L'ANGOLO TATTICO di Maribor-Lazio - E venne il giorno della difesa a tre... Ederson più numero 10 che terza punta

Alla fine arrivò sottovoce. Inattesa, senza neanche un sms di preallarme. In passato, di lei se n’era discusso tanto, la sua comparsa sembrava sempre dietro l’angolo. Passavano i giorni, le settimane, ma lei non si mostrava. Nella notte più fredda, decise che era arrivato il suo turno. Partorita, fino a quel momento, solo nella mente del suo demiurgo, ieri finalmente ha esclamato: “Io esisto!”. Ciani-Cana-Radu: la difesa a tre è andata in scena. – “Sta pensando alla difesa a tre?” – “Vediamo nelle prossime partite”. – “Continuerà sempre con il 4-1-4-1?” – “Per adesso sì, ma ho un piano B e un piano C”. Finora Vladimir Petkovic aveva solo fatto subodorare l’avvento della “tridente difensivo”. Per tirare su il sipario, ha scelto la 150esima gara europea della Lazio, la partita utile a sancire il primato biancoceleste nel girone di Europa League.
DIFESA A TRE PROMOSSA CON RISERVA – Come mai attendere un match così importante, dal punto di vista del risultato, per sperimentare per la prima volta un nuovo assetto? Col senno di poi è facile parlare, ma il tecnico laziale si è fatto due semplici calcoli in tutta tranquillità: la gara di ieri sera a Maribor era il momento ideale per dare vita a nuove alchimie tattiche. Bologna, Inter, Sampdoria: il finale del 2012 presenta tre sfide che chiameranno la Lazio ha lottare per conquistare più punti possibili. L’esperienza consolidata del 4-1-4-1, pertanto, sarà un fattore fondamentale per raggiungere l’obiettivo. Solo un'altra occasione potrebbe permettere a Petkovic di schierare la difesa a tre: la gara di Coppa Italia contro il Siena (mercoledì 19 dicembre). Ma il mister di Sarajevo ha deciso di anticipare le sue mosse, ispirato probabilmente dalla vicina aria di casa. L’esperimento, per quanto visto in campo, è andato a buon fine: Michael Ciani si è mosso bene, nonostante lui, mancino, abbia giocato a destra; al centro Lorik Cana ha confermato che, se deve essere schierato in difesa, giocare unico centrale lo avvantaggia rispetto a muoversi in coppia in una linea a quattro; Stefan Radu, infine, convola oggi a nozze con la sua Alexandra consapevole che nel modulo a tre può recitare la parte del leone. Se i tre difensori hanno fatto bella figura, il merito va certamente anche ai due esterni alti: Luis Pedro Cavanda e Senad Lulic hanno coperto in maniera efficace le rispettive corsie laterali, anche se non sono mancate le occasioni in cui i trequartisti sloveni sono riusciti a scappare palla al piede. Considerato il coefficiente di difficoltà proposto dall’avversario, la difesa a tre non può che essere promossa con riserva. Oltretutto, ieri sera mancavano due titolari come Giuseppe Biava e André Dias. La stessa posizione di Ciani sulla destra potrebbe creare problemi in contesti ben più probanti. Il Maribor, però, è la stessa squadra che ha inflitto tre reti al Panathinaikos e bloccato il Tottenham sul pareggio. La soddisfazione espressa da Petkovic a fine gara, quindi, è condivisibile.
TRIDENTE IN ATTACCO? NON PROPRIO – “Abbiamo giocato a tre davanti”: questa affermazione del mister biancoceleste, invece, può essere in parte stemperata. E’ vero che, nel lessico petkoviano, giocare con tre attaccanti significa proporre tre giocatori offensivi, non necessariamente attaccanti di ruolo. Ieri sera, però, il 3-4-3 presentato ufficialmente nel pre-partita era qualcosa di diverso: 3-4-1-2 è la formula più corretta. Ederson, infatti, ha disputato tutta la partita da trequartista puro, dietro le due punte Sergio Floccari e Libor Kozak: non ci saremmo stupiti se, a un certo punto dell’incontro, sulle spalle del brasiliano il numero 7 si fosse tramutato in un tondo 10. Nella più classica posizione di centrocampista avanzato, l’ex Lione ha deliziato con i suoi assist in profondità: quando il ragazzo sta bene, il pallone trova in lui un degno confidente. In tutto questo discorso, infine, bisogna evidenziare un aspetto meno lampante: l’impiego di Hernanes da centrale accanto a Eddy Onazi. La scelta di far rifiatare Cristian Ledesma, infatti, si lega a un piccolo esperimento nell’esperimento: provare l’ex San Paolo non come interno, bensì come centrale puro. Un elemento da non sottovalutare, perché la possibilità di rivedere uno schieramento con la linea di centrocampo a quattro passa anche dalle prestazioni del brasiliano.