Lazio, gli Ultras rispondono a Gravina: il comunicato

31.03.2025 20:40 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Lazio, gli Ultras rispondono a Gravina: il comunicato
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Poco prima del match contro il Torino gli Ultras Lazio e la Tribuna Tevere hanno diramato un comunicato per esprimere il loro punto di vista in merito alle parole del presidente della Figc Gravina su quanto accaduto dopo la gara contro il Bologna. I tifosi biancocelesti hanno infatti sottolienato come la squadra sia andata sempre sotto la curva, dopo le vittorie così come dopo le sconfitte.

"LE VOSTRE REGOLE NON CI RIGUARDANO. Dopo la catastrofica gara di Bologna il presidente della F.I.G.C., il signor Gravina, ha stigmatizzato il gesto fatto dalla squadra e da mister Baroni di venire sotto il settore ospiti per parlare con i 3.000 tifosi laziali che hanno invaso Bologna. Le dichiarazione del presidente (maiuscolo lo riserviamo ad altri) "Vedo ancora squadre che si recano sotto la curva alla fine della partita per parlare con gli ultras, si tratta di un comportamento vietato dalle norme, e non da oggi. Gli Slo devono portare la squadra negli spogliatoi. Altrimenti, ho chiesto di far rispettare il codice di giustizia sportiva, che prevede squalifiche per chi si presta a quella che è, a tutti gli effetti, una gogna", sono vergognose e oltremodo menzognere. Il sig. Gravina dovrebbe ricordare che le disposizioni del codice di giustizia sportiva parlano di divieto ai calciatori di andare a salutare i propri tifosi alla fine delle partite, quando questi comportamenti costituiscano forme d'intimidazione, determinino offesa, denigrazione, insulto per la persona o comunque violino la dignità umana. Nel nostro caso questo non è avvenuto, la squadra si è sentita in dovere di venire sotto il settore ospite e scusarsi per la prestazione deludente, nessun offesa è stata messa in atto e nessuna intimidazione è stata perpetrata nei loro confronti, mister Baroni ha autonomamente chiesto scusa ai tifosi addossandosi la colpa della sconfitta, scuse non accettate semplicemente perché non richieste e perché si vince e si perde tutti insieme quindi se colpevoli ci sono, sono tutti gli attori che sono scesi in campo, nessuna intimidazione, nessuna offesa, nessun insulto, anzi sono tutti tornati negli spogliatoi con l'appoggio e l'applauso del settore come dichiarato anche da molti giocatori biancocelesti. Il sig. Gravina dovrebbe, prima di parlare, informarsi su quanto accaduto ma sappiamo che quando si parla di Lazio è pronto a scatenare la sua furia cieca dovuta alla sua guerra personale contro il presidente Lotito (anche qui nessuna maiuscola)".

"Ci aspettavamo le sue dimissioni dopo il fallimento della mancata qualificazione ai mondiali ed invece il nostro Savonarola, nello stesso anno di questa ennesima debacle, ha pensato bene diaumentarsi lo stipendio da 36.000 euro agli attuali 240.000 euro. Il sig. Gravina dovrebbe avere la dignità di non parlare di regole quando si è indagati per la violazione di quelle regole di cui lui dovrebbe essere garante. Caro Gravina senza quei tifosi che lei vorrebbe trasformare a numeri per seggiolini (pensiero che l'accomuna al sig. Lotito), lei oggi sarebbe un signor nessuno qualsiasi, senza tifosi il calcio non avrebbe modo di esistere, senza i tifosi l'Italia sarebbe priva di quell'industria che genera miliardi di introiti. Caro Gravina noi siamo quelli che non "tifano" dal comodo divano di casa, ma che escono di casa sciarpa al collo ed affrontano centinaia di chilometri di viaggio per seguire la propria squadra del cuore, noi siamo quelli che, grazie alle vostre scelte cervellotiche, spesso sono costretti a tornare a casa il lunedì mattina, giusto in tempo per tornare al lavoro o il martedi mattina, prendendo un giorno di ferie, per seguire i propri colori, siamo quelli che attraversano l'Italia e l'Europa solo ed esclusivamente per la passione che ci lega a quel simbolo che rappresenta da 125 anni la nostra fede, siamo quelli a cui nessuno ha il diritto di fare la morale specialmente se è il fautore di leggi e regolamenti scritte per garantirsi un proprio tornaconto personale. Noi abbiamo il diritto di parlare con la squadra come, dove e quando vogliamo, perché siamo il cuore pulsante di questo movimento, siamo l'essenza di questo sport, siamo il 12^ uomo in campo, siamo quelli che sono spinti solo ed esclusivamente dalla passione, e per questi motivi che non ci vedrà mai abbassare la testa difronte alle vostre assurde norme con le quali vorreste condizionare le nostre vite da tifosi. Ricordiamo a tutti voi, moralisti e ben pensanti, che se non ci fossero pubblico e tifosi, voi non esistereste! W i tifosi, W gli Ultras, W la Lazio! ULTRAS LAZIO E TRIBUNA TEVERE".