F. Anderson: "I tifosi credono in me, voglio ripagarli con la Champions! Futuro? A fine stagione vedremo..."
Suona la carica Felipe Anderson. Il dieci biancoceleste è pronto all’ultimo atto di una stagione inizialmente complicata, ma nella quale ha saputo presto rialzarsi. Negli ultimi decisivi 90’ contro l’Inter, sarà proprio il brasiliano a guidare l’attacco biancoceleste insieme al ritrovato Immobile. Anche per lui una chance irripetibile per lasciare il segno ed aiutare la squadra a strappare il definitivo pass per la Champions. In un’intervista al portale Globoesporte, il talento verdeoro ha parlato del suo processo di crescita in Serie A, soffermandosi anche sul rapporto con i tifosi laziali: “Oggi sono un altro giocatore rispetto al passato. Non ho perso i miei punti di forza come il dribbling e la velocità, caratteristiche che avevo anche in Brasile. Ma qui sono migliorato nella parte difensiva e tattica. Questi aspetti in Italia sono curati ad alto livello”.
IL LEGAME CON I TIFOSI – “I laziali sono molto caldi. Quando si affezionano ad un giocatore lo fanno fino in fondo. Ho passato un momento complicato con i tifosi e con il club quando le cose sono andate male. Ma la squadra quest’anno è cresciuta molto e ha disputato una stagione che nessuno si aspettava. Vogliamo concludere il campionato con la possibilità di raggiungere un grande risultato, ossia la qualificazione per la Champions League. Loro credono molto in me, nel mio talento, e sanno che in qualsiasi momento posso cambiare una partita. Sperano sempre in una grande giocata ‘da brasiliano’, un effetto a sorpresa…”
L’IMPATTO COL CALCIO ITALIANO – “Ho sempre sognato di venire a giocare in Europa, di vivere l'intensità del calcio europeo, la serietà, il modo in cui si allenano e con cui scendono in campo. Quando sono arrivato ho trovato difficoltà nell’adattarmi al ritmo, all'intensità del gioco e dell'allenamento. C’erano già molti brasiliani come André Dias, Ederson ed Hernanes. Ci sono voluti sei mesi per adattarsi. Arrivavo da un paese diverso e dove si gioca un calcio differente. C’erano molte aspettative su di me, ma sono arrivato già infortunato e questo ha ritardato il debutto, generando una pressione molto forte nella prima stagione. Non ho mai avuto la forma fisica migliore. Nel secondo anno tutto è andato per il meglio, sono riuscito a fare una grande stagione”.
UN FUTURO TUTTO DA SCRIVERE – “Il mio nome è sempre coinvolto in possibili negoziati. Ma devo concentrarmi solo sul presente. Alla fine della stagione ci siederemo e parleremo, per vedere cosa è buono per il club e cosa è buono per me”.