Lotito tenta la scalata nel mondo dell'oro nero

Claudio Lotito è presidente della Lazio dal luglio 2004. Ha preso in mano una società che dopo i fasti cragnottiani stava per scomparire e l’ha risanata. Quando s’insediò il monte-stipendi era di 79 milioni di euro, l’ha portato a 25. Ma del Lotito calcistico si sa tutto, ora vi raccontiamo il Lotito imprenditore.
Entrò a gamba tesa nel mondo del calcio, togliendo la Lazio dai guai, e disse: «Di attività ne ho tante, che differenza fa se una è una società di calcio? Basta applicare gli stessi principi ». In questi anni Claudio Lotito ha riportato in ordine i conti biancocelesti, tagliato di qua e di là, razionalizzato le spese. Per dirla con le sue parole, ha applicato gli stessi principi che ispirano la sua filosofia imprenditoriale. Volete una prova? Basta dare un’occhiata ai bilanci delle aziende che compongono la galassia Lotito. Le 11 società riconducibili al patron della Lazio ( Snam Lazio Sud, Linda, Bona Dea, Roma Union Security, Gasoltermica, Caffè Sant’Andrea, Immobiliare Appia, Immobiliare 03, Rmc, Texoil e Maxoil) hanno fatturato circa 70 milioni al 31 dicembre 2007. Il giro d’affari, rispetto al 2006, è diminuito di oltre il 20% ma la formica Lotito s’è mossa così abilmente, dimezzando in certi casi il costo del personale, da accumulare un profitto di circa un milione di euro.
Il sogno nel cassetto Pulizia e sanificazione negli ospedali, compravendita degli immobili, vigilanza. Lotito ha sempre operato in questi settori ma nel 2006 si è messo in testa di fare a spallate con i colossi del mercato del jet fuel, cioè il carburante per gli aerei, fiutando un buon affare a Fiumicino. Ha così rilevato la Maxoil (Andrea e Giuseppe Di Cesare soci di minoranza al 20%), società che ha in concessione fino al 2023 un deposito per lo stoccaggio di prodotti petroliferi della capacità di 27.500 metri cubi e distante un chilometro dall’aeroporto Leonardo da Vinci. Il disegno di Lotito era intrigante: acquistare il jet fuel dalle raffinerie del Mediterraneo e del Medio Oriente e rivenderlo alle compagnie aeree. Ma i colossi che regnano su Fiumicino (dalla Total alla Shell) si sono messi di traverso. Come? Rifiutandosi di mettergli a disposizione le loro infrastrutture e tenendo chiuso l’oleodotto che collega il mare al deposito della Maxoil: così il carburante continua a restare sulle navi e Lotito non può trasformarlo in moneta sonante. È intervenuta l’Antitrust che ha condannato sette grandi compagnie petrolifere a pagare 315 milioni di euro per aver attuato un’intesa restrittiva della concorrenza. Ma la vicenda, iniziata ormai tre anni fa e approdata sino al Consiglio di Stato, ancora non si è conclusa per via di un errore nel calcolo delle multe. Il caos per il passaggio alla nuova Alitalia (che spende oltre un miliardo all’anno in carburante, guarda che business) ha fatto il resto. La Maxoil di Lotito aspetta la svolta e resta una scatola vuota: 55 mila euro di ricavi e 196 mila euro di perdite nel bilancio chiuso il 30 giugno 2008.
Pubblico o privato? Gli appalti vanno e vengono, le roccaforti del patron biancoceleste tutto sommato tengono. Prendiamo il caso della Snam Lazio Sud, la società più grossa con 27,7 milioni di fatturato nel 2007 e 779 dipendenti. Ha perso gli appalti per la pulizia del Policlinico di Tor Vergata e dell’Asl Roma G, ma ha acquisito quelli per la manutenzione di alcuni uffici delle regioni Abruzzo, Marche e Toscana e della Finmeccanica. I ricavi, rispetto al 2006, sono scesi di 10 milioni? Non c’è problema, allo stesso modo calano le spese per il personale (passate in un anno da 28,8 a 17,6 milioni) e gli utili lievitano: da 142 a 332 mila. Le relazioni ai bilanci delle varie aziende del settore concordano su un punto: se le entrate diminuiscono è anche a causa della crisi della sanità pubblica, terreno di caccia preferito da Lotito, e dai gravi ritardi nei pagamenti. Meglio puntare sul settore privato. Ed arrivano così le recenti vittorie nelle gare d’appalto per la pulizia dell’aeroporto di Ciampino e di alcuni locali dell’Automobile Club d’Italia. Mentre Linda, altra azienda di Lotito, s’è vista confermare la commessa per tenere lindo, appunto, l’aeroporto di Linate.
Soldi che tornano Ci sono poi i casi in cui gli interessi del Lotito imprenditore s’incrociano con quelli del Lotito dirigente del pallone. Sapete chi si occupa della vigilanza del centro sportivo di Formello? La Roma Union Security, società in ascesa nella galassia lotitiana, pagata annualmente 383 mila euro dalla S.S. Lazio. E chi fa la manutenzione? La Gasoltermica Laurentina, che ha perso per la prima volta l’appalto per l’allestimento delle illuminazioni dei seggi elettorali, ma può consolarsi con i 366 mila euro versati dal club di calcio per la manutenzione di Formello. Il buon Lotito incassa e non demorde, in attesa di mettere piede nel salotto dell’oro nero.