40 anni fa la morte tragica di Luciano Re Cecconi: il ricordo della Lazio

Era il 18 gennaio 1977. Quarant’anni esatti dalla tragedia che ha coinvolto Luciano Re Cecconi, centrocampista della Lazio del primo scudetto, ucciso a seguito di uno scherzo nella gioielleria di via Nicchi a Collina Fleming. Una vicenda ancora non del tutto chiarita, che ha trovato, soprattutto negli ultimi anni, anche versioni contrastanti. Se ne andò appena due mesi dopo la morte di Maestrelli, chiudendo di fatto in modo drammatico la prima epoca d'oro della storia biancoceleste. Nel 2003 l'ex sindaco di Roma Walter Veltroni gli dedicò una via nel quartiere Appio Tuscolano, a memoria indelebile di una figura rimasta ancora scolpita nei cuori dei tifosi biancocelesti. Nel quarantennale della morte, anche la S.S. Lazio, attraverso il sito ufficiale, ha voluto ricordare il centrocampista del primo scudetto: "Oggi come ieri. Quarant’anni fa (era il 18 gennaio 1977) a soli 28 anni ci lasciava Luciano Re Cecconi, centrocampista della Lazio dal 1972 e Campione d'Italia nella stagione '73-'74. La sua tragica scomparsa colpì l'ambiente biancoceleste e non solo. Il ricordo laziale ancora oggi è più che vivo".
LA VICENDA - Era pronto a tornare in campo proprio in quei giorni di gennaio il centrocampista milanese, dopo l’infortunio rimediato il 24 ottobre al ginocchio sinistro. Qualche ora prima di quel tragico evento, aveva ricevuto l’ok dal dottor Ziaco per tornare disponibile contro il Cesena. Quella sera Luciano era in compagnia del difensore e compagno di squadra Pietro Ghedin e Giorgio Fraticcioli, titolare di una profumeria. Quest'ultimo doveva recarsi proprio nell’oreficeria di Bruno Tabocchini per consegnare dei flaconi. Da lì l'idea di inscenare uno scherzo. Entrarono in gioielleria poco prima dell'orario di chiusura, intorno alle 19,30. All'ingresso, Re Cecconi si presenta col bavero alzato esclamando: "Fermi tutti questa è una rapina". Il titolare, Tabocchini, non lo riconosce per via del volto parzialmente coperto, con una mano in tasca a simulare un’arma. Il calciatore è così scambiato per un rapinatore ed il gioielliere estrae una pistola che teneva in negozio, poiché già vittima di diverse rapine e spara immediatamente. A nulla servì la corsa sfrenata all’ospedale San Giacomo: Re Cecconi morì alle 20.04, a soli 28 anni, lasciando nel dolore la moglie Cesarina ed il figlio Stefano di due anni (Francesca nascerà dopo pochi mesi), creando un vuoto incolmabile all’interno della tifoseria biancoceleste e dell'intero modo sportivo italiano. Tabocchini venne arrestato ed accusato per "eccesso colposo di legittima difesa". Processato per direttissima 18 giorni dopo, venne assolto per "aver sparato per legittima difesa putativa”. I funerali si svolsero presso la basilica romana di San Pietro e Paolo all'EUR a cui prese parte una gran folla. Le sue spoglie vennero poi tumulate nel cimitero di Nerviano (MI). Nel libro 'Lui era mio papà' edito nel 2008 e scritto dal figlio Stefano, questa versione dei fatti viene ritenuta poco credibile da Martini e D'Amico che hanno sempre ritenuto che Re Cecconi con gli estranei avesse sempre mantenuto un comportamento riservato.
Anche il Genoa, avversario della Lazio questa sera all'Olimpico, ha ricordato Re Cecconi attraverso una nota sul proprio sito ufficiale: "Il Genoa Cricket and Football Club si unisce al ricordo dell’ex giocatore della Ss Lazio, Luciano Re Cecconi, nel 40° anniversario della sua tragica scomparsa".