IL PAGELLONE 2014 della Primavera - Coppa Italia e Supercoppa, alla corazzata di Inzaghi sfugge solo lo Scudetto

01.01.2015 10:00 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Matteo Vana/Andrea Centogambe/Daniele Rocca - Lalaziosiamonoi.it
IL PAGELLONE 2014 della Primavera - Coppa Italia e Supercoppa, alla corazzata di Inzaghi sfugge solo lo Scudetto

Un anno da incornicare. Il 2014 della Lazio Primavera ha portato in dote più di una gioia: dalla Coppa Italia Primavera (tornata nella Capitale dopo 25 anni), alla Supercoppa Italiana (che per la prima volta ha indossato i colori del cielo), passando per uno scudetto solo sfiorato dopo una cavalcata eroica, conclusa al 120° di una partita disgraziata come quella contro il Torino. Immagini, istantanee che rimarranno impresse nella mente e nei cuori del popolo laziale, così come i protagonisti. La redazione de Lalaziosiamonoi.it ha stilato nel dettaglio le pagelle del 2014 di tutti i protagonisti della Primavera biancoceleste. Non ci resta che augurarvi buona lettura!

PORTIERI

STRAKOSHA 7 - Il rigore parato in finale di Coppa Italia è solo la punta dell’iceberg. Thomas è stato il punto di riferimento sia della gestione Bollini che del nuovo corso targato Inzaghi. Fenomenale nelle uscite alte, capace di trasmettere tranquillità a tutto il reparto arretrato. Restare in prima squadra come terzo portiere forse non è stata la scelta più azzeccata, ma ha le capacità per dimostrare ancora le sue qualità. Sicurezza.

GUERRIERI 7.5 - A 18 anni è già un portiere completo: bravo nelle uscite, formidabile nell’uno contro uno, impossibile segnargli da fuori area. Già diversi club di Serie B e Lega Pro hanno messo gli occhi su di lui: i miracoli contro il Chievo in finale di Supercoppa Primavera e i rigori parati in Coppa Italia contro il Napoli hanno fatto fioccare gli estimatori. Per non sbagliarsi, la Lazio è pronta a blindare il suo numero uno del futuro fino al 2018. Superman.

DE ANGELIS 6 - Essere il secondo di Guerrieri è un lavoro ingrato. Rischi di non vedere il campo per tanto, troppo tempo. Le parate contro il Napoli all’esordio stagionale e la bella prestazione nel Trofeo Wojtyla lasciano ben sperare. Il futuro è nei suoi guanti, deve continuare ad allenarsi e imparare il più possibile dal titolare. Arriverà anche il suo momento. In attesa.

DIFENSORI:

POLLACE 7.5 - Sempre protagonista. Non importa la competizione, lui c’è sempre. Nel 2014 è cresciuto sotto tanti aspetti, soprattutto in fase difensiva. Inzaghi ci ha lavorato molto e Gianluca è stato in grado di fare il salto di qualità. Ormai è maturo. Rimanere un altro anno con la Primavera (probabilmente) è stata la cosa migliore, anche considerando il salvataggio all’ultimo secondo in finale di Supercoppa. In questa stagione è diventato il capitano della squadra. Il suo compito è quello di cercare di far inserire i più giovani, la grinta e la passione che ci mette in ogni partita è da esempio per gli ex Allievi. Insostituibile.

ILARI 7 - Mi chiamo Wolf e risolvo problemi. È questo il ruolo di Emiliano Ilari, capace di salvare la sua squadra quando tutto sembra ormai perduto. Sa staccarsi molto bene dalla linea, rimanendo ultimo difensore, e quando viene puntato occhi negli occhi, difficilmente ha la peggio. Il prestito al Grosseto è il giusto premio per due stagioni vissute in prima linea con l’aquila sul petto. Mister diagonale.

SERPIERI 7 - Leader in campo e fuori, non è un caso che quella fascia fosse stretta intorno al suo braccio. Il grave infortunio rimediato nel derby l’ha costretto a rimanere fuori per diversi mesi, ma il mix di eleganza e grinta rimangono impressi nella mente dei tifosi laziali. Il suo futuro sarà in prestito, destinazione Lega Pro. Deve tornare a calcare il campo, respirare l’aria del calcio professionistico. La Coppa Italia alzata al cielo (per gentile concessione di Ilari) rimane l’istantanea più bella del suo 2014. Capitano, oh mio capitano.

FILIPPINI 7.5 - Dove lo metti lo metti fa sempre la differenza. Si leva lo sfizio di segnare al Torneo di Viareggio e da lì in poi è un’escalation. Conduce la Lazio alla vittoria della Coppa Italia, sostituendo Serpieri nei panni del centrale. Il ritiro di Auronzo è solo il trampolino per l’ingresso nel calcio dei grandi. La stagione in prestito al Bari inizia in sordina, ma come solo un guerriero sa fare, partita dopo partita si conquista sempre più spazio diventando uno dei titolari di mister Nicola. Onnipresente.

SECK 6 - Gli è toccato l’ingrato compito di sostituire uno dei punti di riferimento della Primavera scudettata. L’errore contro il Torino che ha causato l’eliminazione della Lazio dalle Final Eight grava pesantemente sul suo giudizio complessivo. Ma Musta ha dimostrato anche di avere le carte in regola per fare bene: fisico e corsa i punti di forza, uniti ad un discreto mancino. A gennaio tornerà in gruppo e dovrà sudare sette camice per riprendersi il posto da titolare, Germoni incombe. Si impegna, ma potrebbe fare molto di più.

DOVIDIO 6.5 - Qualunque squadra sogna un giocatore così: nasce terzino destro ma, in assenza di difensori, può agire da centrale. Alternativa ideale a Pollace, ha dimostrato grinta e personalità. È veloce e non teme di essere puntato, anzi. Nell'uno contro uno è quasi insuperabile. Peccato per qualche calo di concentrazione di troppo. Tutto considerato, il futuro si chiama Dovidio. Fondamentale.

MATTIA 7 - Il pupillo di Inzaghi ritrova il “suo” mister dopo l’infortunio che l’ha colpito in estate. L’arrivo di Prce è stata la quadratura del cerchio. I due si completano, sono insuperabili. Una vera e propria muraglia davanti a Guerrieri. Nell’ultima trasferta dell’anno, contro la Ternana, è arrivato anche il suo primo gol in Primavera. Ma non è certo questo il suo dovere. Veloce di gambe e di testa, capisce con un istante d'anticipo dove andrà il pallone. Se scappi ti anticipo.

PRCE 7 - Insieme a Mattia sono una cosa sola. Nome e cognome. Il suo arrivo è stato una manna dal cielo per mister Inzaghi che, con la coppia in mano, ha risolto tutti i problemi di reparto. In Primavera fa la differenza, è fuori categoria. Anche Pioli sembra essersi invaghito del giovane croato, convocato in prima squadra più di una volta. L’esordio con la maglia dei grandi sembra dietro l’angolo per un calciatore apparentemente predestinato. Provvidenza.

GERMONI 6.5 - Con Seck e Pasqualoni ai box per infortunio, è stato lanciato da Inzaghi in piscina senza braccioli e ha dimostrato di saper nuotare. La fascia sinistra adesso è roba sua, i compagni dovranno sudare non poco per riprendersi il posto. La convocazione in Under 18 è la ciliegina sulla torta di un anno pieno di soddisfazioni. Rivelazione.

PASQUALONI 6 - Il suo 2014 nella Primavera si riassume con quell’urlo che squarcia il silenzio di Formello. Si capisce subito che si tratta di un infortunio serio. Peccato, perché il ragazzo stava rimpiazzando Seck alla grande, iniziando a scalare le gerarchie di Simone Inzaghi. Poi ci si è messa di mezzo la sorte. Quel che è certo è che tornerà più forte di prima. Fenice.

CENTROCAMPISTI 

MINALA 8 - Una favola così perfetta da far impallidire Collodi e il suo Pinocchio. Il 2014 di Joseph Minala ha i contorni di un sogno, ma non è altro che  realtà. Il camerunense classe '96 è stato più forte di tutto e tutti. S'è messo alle spalle avversari come birilli, ha respinto insinuazioni sulla sua età frutto d'invidia e frustrazione. Al Bari ha ricominciato da zero, non s'è scomposto quando Mangia l'ha accusato di scarsa professionalità. Di risposte stizzite nemmeno l'ombra, Joseph ha scelto di stupire tutti sul campo. Due gol in due partite, i primi in Serie B, per la felicità del neo tecnico Davide Nicola. E della Lazio, che si sfrega le mani in attesa di riabbracciare il suo gioiello. Collodi chi?

BORECKI 6.5 - Tra i '97 più interessanti del panorama calcistico giovanile, c'è senz'altro Michael Borecki. Il talentino polacco (è già nel giro della Polonia Under 19), approdato a Roma nell'estate del 2013, incanta per sicurezza nei propri mezzi e spiccata personalità. Basti pensare alla finale di Supercoppa italiana vinta dalla Lazio sul Chievo Verona, quando in campo c'era un solo '97 tra i 22 titolari: Borecki, appunto. Nella stagione in corso, viste le gerarchie stabilite da Inzaghi, difficilmente troverà continuità. Niente paura, avrà modo di rifarsi con gli interessi. I'm coming. 

MURGIA 7.5 - Piedi ed eleganza regale, classe e qualità al servizio del centrocampo biancoceleste. Alessandro Murgia è il faro della mediana laziale, se gira lui ne trae beneficio tutta la squadra. È un classe '96, ma già da un paio d'anni è stabilmente nel blocco dei titolari. Anche l'Italia Under 19 si è accorta di lui, è praticamente impossibile ignorare le sue potenzialità. Si ispira ad Alberto Aquilani, ha caratteristiche simili alle sue. Se continua così, è destinato a superare il suo modello e a salire su grandi palcoscenici. Il Principino.

SILVAGNI 6.5 - Abnegazione, spirito di sacrificio e forza di volontà. In due sole parole: Lorenzo Silvagni. Pur di vestire la maglia della Lazio giocherebbe anche in porta. A inizio stagione s'è mosso appena qualche metro più avanti (al centro della difesa), vista l'emergenza nel reparto arretrato. Si è applicato per assimilare movimenti di un ruolo che non gli appartiene, da leader difensivo ha guidato le aquile alla conquista della Supercoppa italiana. Con la fascia da capitano al braccio. Mister, gioco dove vuole.

ELEZ 7 - Era arrivato a Roma dall'Hajduk Spalato per vestire i panni del centrale di difesa, Bollini l'ha spostato in mezzo al campo. Mai mossa fu più azzeccata. Elez s'è imposto a suon di prestazioni e di cucchiai (suo marchio di fabbrica su calcio di rigore), con Inzaghi la musica non è cambiata. Una diga in mezzo al campo, fondamentale nel successo della Primavera Tim Cup. In estate il passaggio al Grosseto in Lega Pro, dove è tornato ad agire da difensore. Il suo bottino in terra toscana recita 12 presenze e un gol. Gigante.

PACE 6.5 - Il regista prediletto da Simone Inzaghi. Piedi vellutati e visione di gioco da far invidia a molti, Lorenzo Pace è il direttore d'orchestra della Lazio Primavera. In ogni match tiene in mano le redini del centrocampo, riporta l'ordine dove regna il caos. È alla prima stagione da titolare, anche se lo scorso anno il suo ingresso nella ripresa era una costante. Ciak, si gira!

CRECCO 8 - Il salto dalla Primavera al calcio professionistico nasconde mille insidie. Sacrosanta verità, quasi una legge. Ma non ditelo a Luca Crecco, stupenda eccezione che conferma la regola. Titolare inamovibile nella Lazio di Inzaghi, pilastro nella Ternana di Tessier. In Serie B. Il classe '95 non ha pagato lo scotto del passaggio al professionismo, per lui parlano le presenze collezionate sin qui (16, 891' giocati). E pensare che durante la semifinale delle Final Eight Primavera, un bruttissimo infortunio rischiava di compromettere la sua stagione. Crecco si è rialzato come solo i grandi giocatori sanno fare. Stoico.

VERKAJ 6.5 - Ha impiegato del tempo per adattarsi al calcio nostrano, semplice routine se lasci casa a 18 anni appena compiuti. Clay Verkaj è stato acquistato in estate dalla Lazio, che l'ha pescato tra le fila dell' Eintracht Francoforte. Classe '96, tedesco di origini albanesi, i problemi con la lingua non hanno certo agevolato il suo ambientamento. Ma il linguaggio del campo è universale, sul manto erboso il suo mancino è valso più di mille parole. Scoperta.

ANTIC 6 - Il 2014 di Milos Antic è stato a dir poco incolore. Poco più di un anno fa veniva operato al crociato anteriore destro, la sua stagione poteva dirsi conclusa. Il classe '94 è tornato giusto in tempo per disputare la sfortunata semifinale delle Final Eight e per cogliere una traversa da metà campo. In estate ha partecipato al ritiro di Auronzo di Cadore con la prima squadra, poi di lui si sono perse le tracce. Doveva andare al Vicenza, non se n'è fatto più nulla. Si spera che a gennaio trovi una squadra pronta scommettere su di lui. Desaparecido.

ROKAVEC 6 - Arrivò a Roma in compagnia di Josip Elez, la Lazio lo acquistò in Austria dall'Aka Hib Liebenau, dove militava nella squadra Under 16. Mika Mario Rokavec, sloveno classe '97, ha colto al volo la sua chance. Visti i recenti infortuni di Borecki e Verkaj, Inzaghi l'ha gettato nella mischia vincendo la scommessa. Il terzetto Murgia-Pace-Rokavec è ormai una certezza che sta dando i suoi frutti. Pronto all'uso.

MANONI 6 - Di lui si parlava un gran bene già ai tempi degli Allievi Nazionali, gli addetti ai lavori ci scometterebbero a occhi chiusi. Francesco Manoni è una riserva di lusso della Lazio Primavera, uno di quei cambi fissi che va in scena in ogni match. Quasi una tassa. Tecnica da vendere, colpi di genio e sfrontatezza che lasciano presagire un futuro radioso. Scommessa sicura.

CONDEMI 6 - La Lazio l'aveva lasciato libero, Inzaghi l'ha richiamato a gran voce nella sua squadra. Lorenzo Condemi incarna alla perfezione il binomio cuore e polmoni. Si esalta nei match che contano, quando vede giallorosso diventa un'impresa contenere l'irruenza. Se il gioco si fa duro, Condemi comincia a giocare. Semper fidelis. 

ATTACCANTI

LOMBARDI 7.5 - Il 2014 è decisamente il suo anno: l'esplosione in Primavera lo consacra come uno dei prospetti più interessanti del panorama giovanile italiano, il modulo di mister Inzaghi si sposa a pieno con le sue caratteristiche. Il posto sulla fascia destra è suo di diritto, la conquista della Coppa Italia Primavera porta la sua firma (e quella di Crecco). L'unica macchia della stagione è l'espulsione rimediata alle finali scudetto; con lui, forse, il tricolore sarebbe ancora nella Capitale. In estate lascia Formello per spiccare verso il calcio vero, c'è il Trapani ad attenderlo, ma tornerà. Predestinato.

TOUNKARA 6.5 - Le qualità tecniche non si discutono, Mama con il pallone tra i piedi ci sa fare. Nei primi mesi dell'anno è fuori uso per una distorsione al collaterale del ginocchio destro, pian piano ritrova la forma migliore. Alle Final Eight c'è, ma non brilla. Anzi, si inceppa, non riesce a mostrare l'immenso talento che ha a disposizione. La prima squadra sembra ad un passo, ma una bravata gli costa il ritiro di Auronzo, dove arriva con dieci giorni di ritardo sulla tabella di marcia. L'inizio di campionato è balbettante, alterna partite eccellenti con pause preoccupanti. Il 2015 sarà l'anno della svolta, in un senso o in un altro: niente più bravate, è anche da questi particolari che si giudica un giocatore. In chiaroscuro.

OIKONOMIDIS 7.5 - Arrivato a Formello in punta di piedi, l'australiano ha fatto vedere solo recentemente di cosa è capace. Tutto è iniziato in una notte d'estate, la doppietta messa a segno nella sfortunata partita con il Torino ha consegnato alla Lazio un nuovo Oikonomidis. Da lì in poi è stato un susseguirsi di successi: l'entrata in pianta stabile nel gruppo dei titolari, il gol contro il Chievo che è valso la Supercoppa. E nuovi traguardi sono pronti per essere tagliati, il calcio che conta è dietro l'angolo. Decisivo.

PALOMBI 7.5 - Quando hai gente davanti come Tounkara, Crecco o Lombardi, non è facile farsi notare. Nella seconda parte della stagione scorsa ha dovuto sgomitare per farsi vedere, dando comunque il suo contributo sia in termini di gol che di assist. Con l'anno nuovo, però, Palombi è esploso. Il peso dell'attacco sulle spalle non lo ha piegato, l'Atlante biancoceleste ha retto bene, diventando il capocannoniere della squadra. Oltre ai colori dell'Aquila, per lui ci sono anche quelli della Nazionale da difendere. Anche lì esordio e gol. Realtà.

FIORE 6 - Tanta grinta, tanto cuore, ma altrettanta sfortuna. Rincalzo di lusso, quando viene chiamato in causa dimostra di essere un giocatore sul quale si può sempre fare affidamento. Quando le cose cominciavano a girare per il verso giusto, però, un infortunio al ginocchio lo ha costretto ancora ai box. Quello che sta per arrivare è il suo anno e Mattia non vuole di certo farselo scappare. Sfortunato.

COLLARINO 6 - È il trascinatore degli Allievi, basta vedere i tabellini per capire l'importanza della sua presenza in campo. Il passaggio in Primavera non è dei più semplici, l'anno in meno rispetto ai giocatori più navigati si sente, ma Inzaghi gli concede spesso e volentieri spezzoni di partita. L'intraprendenza non gli manca, la pazienza nemmeno: il suo momento arriverà. Paziente.

ROSSI 6 - Un voto d'incoraggiamento. Come Collarino soffre la categoria, con quei mostri davanti non è facile mettersi in mostra. Sembra ancora da sgrezzare, ma Inzaghi ha mani sapienti e sa che l'unico modo per crescere è giocare. Cambio obbligato, in ogni match dei biancocelesti assaggia il campo. Di questo passo non può che migliorare. Si farà.

MILANI 6 - Stagione non certo da incorniciare. Parte spesso dalla panchina, poi un incidente d'auto lo mette K.O. per il resto della stagione. "Non so cosa mi ha salvato, non so come sono ancora qua. Ma ringrazio Dio di esserci, con gli occhi aperti, per vedere tutti i miei amici qui vicino a me", scrisse su Facebook. E tutto il resto passa in secondo piano. Il campo ti aspetta, Simone. Morde il freno.

PATERNI 6 - Tanta panchina anche per lui, ma una perla da ricordare al "Viareggio". Suo, infatti, il gol al Varese, una gioia personale resa vana dalla sconfitta. Non trova molto spazio e durante la sessione estiva di calciomercato è costretto a salutare la Città Eterna con un pizzico di amarezza. Il suo presente si chiama Paganese. Buona fortuna aquilotto. 

ALL. INZAGHI 8 - Coppa Italia, Supercoppa e uno Scudetto sfiorato: alla prima stagione sulla panchina biancoceleste è già entrato nella storia. L'ombra di Alberto Bollini, da cui ha ereditato una delle squadre più forti di sempre, non è più un problema. Il 4-3-3 come marchio di fabbrica, un simbolo per chi, come lui, ha fatto del gol la propria vita. La sua creatura è una macchina quasi perfetta, il futuro ha in serbo altri trionfi. Leggenda.