Lazio e Juve, destino in comune: tre punti per rialzarsi
Tudor affronta il rischio del cambiamento, Allegri dell’ignoto. Sono passati 18 giorni dalle dimissioni di Sarri, sembra un'eternità: il calcio "centrifuga" ha inghiottito Tudor. Le coincidenze e gli appuntamenti sono tanti: Igor è stato "svezzato" ai tempi dell'Hajduk Spalato da Edy Reja, espetienza interrotta nel 2010 quando Lotito chiamò il friulano a Formello per sostituire Ballardini. E poi Tudor, quand'era vice Pirlo, nell'estate del 2021 sostituì Sarri sulla panchina della Juve. Stagione chiusa portando in bacheca due trofei: Coppa Italia e Supercoppa.
Ora Tudor proverà a riaprire il discorso europeo in casa Lazio nelle ultime nove giornate, indovinare l'avvio gioverebbe. Poi il calendario lo favorirà e affronterà una sfida a settimana. Ha un altro vantaggio, prosegue Corriere dello Sport, non trova una Juve irresistibile per forma e condizione. Mancheranno Vlahovic, Milik e Kostic, Kean non gioca titolare da novembre. E poi Allegri, nelle ultime 8 giornate, ha raccolto soltanto 7 punti, perdendo tre volte e pareggiando in altre tre occasioni.
Si può prevedere una partita mossa, aperta. Tudor, rispetto a Sarri, toglierà un terzino e aggiungerà un difensore centrale. Modulo “tre e mezzo”: il 3-4-2-1 diventerà 4-4-1-1 in fase difensiva con le rotazioni. L’incognita principale è legata ai tempi fisiologici del cambiamento. Rischierà qualcosa di più in difesa, allungando le distanze, porterà tanti uomini in attacco. Corsa e intensità, l’obiettivo è ritrovare i gol mancati alla Lazio. La disposizione con due trequartisti favorirà il gioco verticale e i rifornimenti per Immobile.