Quel Lazio-Livorno del 1968

Dalla Toscana giunsero in 6.000.
06.05.2010 11:26 di  Federico Farcomeni   vedi letture
Fonte: lalaziosiamonoi.it/forzalivorno.it/J. Foot "Calcio" (Londra, 2006)
Quel Lazio-Livorno del 1968

Oggi a me, domani a te. Storie di due pesi e due misure che riscontriamo oggi (divieto per i livornesi a recarsi a Roma, ma ok ai laziali per andare a Livorno), ma a cui il passato non fa eccezione e non può sottrarsi. Il campionato 1967/68 è rimasto famoso per l'invasione di campo contro il Monza che costò agli amaranto la squalifica del campo per sei turni, poi ridotti a cinque. Il Livorno era partito nelle prime posizioni della classifica e lottava per la serie A (dalla quale mancava dagli anni '40), ma alla decima giornata arrivò all'Ardenza il Monza. Il Livorno dopo essere stato raggiunto sull'1-1, era riuscito al 19° del secondo tempo a tornare in vantaggio. Ma proprio ad un minuto dalla fine l'arbitro Sbardella decretò un calcio di punizione dal limite (indiretto) a favore del Monza, per un fallo di mano dell'amaranto Garzelli. Il giocatore del Monza, su passaggio perse palla, ma l'arbitro fece ribattere la punizione che fu calciata violentemente in rete per il 2-2 finale. L'arbitro fischiò la fine, l'allenatore del Monza fece il gesto dell'ombrello: prima un tifoso fece invasione colpendo l'arbitro che però lo atterrì con un altro colpo ben assestato, poi in poco tempo altri tifosi si riversarono in campo mentre alcuni scalmanati iniziarono a devastare l'impianto sia internamente che esternamente. Inoltre alcuni sostenitori, convinti di aver udito il radiocronista della RAI Pancani rivolgere frasi offensive al pubblico livornese, fecero irruzione in cabina-radio e picchiarono lo stesso. L'arbitro Sbardella rimase chiuso nello stadio fino alle 20,15. Successivamente Sbardella fu anche fermato dalla polizia stradale per eccesso di velocità ("evidentemente aveva fretta di tornare a casa", scrisse la Gazzetta). Il Livorno quindi si vide sì squalificare il campo, ma, nonostante gli incidenti, non ottenne invece la sconfitta a tavolino.

Quella stessa sconfitta che invece venne imposta alla Lazio (evidentemente però gli scontri erano stati ancora più gravi). Era il 10 marzo 1968 (9 giorni dopo la celebre battaglia di Valle Giulia tra manifestanti e polizia), si giocava al Flaminio di Roma (vicino a Valle Giulia, appunto) la quarta di ritorno della serie B, ed al seguito del Livorno c'erano circa 6000 livornesi, arrivati nella capitale con tre treni speciali. Gli amaranto erano passati in vantaggio col solito Santon ma in seguito l'arbitro Barbaresco decretò un calcio di rigore a favore della Lazio. Sul dischetto si presentò il laziale Fortunato ('di nome ma non di fatto in quel caso..'), ma il suo tiro fu bloccato in volo plastico dal portiere del Livorno Bellinelli, che tutti ricordano come l'angelo biondo. A quel punto scoppiò la rabbia dei tifosi laziali che gettarono in campo di tutto (..soprattutto ombrelli..) e l'arbitro si vide costretto a sospendere la partita. Il risultato non fu omologato e la federazione dette partita vinta al Livorno con il classico 2 a 0 a tavolino.

Lazio: Di Vincenzo (89' Cei), Zanetti, Adorni, Ronzon, Soldo, Governato, Mari, Massa, Morrone, Dolso, Fortunato - All. Lovati
Livorno: Bellinelli, Vergassola, Calvani, De Petrini, Caleffi, Azzali, Gualtieri, Lombardo, Santon, Garzelli, Nastasio
Arbitro: Barbaresco (Cormons) (tabellino da: Enciclopedia Biancoceleste)