L'ANGOLO TATTICO di Lazio - Sampdoria - Ma chi ve lo fa fare?
Più che domenica ecologica, è stato il sabato del riciclo. Quanta carta si è vista svolazzare all'Olimpico. Stracciata in mille pezzi, accartocciata verso il cestino della differenziata. Ciof. A fare i conti con la Lazio, succede anche questo: verrebbe voglia di lasciare tutto e trasferirsi, lontano, “ma chi me lo fa fare”. Diventare eremiti eco-friendly. Per più di un attimo deve averlo pensato Claudio Ranieri, atterrito mentre la sua squadra gettava in fumo una settimana di preparazione alla partita in 7' minuti netti. Record. C'è poco da fare con questa Lazio - “Loro sono stati troppo bravi, troppa roba per noi” - ammette Sir Claudio. L'ex tecnico della Roma ha reso i blucerchiati una squadra solida, ordinata. Riscoprendo il più semplice dei 4-4-2 (senza due veri esterni di centrocampo, Linetty e Jankto sono dei centrali) e il contropiede come amico fidato. In questo lo aiutava anche la scelta obbligata di schierare Caprari e non Quagliarella (acciaccato) al fianco di Gabbiadini. Corsa, ripartenze veloci. Non c'è stato nulla di tutto ciò. Ma guai a considerare questo Lazio - Sampdoria come una vittoria banale.
CAMALEONTICI - Il fatto è che questa squadra, ormai, sa vincere in qualsiasi maniera. Adattandosi agli uomini in campo e alle necessità: Correa ha saltato le ultime tre partite, qualcuno se n'è forse accorto? Senza il Tucu, Immobile ragiona in modo diverso. Duetta con Caicedo nello stretto, lo cerca come sponda. Ed è Ciro a fare il Correa andando ad attaccare la profondità con il pallone invece di muoversi negli spazi per suggerire l'assist all'argentino. Poi i lanci lunghi, caratteristica tutt'altro che peculiare della squadra di Inzaghi. Eppure la Lazio annusa le difficoltà dei due centrali doriani, Colley e Chabot (imbarazzanti), e li infila a ripetizione sfruttando le doti in impostazione più di Acerbi che di Patric, “regista” praticamente inoperoso. Lo fa ripagando la Samp della sua stessa moneta. Aspettandola bassa, facendo uscire i blucherchiati dal guscio per poi colpirli a tradimento con un lancio a prendere in controtempo difesa e centrocampo, appunto, o sfruttando la corsa e i cross dei due esterni. Così nascono i primi 3 gol, così la Lazio chiude la partita al 20'. Poi il gioco è fatto, what else? Basta gestire. Vincere ancora, dominando, azzittendo chi nelle vittorie sporche su Brescia e Napoli vedeva i primi segni di sofferenza. Spiace. Inzaghi e i suoi ragazzi hanno reso semplice una partita che sulla carta era tutt'altro: quella che Ranieri ha stracciato al 7' del primo tempo, quella sulla quale scrivere il dodicesimo capitolo di questa storia meravigliosa.