Lazio, il ds Fabiani: "Dia una priorità, Gigot ha rifiutato la Champions. Sul mercato e Cataldi..."
Giornata di conferenze a Formello. Dia e Gigot, accompagnati come da prassi dal ds Angelo Fabiani. Ecco le sue parole in sala stampa, in primis per introdurre l'attaccante senegalese: "Lo abbiamo già visto all'opera, come Tchaouna lo seguivamo da tempo. Speravo che l'epilogo potesse essere questo. Ci sono voluti un po' di giorni, non per colpa nostra o di Dia, ma per questioni tra l'entourage e la Salernitana. Quando sono state risolte le problematiche, ci siamo risentiti con lui e il procuratore. A differenza di quanto si è detto, per noi è sempre stato una priorità". Poi su Gigot: "Cercavamo un difensore con determinate caratteristiche e le abbiamo individuate in lui. Non è stato facile portarlo alla Lazio perché aveva molte altre richieste, poi secondo me si è informato con il suo amico Guendouzi e ha iniziato a pensarci seriamente. Ha rifiutato anche altre squadre in Italia che oggi disputano la Champions League... Come società abbiamo capito subito che è un ragazzo che cercava un progetto e un programma dove poter lavorare tranquillamente. Lo ringraziamo e gli diamo il benvenuto".
CATALDI. "Esistono due tipi di calcio, quello sul rettangolo di gioco, poi il calciomercato mediatico. Una società deve decidere a cosa andare dietro, assumendosi tutte le responsabilità del caso. Io per il ruolo che rivesto devo andare dietro alla logica del campo, pur capendo alcune motivazioni e impressioni, anche le sensazioni che possono derivare dall'esterno, a volte magari anche giustificate, che possono dare degli spunti. Ma se uno si va a complicare la vita, è giusto perseguire l'obiettivo del campo. La cessione di Cataldi è nata in fretta e furia, mi ha chiamato il suo agente, mi ha chiesto la posizione della Lazio in caso di interesse di un'altra squadra, non sapevo neanche quale. Gli abbiamo detto: se vuole andare, può andare. Dopo mezz'ora mi sono arrivati i documenti della Fiorentina. Io mi sarei comportato diversamente, qualcuno ha dato per scontato tutto ciò. Bisogna vedere come stanno le cose, io non mi sottraggo a nulla, è vero che nell'ultimo mese mi sono confrontato con Danilo a quattro occhi, ci siamo detti delle cose, per rispetto del ragazzo, straordinario, è giusto che il colloquio rimanga tra me e lui. Questo fa parte del calcio da campo. Poi possiamo dire altre cose inesatte, io devo tenere la barra dritta per non essere rimproverato di mancata logica di serietà. Agisco in buona fede, Cataldi è in prestito, è ancora di proprietà della Lazio, non c'è nessun tipo di problema. Non è stato rimpiazzato. Folorunsho è un ottimo ragazzo, non sarebbe andato neanche in lista, non ci sono state le condizioni. Avremmo valutato in prestito con diritto, tutte le altre ipotesi no. Il Napoli ha ritenuto opportuno tenerselo, mi dispiace per il ragazzo, lo stimo a livello calcistico e umano. Su altre elementi c'è da fare i conti con la famosa lista, abbiamo ricercato i 2002 e i 2003, le caratteristiche che cercavamo non corrispondevano alle nostre esigenze. La squadra è coperta in tutti i ruoli, gennaio comunque è alle porte, quindi se poi dovesse servire faremo qualcosa. Non operiamo come sprovveduti, ma in base a una logica. A Danilo va tutto il mio affetto e la mia stima professionale. Sono arrivati i documenti a mia insaputa. In conferenza ha detto che non sarebbe mai andato via? Io dico la mia versione, senza paura di essere smentito, la faccenda è andata come ho raccontato. Non ho nulla contro di lui, non bisogna alimentare polemiche. Lui è ancora è di proprietà della Lazio, poi credo che dopo tanti anni cambiare aria possa fare anche bene. La firma per il trasferimento, va ricordato, l’ha messa il calciatore. Non si dica che la Lazio ha sbagliato qualche passaggio. I contratti sono fatti per essere rispettati e la categoria dei calciatori è quella più tutelata, quindi se il ragazzo non vuole trasferirsi, può anche non farlo".
PROVEDEL. "Il portiere non è stato mai messo in discussione, fa parte sempre del calcio mediatico. Poi ho parlato con Baroni e i preparatori atletici, anche con i magazzinieri. Ma quando uno parla con loro, non significa mettere in discussione qualcuno. Io devo stare vicino alla squadra. L'unico responsabile dell'area tecnica è il ds, non vive in un'altra dimensione. Ho fatto 3 giorni di ferie, sono stato tutta l'estate qui per spirito di servizio e fare qualcosa di importante. Sono usciti 19-20 giocatori, ne abbiamo presi 6-7 quest'anno come l'anno scorso. Giusto mettersi a disposizione dei tifosi e della società per creare una squadra competitiva. Non so se sarà competitiva domani o dopodomani. Ho chiesto pazienza. Ho detto grazie a Immobile e tutti quelli che hanno fatto la storia della Lazio, ma il tempo passa e i cicli si chiudono. Sono capitato al momento sbagliato, cioè quando si stava concludendo un ciclo per aprirne un altro. Al netto delle critiche, che possono essere costruttive, l'unica che chiedo, anche alla carta stampata e ai social, è di dare del tempo ai ragazzi. Possono dare soddisfazione a tutti voi e ai tifosi".
LAVORO. Arrivare alla Lazio non era nei piani, volevo godermi la famiglia. Sono arrivato qui con Bianchi per la Women e i giovani. Dopo le dimissioni di Igli, sono approdato in prima squadra. Ho detto subito a Lotito che mi sarei preso oneri e onori del compito, ma anche che un ciclo stava finendo. Sono stati anni intensi, sempre a Formello con i miei collaboratori, per lavorare. Castellanos ha avuto delle difficoltà lo scorso anno. Vivere all’ombra di Immobile era facile, a differenza di quanto si dice. Basta vedere quello che fa Ciro. Il primo anno ci possono essere dei contraccolpi che poi nel tempo si sistemano. Bisogna dare tempo per costruire l’alchimia di un gruppo Si vince quando nello spogliatoio c’è un’atmosfera non divisiva. Anzi, voglio spendere due parole per Immobile, con il quale ci siamo sentito pochi giorni fa. Tre giorni prima del ritiro era fatico per ricominciare, mi ha detto: sono carico a pallettoni, farò 20 gol. Poi c’è stata questa proposta. Lui che è un campione in campo e fuori, ha deciso di cambiare aria e nessuno di noi lo ha ostacolato. Lo abbiamo anche favorito, per rispetto dell’uomo. Potevamo chiedere 15-20 milioni e non abbiamo fatto.
MERCATO E TAGLI. Per Greenwood avevamo offerto 24 milioni di sterline, forse non era nei suoi piani la Lazio. Dico sempre che gli affari migliori sono quelli che non si fanno. Sulla lista: Pedro un campione, un uomo spogliatoio, un ragazzo che durante gli allenamenti e non solo è il faro per la crescita di questi ragazzi. Abbiamo tanti ottimi giocatori e un solo campione: Pedro. Castrovilli lo abbiamo preso sapendo che veniva da due stagioni tribolate, lo abbiamo valutato da cima a fondo con i medici e abbiamo pensato che sarebbe stato meglio utilizzarlo in campionato. È una scelta semplice, ragionata con lo staff tecnico. Decisione anche accettata dal calciatore, poi sono 8 partite, a gennaio si potranno fare nuove valutazioni.
USCITE. Ogni dirigente ha un suo metodo. Igli ne aveva uno, io un altro. I tempi cambiano. Questo per dire che gli esuberi, se le trattative non vanno come si deve, restano in gruppo e si allenano. L’intervista di Basic mi ha lasciato basito. Io devo tutelare gli interessi della Lazio e anche dei tifosi. Volevano il giocatore, pagare 300mila euro di ingaggio, 1.3 milioni li avrebbe dovuti pagare la Lazio. Non scherziamo. Se vogliono un calciatore, almeno lo stipendio lo devono pagare. Di errori se ne possono fare quando si lavora, l’importante è che si migliori. Di cosa sono invece fiero? Di nulla, sono pagato per fare il mio mestiere. Nella mia vita sono sempre stato abilitato a metterci la faccia e a prendermi le mie responsabilità. Sono nella mia città, è una responsabilità in più.
SESSIONE GENNAIO. Non c’è un giorno preciso per lavorare. Il mercato è come i soldi: non dorme mai. A volte ci vogliono giorni e mesi, serve mettere tante piccole aziende al giorno d’oggi, entourage, famiglie. Primavera? Ci auguriamo che nel giro di pochi anni possano salire dei profili in prima squadra. Sempre che qualcuno non provi a portarli via...
CASALE. In tempo di guerra quando il soldato viene ferito lo devi medicare prima di mandarlo nuovamente al fronte...
ABBONAMENTI. Ringrazio 28.200 volte i tifosi per gli abbonamenti. Questo significa che si va oltre le critiche. Il tifoso laziale non ti abbandona mai nel bene e nel male, per questo li ringrazio ancora. I tifosi quest'estate non avranno accolto giocatori a Fiumicino, ma si sono trasferiti all’Olimpico, mi è bastato vedere il colpo d’occhio che c’era contro il Milan per capire che i laziali non hanno abbandonato la squadra. Tra qualche anno smetterò con il calcio e mi piacerebbe fare un dibattito per parlare del ruolo, per spiegare tante cose che non sapete, come io non conosco i segreti del vostro mestiere.
CENTROCAMPO. Chi ha giocato meno lo scorso anno, ora può giocare di più viste alcune partenze. Esiste la lista bloccata. Dal momento in cui devi prendere un over per toglierne un altro diventa difficile. Ci fosse stato un 2002 o un 2003 adatto, lo avremmo preso. Io credo che la Lazio stia bene così, è coperta in diversi ruoli. Diamo fiducia a Castrovilli, che in carriera ha già fatto diversi ruoli, anche l'esterno d'attacco. Dove non eravamo tranquilli, e non lo eravamo neanche lo scorso anno, era il reparto difensivo. Con Gigot abbiamo trovato le caratteristiche che ci servivano. È un incrocio tra Cannavaro e Gentile, ‘cattivo’ come un aspide".
METODO. Il metodo nuovo prevede che il professionista vada a casa, che riposi. Io non giro per Roma. Questi ragazzi devono capire come si deve crescere e diventare professionisti. Durante il giorno libero ok, ma durante la settimana serve un comportamento da professionista e chi non lo adotterà con il tempo verrà tagliato fuori.
Pubblicato l'11/09