"Della città la storia, dell'impero il simbolo...Roma siamo noi", almeno la Nord non tradisce le attese: carica e spettacolo maestoso prima del derby - FOTO e VIDEO
ROMA - Lo aveva promesso. Ed è stata di parola, almeno Lei. Nell'appuntamento più importante, sentito ed atteso della stagione, la Curva Nord è tornata a brillare di luce propria. Colore, calore, ma soprattutto impatto visivo e tifo incessante. I tifosi biancocelesti hanno gremito il loro settore già oltre due ore prima del match, hanno sventolato i propri vessilli, hanno "ucciso" la snervante attesa della vigilia urlando al cielo i propri cori, preparandosi alla "battaglia verbale" con i dirimpettai giallorossi. Più forte anche del vento e della pioggia che impietosi hanno soffiato verso di Lei per tutto il pomeriggio, la Nord ha sfoderato uno spettacolo d'altri tempi. Prima intonando a squarciagola le proprie canzoni e regalando alcuni slogan goliardici ("A.S.Roma pride of America", "Totti American Boro", "La nostra aquila nei cieli vola fiera, il tuo bruco nei prati si aggira"), poi dando vita ad una scenografia maestosa a pochi istanti dal fischio d'inizio. Ci hanno lavorato notte e giorno per tutta la settimana, i tifosi della Lazio. Hanno richiamato all'opera Massimo Disegnello, lo storico disegnatore della Nord, ci hanno messo ancora una volta il cuore nel realizzare uno scenario degno di una finale di Champions League. Tre aquile imperiali, fiere e autoritarie, a sorvolare il simbolo della Lazio e le rovine della Città Eterna, contornate da migliaia di bandierine bianche, blu e tricolori. E proprio la Capitale ha regalato lo spunto più invidiato ai supporters biancocelesti, puntualmente riportato su un lungo striscione: "Della città la storia, dell'impero il simbolo...Roma siamo noi", hanno scritto con orgoglio, rivendicato le proprie origini, quelle della prima squadra di Roma e dedicando lo spettacolo al compianto Gabriele. Poi è iniziato il derby, e l'urlo si è fatto ancora più forte. "T'amiamo e ovunque andrai saremo..." hanno gridato, cercando di spingere e caricare i ragazzi sul terreno di gioco. Non è servita la traversa di Pizarro o l'occasione di Juan per affievolire la spinta dei tifosi della Nord, la loro voglia di dare uno schiaffo al destino avverso era troppo forte. Loro ci credevano davvero, gli 11 scesi in campo forse un pò meno...La standing ovation la meriti ancora tu, unica ed immensa, Curva Nord...