  novembre allo Stadio Olimpico di Roma. Una partita speciale per tutti gli abitanti della Capitale e che per i tre sopracitati avrà un sapore ancor più particolare. Davanti a loro avranno ancora una volta il passato, per una notte più delle altre diverrà rivale e nemico sportivo. Ripercorrendo la storia delle due squadre, però, si scopre che non sono gli unici ad aver condiviso questo tipo di emozioni. Facendo salto nel passato, infatti, il numero di doppi ex tra Lazio e Roma sale addirittura a 24: partendo dal 1927, anno di nascita dei giallorossi, fino ad arrivare ai giorni d'oggi. Di seguito la lista.

FULVIO BERNARDINI -  In casa Lazio è ricordato come uno dei primi giocatori nella storia biancoceleste, essendo arrivato nel 1919, ma soprattutto come l'allenatore del primo storico trofeo: la Coppa Italia del 1958. Bernardini fu il primo giocatore a condividere le maglie di Lazio e Roma, passando ai giallorossi nel 1928, dopo una biennale parentesi interista. A lui è intitolato il centro sportivo dove si allena oggi la squadra di Mourinho.

LUIGI ZIROLI - Lui è davvero uno dei primi giocatori nella storia della Roma. Ziroli approda in giallorosso nel 1927, ma dopo un anno decide di trasferirsi al Venezia prima e, nel 1929, alla Lazio dove resterà fino al 1931. Di ruolo esterno, Ziroli con i biancocelesti collezionò 59 presenze e 12, a fronte delle 19 con la casacca dei rivali.

ATTILIO FERRARIS - Una carriera curiosa quella di Ferraris, dalla quale si evince non una grandissima fedeltà alle due maglie, ma sicuramente alla città di Roma. La sua prima apparizione in giallorosso risale, anche per lui, al 1927 e dura fino al 1934. E' in quell'anno che il mediano della nazionale italiana, appena diventato Campione del Mondo, decide di trasferirsi alla Lazio. In biancoceleste saranno 40 le presenze totali in due anni, prima di passare al Bari e, nel 1938, di nuovo alla Roma per un altro anno.

ARTURO CHINI LUDUENA - Luduena, anche lui arrivato alla Roma nell'anno del fondazione, è da considerarsi un doppio ex solo per formalità. Nella sua breve carriera, veste la maglia giallorossa dal '27 fino al '34 quando, dopo 166 presenze e 57 gol, si trasferisce in biancoceleste. Alla Lazio la punta non scenderà mai in campo e nel 1935 passa al Trastevere.

ALESSANDRO FERRI - Una vita alla Lazio, prima del fatidico passaggio alla Roma. Ferri esordisce con la maglia biancoceleste nel 1938 e la indossa per ben 10 anni, diventandone anche un riferimento. E' in quel momento che il difensore decide di trasferirsi in giallorosso, dopo 139 presenze con l'aquila sul petto. Alla Roma resta due stagioni, per poi terminare la sua carriera alla Reggina.

ARNE SELMOSSON - Di nazionalità svedese, Selmosson fu il primo vero straniero a vestire entrambe le maglie. Arrivato alla Lazio nel 1955, lasciò i biancocelesti dopo aver alzato al cielo nel 1958 la Coppa Italia, primo trofeo della storia. Il passaggio dell'attaccante alla Roma fu diretto e vi restò fino al 1961, lasciando la Capitale dopo la vittoria della Coppa delle Fiere. Tre anni e un trofeo con entrambe le maglie, ma non solo: sia con la Lazio, che con la Roma Selmosson giocò 101 partite. L'unica differenza furono i gol: 33 in giallorosso, 30 in biancoceleste.

CARLO GALLI - Alla lunga lista di ex c'è un altro attaccante. Galli dopo un'esperienza al Palermo, nel 1951 si trasferisce alla Roma, dove resta per ben 5 anni, totalizzando 125 presenze e 55 gol. Un bottino niente male con cui si guadagna anche la nazionale. Nel 1961 decide però di lasciare Roma per indossare la prestigiosa maglia del Milan. L'avventura rossonera dura altri 5 anni, in cui si metterà in mostra anche in Coppa dei Campioni. E' nel 1963, dopo aver giocato con Udinese e Genoa, che arriva alla Lazio. In biancoceleste si ritirerà nel 1965 dopo 39 presenze e 4 gol.

SERGIO PETRELLI - Difficile pensare a Sergio Petrelli con la maglia della Roma, eppure è avvenuto. Storico difensore della Lazio del 1974, della folle e scatenata Banda Maestrelli, indossò i colori giallorossi per la prima volta nel 1969. La storica redenzione e il passaggio alla Lazio, a quella storica Lazio, avvenne nel 1972. Petrelli divenne titolare e vinse il Primo Scudetto, dimenticando e facendo dimenticare la parentesi precedente.

FRANCO CORDOVA - Un segno molto più complesso da cancellare lo ha lasciato alla Roma Franco Cordova. In giallorosso dal 1967 al 1976, Cordova scese in campo per ben 270 volte, segnando 19 reti da centrocampista. Anche per lui, come Petrelli in precedenza, il passaggio alla Lazio è diretto. Il periodo biancoceleste durerà di meno, solo tre anni, ma le 106 presenze sono difficili da dimenticare per i tifosi biancocelesti.

MICHELE DE NADAI - Il periodo romanista di De Nadai è sicuramente più florido rispetto a quello laziale. Tra il 1977 e il 1981 l'ala destra ha giocato 103 partite, vincendo due Coppa Italia. Alla Lazio passerà al termine di questa parentesi: in biancoceleste vivrà due anni di Serie B, totalizzando 57 presenze e 6 gol.

CARLO PERRONE - La maglia della Roma, Perrone, l'ha indossata poche volte e il suo ricordo è legato più alla Lazio, dove ha vissuto non solo una, ma ben due esperienze. Arrivato nel 1977, Perrone lasciò i biancocelesti per trasferirsi in giallorosso nel 1981. Dopo un anno, però, fece un passo indietro facendo ritorno. La maglia della Lazio l'ha indossata 83 volte e in biancoceleste ha fatto di nuovo ritorno come allenatore dell'U-17 nel 2010.

ASTUTILLO MALGIOGLIO - Il ricordo del portiere Malgioglio alla Lazio è da incubo. L'insulto alla maglia, lo striscione mai visto: tante vicissitudini che hanno reso quel periodo nero per tutte e due le parti. Sicuramente il suo passato alla Roma non lo ha aiutato nel relazionarsi con i tifosi della Lazio, per quanto in giallorosso le sue presenze siano state solo 5 in due anni (1983-1985), contro le 25 nella stagione '85/'86 alla Lazio.

LIONELLO MANFREDONIA - Un talento che alla Lazio ha dato molto, poi, però, il calcioscommesse e il passaggio alla Roma nel 1987 hanno creato fratture con quella tifoseria di cui lui stesso faceva parte. Sono dieci gli anni in cui Manfredonia ha vestito la maglia della Lazio, dal 1975 al 1985, prima di passare alla Juventus, 233 le presenze in totale. Un doppio tradimento per i tifosi e sul quale in passato lui si è espresso così: "Quello fu un periodo duro, perché tornai a Roma e forse sbagliai maglia, però, non rinnego assolutamente il mio passato. In quella circostanza, ho agito da professionista. Forse, non ho rispettato il sentimento della tifoseria e di questo me ne pento un pochino".

FABRIZIO DI MAURO - Da un mediano, a un altro mediano, anche se l'incisività di Di Mauro nella Lazio è stata davvero minima. Cresciuto nel settore giovanile della Roma esordisce in giallorosso nel 1988. Nei suoi quattro anni da romanista ha indossato la casacca 132 volte, realizzando anche 9 gol. Tra il suo addio alla Roma e l'arrivo alla Lazio c'è un intervallo di un anno, in cui Di Mauro si è trasferito alla Fiorentina. E' proprio a Firenze che tornerà dopo la stagione, 1993-1994, l'unica giocata in biancoceleste.  

SINISA MIHAJLOVIC - Che dire. Il suo ricordo è ancora forte, vivo, nel cuore non solo dei laziali, la sua gente, ma in quello di ogni appassionato di questo sport. Mihajlovic arriva in Italia nel 1992, ad acquistarlo dalla Stella Rossa è la Roma che lo terrà con sé fino al 1994. Il passaggio alla Sampdoria equivale al periodo della sua grande esplosione, ma quello più bello, vero e intenso della sua carriera è senza ombra di dubbio riconducibile alla Lazio. Arrivato nel 1998, resta per 6 anni in biancoceleste, vincendo di tutto e di più, tranne quella Coppa Campioni, già alzata al cielo quando giocava in Serbia. Non è più tornato a Roma da allenatore, vederlo sulla panchina della Lazio sarebbe stato il sogno di tutti, anche il suo.

ANGELO PERUZZI - Dalle stalle alle stelle, da apparizione nella Roma a leggenda nella Lazio. Peruzzi esordisce in Serie A con la maglia giallorossa, totalizzando 26 presenze tra il 1987 e il 1990. In questo periodo indossò anche la maglia del Verona in prestito. Dopo le belle parentesi di Juventus e Inter, nell'estate del 2000 la Lazio acquista Peruzzi e lo terrà, facendolo diventare un idolo dei tifosi e un simbolo della storia biancoceleste, fino al suo ritiro nel 2007. Nel 2016, però, l'ex portiere torna a Formello nel ruolo di club manager, restandoci fino al 2021.

DIEGO FUSER - Sulle note di "Ufo Robot" risuonava in Curva Nord il coro per Diego Fuser. "Un raggio missile, dai circuiti di mille valvole" che sulla fascia, con la maglia della Lazio, ha sprintato dal 1992 al 1998. Fuser nella mente dei tifosi biancocelesti avrà sempre un posto particolare: da capitano ha alzato al cielo la Coppa Italia del 1997/1998, la seconda nella storia della Lazio. Il suo passaggio alla Roma nel 2001 fu inaspettato per molti, in giallorosso totalizzò solo 26 presenze, contro le 224 in biancoceleste, vincendo però una Supercoppa Italiana.

ROBERTO MUZZI - Il rendimento di Muzzi tra Lazio e Roma è stato più o meno sullo stesso livello. Prodotto del settore giovanile giallorosso, l'attaccante esordisce nel 1990 e, nei tre anni successivi, totalizza 83 presenze e 12 gol. Prima di passare alla Lazio nel 2003, indossa le maglie di Udinese e Cagliari, dove oggi è tornato da club manager. In biancoceleste i gol realizzati fino al 2005 sono 11, ma le presente 22 in meno. Con entrambe le maglie, inoltre, ha alzato al cielo una Coppa Italia.

SEBASTIANO SIVIGLIA - Non ci sono dubbi su dove, tra Lazio e Roma, Siviglia ha lasciato il suo cuore, d'altronde la sua parentesi romanista è stata breve, dal 2001 al 2002, e poco proficua, viste le sole 7 presenze. Nel 2004 il difensore centrale si trasferisce alla Lazio come uno dei primi acquisti dell'era Lotito, rimane in biancoceleste 6 anni e arriva anche a indossare la fascia da capitano. Se con la Roma, da riserva, vince una Supercoppa Italiana, da giocatore della Lazio e grande protagonista, alza al cielo una Coppa Italia e un'altra Supercoppa, contro Mourinho, a Pechino. Dal 2012 al 2016 torna a Formello per allenate il settore giovanile biancoceleste.

MASSIMO BONANNI - Di dichiarata fede laziale, come ha confermato in esclusiva ai nostri microfoni, Bonanni è un prodotto del settore giovanile della Roma, squadra di cui resta di proprietà dal 2001 fino al 2005, periodo in cui si alternano vari prestiti. Con la maglia giallorossa non scende mai in campo, al contrario della parentesi biancoceleste. Acquistato nel gennaio del 2006, fino a giugno il terzino gioca 10 partite, realizzando 1 assist.

ALEKSANDAR KOLAROV - Kolarov è l'ultimo tassello prima di arrivare ai giorni d'oggi. La parentesi laziale e quella romanista sono intervallate da un periodo, per lui molto roseo, al Manchester City. In entrambe le squadra ha lasciato ottimi ricordi dal punto di vista dei risultati collettivi e individuali, meno per ciò che concerne l'aspetto personale. Dopo essersi lasciato bene con il pubblico biancoceleste nel 2010, in seguito a 3 anni scomposti in 104 presenze (e 11 gol), la scelta di Kolarov di trasferirsi alla Roma nel 2017 viene presa malissimo dai tifosi biancocelesti, che si sentono traditi da chi gli aveva giurato affetto eterno. Fino al 2020 con la Roma gioca 132 partite, segnando 14 gol. Il suo ultimo periodo giallorosso è ricordato per il deterioramento del rapporto con i tifosi romanisti.

PEDRO ELIEZER RODRIGUEZ LEDESMA - Che dire? Una storia nota sia da una parte, che dall'altra, di Roma. L'arrivo di Sarri, che lo aveva allenato al Chelsea, in biancoceleste è la chiave per portarlo dalla parte giusta della Capitale. Mourinho lo aveva messo fuori rosa, i tifosi giallorossi gli avevano dato del bollito, ma un campione come Pedro è l'unico a sapere quando è arrivato il momento di tramontare. Il suo impatto alla Lazio dal 2021 è pazzesco: il gol contro la Roma nel derby, la chiusura di un ciclo e un sassolino che si leva dalla scarpa. Nel suo unico anno in giallorosso erano state 40 le presenze, 6 i gol e 7 gli assist realizzati; con la Lazio la leggenda spagnola ha toccato quota 100 partite contro il Feyenoord, in cui segnato 19 reti e servito 11 assist. Che dire? 'Grazie Roma!'.

ALESSIO ROMAGNOLI - L'estate del 2022 è stata quella del ritorno del figliol prodigo a casa. La sua parentesi a Roma, fino a quel momento, era stata solo a tinte giallorosse, una macchia troppo grande per un dichiarato tifoso della Lazio, per chi cantava l'inno sotto la felpa quando veniva all'Olimpico da avversario. Al suo secondo anno biancoceleste, però, certe difficoltà sono ormai state superate. In neanche una stagione e mezza Romagnoli ha visto la maglia del suo cuore in 57 occasioni, molte di più rispetto alla sua parentesi romanista, durata dal 2012 al 2014 ma con sole 14 apparizioni. I giallorossi, ormai, sono un lontano ricordo.

LUCA PELLEGRINI - Quella di Romagnoli è una storia che ha molte analogie con Pellegrini. Arrivato a gennaio 2023 in prestito, ad agosto è stato riacquistato dalla società biancoceleste. Tifoso laziale, cresciuto nel settore giovanile della Roma: da professionista ha giocato con la Roma per sole 6 volte tra il 2018 e il 2019. Numeri che sono stati rapidamente superati nel corso della sua neanche annuale parentesi laziale. Il classe 1999 con l'aquila sul petto è sceso in campo ben 16 volte, ma mai in un derby della Capitale. Nella scorsa stagione, infatti, fu al centro dei parapiglia a centrocampo, ma non giocò quella partita, chissà se quest'anno potrà finalmente esaudire il suo sogno...

Pubblicato il 9/11