Lazio, Lombardi a LSC: "Farò l'allenatore. Inzaghi per me è stato..."

24.09.2024 19:00 di  Lavinia Saccardo   vedi letture
Lazio, Lombardi a LSC: "Farò l'allenatore. Inzaghi per me è stato..."
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© foto di Federico De Luca

Tra i migliori talenti cresciuti nella grande Primavera dell'epoca Inzaghi-Bollini, Cristiano Lombardi, classe 1995, ha dato ieri l'annuncio attraverso i social che la sua carriera nel calcio giocato è giunta a conclusione. Un Campionato Primavera, una Coppa Italia Primavera, una Supercoppa Primavera e una Supercoppa italiana con la prima squadra, un palmarès che lo rende orgoglioso di aver fatto parte della famiglia biancoceleste, traguardi che ha voluto ripercorrere ai microfoni di Lazio Style Channel, con un assaggio di quello che sarà il suo prossimo futuro:

"Un periodo lungo, complicato, la mia famiglia è stata essenziale. La scelta di lasciare il calcio giocato è stata quella giusta. In questi casi decidono il corpo e la testa: il primo mi ha dato dei segnali, la testa andava a una velocità, soprattutto per gli infortuni. Per tornare grande ho capito che dovevo partire da allenatore piuttosto che iniziare la gavetta da calciatore. 

Con alcuni dei ragazzi ho vissuto di qualcosa di talmente intenso che fa sempre piacere risentirli. Se devo guardare il lato umano Inzaghi è stato più di un allenatore: è l'allenatore e si merita tutto quello che sta raggiungendo, una persona straordinaria e un grande allenatore. A livello calcistico dico De Zerbi, Baroni e Ventura a Salerno. 

Con Bollini ho un ottimo rapporto. In quell'anno dello scudetto non gli perdonai che non giocai la finale. Abbiamo fatto pace però! Ho dovuto imparare che l'allenatore deve fare il bene della squadra, da giovane me le legavo più al dito certe scelte.

Dove ho rubato tanto a livello di gestione del gruppo, di come parlare con i ragazzi, delle idee da proporre? C'è tanto dei miei ex allenatori. Ho voluto perdere una palla al balzo grazie a Fabiani e abbiamo deciso di fare questo percorso insieme. Anche di rientrare nella famiglia Lazio, per me è importante. 

Io ho fatto molti errori da giocatore. L'Under 18 è un'età che si affaccerà alla Primavera e voglio essere una risorsa per loro. Ci ho messo tanto a maturare calcisticamente, poi mi sono infortunato. Voglio aiutarli a bruciare le tappe. Io non ascoltavo i consigli, voglio insegnare questo ai ragazzi. Voglio essere una risorsa importante per loro.

La vita da allenatore? Ha di unico che entri in campo ancora con la stessa energia da calciatore, ma senza voce quando arrivo a casa. Capisco ora Inzaghi! Se uno vuole mettere passione e grinta in allenamento ti porta via tantissimo. Questa è la parte che non mi aspettavo. Da allenatore la giornata non dura 24 ore ma c'è da preparare tanto.

Inzaghi da quando è diventato così grande è difficile sentirlo. L'anno scorso mi ha ospitato a Milano. Per me è speciale e mi auguro che un giorno potrò affrontarlo da avversario, sarebbe per me la sfida massima.

Per me fu importante quel gol-autogol sul mio tiro cross che arrivò dopo il rinnovo. Quell'anno fu talmente grande che vorrei tornare indietro. La Primavera è stato il periodo più bello della mia vita. Auguro a tutti di vivere quello che ho vissuto io nella Lazio.

Ho pensato di cambiare vita a causa di alcune cose brutte che ho visto, ma ho rivisto Coverciano in un documentario e ho capito che non sono pronto ad abbandonare questo mondo.

Il mio obiettivo? L'ambizione ha sempre fatto parte di me Voglio sdoganare il fatto che bisogna avere 50 anni per fare l'allenatore. Ho un'ambizione massima e il fatto di crescere con la Lazio alle spalle è qualcosa di unico. Non deluderò".