ESCLUSIVA - Russotto tra fede e ricordi: "Lasciare la mia Lazio è stato difficile! Con il Livorno sarà dura..."

25.04.2014 12:00 di  Davide Capogrossi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Russotto tra fede e ricordi: "Lasciare la mia Lazio è stato difficile! Con il Livorno sarà dura..."
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© foto di Federico De Luca

Nato e cresciuto a pane e Lazio. Non è servita alcuna freccia scagliata da Cupido per far innamorare Andrea Russotto dei colori biancocelesti. Lo star team di Eriksson bastava e avanzava al talento di Santa Lucia, l'ingresso nelle giovanili della squadra del cuore sembrava un sogno, vissuto a metà. Il momento della firma del primo contratto coincideva con l'insediamento della nuova dirigenza e Russotto, in seguito anche ad una vicenda spiacevole con un'agenzia di procuratori, fu costretto ad emigrare giovanissimo in Svizzera, al Bellinzona. Una carriera in giro per lo Stivale, con Reja che a Napoli lo investì del ruolo di vice Lavezzi. Una parentesi anche a Livorno prima di scendere in Prima Divisione con Carrarese e Catanzaro. La redazione di Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva proprio Andrea Russotto, nell'antivigilia della sfida tra Lazio e Livorno.

Il tuo Catanzaro è in corsa per la promozione in B (attualmente occupa la quinta posizione nel girone B, ndr), ci credete? "Siamo in piena lotta playoff, sta andando bene. Cercheremo di raggiungere la posizione più alta possibile per giocare la prima in casa, faremo del nostro meglio per arrivare almeno quarti".

Domenica la Lazio farà visita al Livorno. In palio un posto in Europa e una salvezza, possiamo parlare di una sorta di finale? "Sarà una partita dura, il Livorno si deve salvare e cercherà di sfruttare il fattore campo, la Lazio insegue un obiettivo importante come l'Europa League. Una partita combattuta, all'inizio non apertissima soprattutto perchè il Livorno non può permettersi di sbagliare."

L'Europa League è un obiettivo ancora raggiungibile? "Credo che la Lazio abbia ancora possibilità di qualificarsi in Europa League ed è giusto che se la giochi fino all'ultimo, anche se credo che alla fine ci andrà al Milan. Io sono tifoso della Lazio da bambino e spero nell'impresa".

Hai giocato nel Bellinzona, squadra allenata da Petkovic, senza mai incrociarlo. Qual è il tuo giudizio sull'ex tecnico biancoceleste? "Non ho avuto la possibilità di conoscerlo e mi baso sui risultati ottenuti con la Lazio. Ha disputato una prima stagione grandiosa con la vittoria in Coppa Italia, portando nuove idee e mostrando un buon gioco. Ripetersi è sempre molto difficile in una piazza come Roma, la piazza è molto ambiziosa e ci si aspetta sempre di più: E' una piazza difficile un po' per tutti, quello che ha fatto il primo anno non è stato facile e gli va sicuramente riconosciuto"

Reja invece, che ti ha allenato a Napoli, ha mostrato un gioco forse meno spumeggiante ma più pratico e i risultati sono più soddisfacenti... "Prendere una squadra demoralizzata e in difficoltà non è mai facile, Reja sta facendo un buon lavoro. Io ho avuto la fortuna di conoscerlo, ero molto giovane, mi ha fatto giocare delle partite a Napoli. Il mio giudizio è molto positivo, non è facile prendere una squadra in questo stato in una piazza come Roma, credo che continuerà a fare bene nonostante alcune difficoltà. Sono convinto sia la persona giusta per la Lazio".

Cosa pensi da tifoso della contestazione alla dirigenza? "Non entro nei meriti della situazione della dirigenza, Lotito ha preso la Lazio in un momento disastroso, credo che questa contestazione sia controproducente. La Lazio è una piazza con tante pressioni, soprattutto mediatiche, penso che questa situazione non sia il massimo ma il tifoso è libero di pensare, contestare e giudicare. La vivo da fuori, da tifoso spero solo che la squadra vinca".

Che ricordi conservi della tua esperienza nel settore giovanile della Lazio? "Da tifoso laziale giocare con la maglia biancoceleste è stato il massimo. non chiedevo di più. Conservo dei ricordi bellissimi: la firma del primo contratto giovanile, i tornei vinti con i miei compagni, ma soprattutto la prima volta che ho indossato quella maglia..."

Al momento della firma del primo contratto sei stato costretto ad allontanarti, pensavi di meritarti una chance? "Parliamo di moltissimi anni fa, non posso avere la controprova. Alla Lazio stavo bene, ho rifiutato diverse situazioni per rimanere lì, avevo diverse proposte importanti che mi avrebbero potuto far crescere dal punto di vista calcistico. Non accettai, ero a casa, era la squadra dei miei sogni. Il problema subentrò quando mi avvicinai ai 18 anni e si prospettava l'idea di un contratto, con il quale la società dimostrava di puntare su di me. Sono subentrati degli intoppi, lasciare la Lazio anche se a livello giovanile è stato molto difficile".