Lazio, Grigioni: "Provedel e non solo. Vi racconto Marchetti, Strakosha e..."

17.10.2024 20:30 di  Andrea Castellano  Twitter:    vedi letture
Lazio, Grigioni: "Provedel e non solo. Vi racconto Marchetti, Strakosha e..."
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© foto di Federico De Luca

Adalberto Grigioni, ex preparatore dei portieri della Lazio, attualmente alla Ternana, è tornato a parlare del suo periodo nella Capitale ai microfoni di Radio Laziale. Un pensiero, poi, l'ha espresso anche sui due estremi difensori biancocelesti Provedel e Mandas. Queste le sue parole: "Prima mi occupavo del settore giovanile della Ternana, ho anche una scuola di portieri. Poi la prima squadra mi ha chiesto un aiuto e ho accettato. Ho iniziato lì nel 1997 in Serie B, ora sono tornato. Il ricordo più bello con la Lazio? Dalla prima partita fino alla Champions League. Il mio esordio è stato contro il Messina in Serie A. Ho partecipato anche alla finale della storia del 2013 contro la Roma. Sono molto orgoglioso del mio percorso e dei miei portieri con cui ho lavorato".

"Portieri si nasce. È un ruolo affascinante per certi versi, sia in allenamento che in gara. E già solo il fatto che ci si mette una maglia diversa e dei guanti, ti fa sentire diverso dagli altri. Io adesso vedo dei bambini di 6/7/8 anni che amano questo ruolo, sono molto disponibili. L'amore per questo ruolo me l'ha dato una persona che purtroppo non c'è più, che stava sulla carozzina. Lui mi tirava la palla con le mani, io paravo e miglioravo. Mi diceva che sarei diventato un grande portiere. L'ho conosciuto a 14 anni, è venuto a mancare a 18, ma con lui ho momenti che mi rimarranno sempre".

"Provedel? Mi piace molto per come interpreta il ruolo, per come si propone, gestisce le situazioni e le letture. Davvero tanto. È un ragazzo molto disponibile. Mandas? Lo conosco poco, so che ha grandissime potenzialità. Sicuramente la concorrenza fa bene, fermo restando però che ci devono essere delle gerarchie. C'è bisogno di serenità sul fatto di chi sia il titolare. Poi secondo me adesso le squadre con tante competizioni, come la Lazio, devono avere due buoni portieri, un'alternativa valida".

"Bizzarri? Era stato deciso di prenderlo già a marzo, visti i problemi con Carrizo e Muslera. Poi però ad aprile è esploso Muslera, e Bizzarri si è trovato lì con questo ragazzo che faceva molto bene e non giocava mai. Però almeno gli ho allungato la carriera (ride, ndr.). Sereni? Aveva una forza da vendere, giocava sulla linea di porta, di questi tempi non avrebbe fatto strada. A livello di portiere moderno, Marchetti era un dominatore dell'area di rigore. Mi diceva sempre che era tutta roba sua dentro l'area. Era il propotipo dei nuovi portieri. Io questa mentalità sto cercando di inculcarla nei bambini".

"Strakosha? È venuto a 15/16 anni. Avevamo visto subito che aveva una struttura fisica importante, andava solo costruito. Lui purtroppo però non aveva grande talento. Quindi abbiamo provato a tirarlo su, ma ogni tanto aveva dei passaggi a vuoto perché non aveva talento, il guizzo. Era un po' introverso e spesso negativo. Dopo un po' non poteva più andare oltre, aveva un limite e non più stimoli perché sapeva di avere il posto fisso da titolare. Un'alternativa valida serviva in questo caso. Meret? Ho avuto sempre buone referenze su di lui. Lui caratterialmente è come Strakosha, è un po' introverso. Non è ancora riuscito a fare il passaggio da portiere ottimo a portiere di alto livello".

"Marchetti? È un ragazzo straordinario, di un cuore e di una disponibilità incredibile. Aveva grande voglia di arrivare in alto. Purtroppo però ha avuto alcuni momenti che non sono stati facili da battere e la sua carriera ne ha risentito. Lui con i piedi non era molto preparato, ma come portiere, per mentalità, per come affrontava il ruolo e lo gestiva era un esempio. È un ragazzo che aveva grande passione, ha avuto un momento di debolezza in un istante in cui poteva fare un salto nella sua carriera".

"Reina? Per come viene interpretato ora il ruolo è perfetto. Era un giocatore aggiunto, sapeva dettare i tempi delle giocate. Ha avuto sempre questa caratteristica: para poco, ma gioca molto. Miglior portiere in Italia? Secondo me è Carnesecchi, ci rivedo il primo Marchetti. Ha padronanza, è estroverso e doveva venire alla Lazio. Poi si è fatto male alla spalla e non è più venuto. Lo seguivo dai tempi del Trapani, mi piaceva da morire. Quella stagione era l'anno con i Mondiali a dicembre, se Reina fosse rimasto (è andato al Villarreal, ndr.) probabilmente Carnesecchi sarebbe arrivato ugualmente".