Lazio, altra umiliazione: il Verona passeggia e Simeone cala il poker
Il Verona passeggia sulla Lazio, rifila un poker clamoroso alla squadra di Sarri e vince meritatamente una delle partite più brutte giocate nell’ultimo quinquennio dai biancocelesti. Una partita che fa il paio con quella di Bologna, manifesto di una squadra debole mentalmente e costruita con poco criterio e tante lacune. Una squadra che fa una fatica immensa a sostenere il doppio impegno, una squadra che sul mercato - per l’ennesima volta - non è stata rinforzata, bensì lasciata incompleta. Il Verona passeggia, il Verona gode. Per la Lazio è notte fonda.
SOLO VERONA - Ormai non è più una notizia, Luis Alberto va in panchina e al suo posto non c’è Basic, bensì Akpa Akpro. In difesa debutto per Stefan Radu, accanto a Patric, viste le squalifiche di Luiz Felipe e Acerbi. Inizio partita caratterizzato da due gravi sviste dell’arbitro Piccinini e del Var Pairetto: prima Immobile viene steso in area da Casale, ma il direttore di gara inverte il fallo e assegna punizione agli scaligeri. Poco dopo, lancio perfetto di Pedro per Milinkovic che viene abbattuto al limite dell’area da Veloso: Sergej era a un passo dall’entrare in possesso di palla e solo davanti a Montipò, ma per Piccinini è solo giallo. Ieri, invece, in Bologna-Milan, per un episodio meno evidente, Soumaoro era stato espulso. Il Verona, rinfrancato dal pericolo scampato, va vicinissimo al vantaggio con Lazovic che, riceve da Caprari, e da centro area manda alto, graziando la Lazio. I gialloblu costruiscono il loro gioco soprattutto ribaltando velocemente il fronte, imponendo ritmi importanti alle transizioni offensive e su un cross teso di Faraoni, Simeone anticipa Radu ma mette sul fondo. Altra chance per il Verona al 23’, cross da sinistra di Caprari e inserimento di Barak che scappa a Radu, ma per fortuna della Lazio mette sul fondo da due passi. La squadra di Tudor domina e colleziona occasioni da gol, ancora Barak si butta dentro per vie centrali, riceve un cross basso dal solito Caprari, ma sulla conclusione del ceco Reina si supera e devia. Il gol dei padroni di casa, comunque, è nell’aria e arriva alla mezzora, il centrocampo laziale viene saltato sistematicamente, Radu sbaglia ancora il movimento, non segue Simeone e si allarga verso sinistra, il Cholito allora ne approfitta, beffa pure Patric e solo davanti a Reina non può sbagliare. Lazio in confusione totale, peggio anche di Bologna, Hysaj si addormenta e apre campo a Simeone che mette al centro per Caprari che, per fortuna, manda alto da buona posizione. Il Verona metterebbe un vantaggio più corposo, Simeone quando vede la Lazio si trasforma in Benzema e sfodera un gol alla Benzema con un destro a giro dal limite che non lascia scampo a Reina che, comunque, aveva fatto ripartire l’azione veronese, con un rinvio sbagliato. La reazione della Lazio è nulla e il Verona, pur abbassando un po’ i ritmi, conduce la prima frazione tranquillamente in porto.
ILLUSIONE - Pronti via e le speranze biancocelesti si riaccendono, palla geniale di Milinkovic per Immobile che parte in posizione regolare e batte un pessimo Montipò che si fa passare la palla sotto la pancia. La Lazio riapre subito la partita, ma rischia di farsi del male da sola con Radu che in possesso per poco non si fa beffare da Simeone a due passi da Reina. Il gol subito comunque un po’ spaventa il Verona e sul primo vero spunto di Felipe Anderson, la Lazio si rende ancora pericolosa, ma il 7 invece di servire Immobile, al limite dell’area piccola, prova il tiro che esce di non molto. La verve biancoceleste, però, dura pochissimo e il Verona riprende subito in mano le redini del gioco. Sarri manda dentro Luis Alberto e Lazzari, togliendo Akpa e Hysaj, ma il copione non cambia, anzi peggiora e sull’ennesima giocata di Caprari, Radu rimane fermo, la palla passa comoda per Simeone che sfrutta la non diagonale di Marusic e fa tripletta. Entrano pure Cataldi e Moro, fuori un pessimo Leiva e uno spento Pedro. La Lazio, con Cataldi, trova più ritmo e mette in fila due occasioni da palla inattiva, ma non è nemmeno fortunata perché Milinkovic incoccia la traversa e Patric si vede respingere il colpo di testa da Montipò. Folata breve e nemmeno troppo intensa e che si spegne nell’ultimo quarto d’ora e anzi nel finale arriva pure la massima umiliazione del poker di Simeone, un'onta che manifesta quanto - senza i titolari - la difesa biancoceleste sia povera di ogni qualità. La Lazio colleziona un’altra pessima figura contro una cosiddetta piccola (anche se poi è il campo che decide chi è piccolo e chi no) e continua in un processo che tutto sembra tranne che di crescita. Molle mentalmente, assolutamente impreparata a sostenere più impegni in una settimana. Questa è oggi la squadra che è stata costruita dalla società.