Lazio, Reina: "Nel derby una vittoria inaspettata. Ritiro? Non mi pongo scadenze. E sulla Nazionale..."
Intervenuto ai microfoni di Radio Marca, il portiere della Lazio Pepe Reina ha parlato, prima di tutto, della vittoria nel derby della Capitale dello scorso venerdì: "È stato un risultato che qui si sente moltissimo perché si tratta di una rivalità importante e siamo usciti vittoriosi. Il tre a zero è stato una sorpresa perché loro partivano favoriti. Sono davanti a noi in classifica e hanno avuto un percorso più regolare. In un derby non ci sono favoriti ma gli scommettitori puntavano su di loro".
UN TITOLARE - "Titolare in campo? È sempre meglio giocare ed essere protagonista. Quando si vincono titoli, una cosa è farlo dalla panchina e un'altra dal campo. Però questo è uno sport collettivo e anche l'ultimo calciatore è importante. Serie A? La Juve sta ancora un gradino sopra, ma ora ha più competizioni e ci sono tante squadre che lottano per stare in cima, anche ci siamo tra loro".
PERCHÉ LA LAZIO - "Venivo da mezza stagione molto intensa a Birmingham perché salvare la squadra era la mia priorità. Volevo continuare a essere protagonista. Qui ho firmato sapendo che la competizione sarebbe stata sana. Ho giocato più partite rispetto a quelle che mi aspettavo e spero le cose proseguano in questo modo".
LA BELLEZZA DI ROMA - "Cosa ne pensiamo di Roma? Con il Covid-19 siamo stati più a casa che fuori conoscendo posti nuovi. Per il poco che abbiamo visto Roma è una città con tanta bellezza, storia e angoli meravigliosi. Cambi frequenti? Diglielo a mia moglie che ha più pazienza di un santo. Siamo stati sempre bene ovunque siamo stati, e questo grazie alla generosità di mia moglie e dei miei figli che non si sono mai lamentati. I miei figli parlano inglese, castellano e italiano perfettamente e questo gli permetterà di essere gente per bene nel futuro".
STATO DI EMERGENZA - "I livelli di contagio sono molto simili in Spagna e Italia, forse un po' più bassi del Regno Unito. Vediamo se con il vaccino usciremo da questa situazione. Il Paese è suddiviso in zone e la regione Lazio è arancione, con vincoli ben precisi, coprifuoco alle 10, e ristoranti chiusi. Ci resta solo da essere pazienti. Stadi vuoti? L'intero campionato si gioca a porte chiuse. Bisogna essere molto più forte mentalmente perché ci sono momenti in cui il pubblico fa in modo che esca il meglio di te, anche l'adrenalina è diversa".
RITIRO - "Non oso mettere una data di scadenza. Mi sto divertendo molto, anzi ogni giorno molto di più perché ho la consapevolezza che mi resta meno. Se sono due o tre anni, perfetto, ne approfitterò. Quando non sentirò più le farfalle, mi sposterò verso altro. L'idea è quella di continuare a competere al massimo livello finché riuscirò. Se farò tre o quattro anni alla Lazio finirò qui e sarò contento. Carriera? Ho avuto la fortuna di poter scegliere. Il mio agente Manolo Garcia mi ha sempre aiutato molto e abbiamo avuto la fortuna di essere competitivo e di lottare per cose belle. Si tratta di cercare nuove sfide sempre".
NAZIONALE - "La fortuna che ha Luis Enrique è quella di poter scegliere tra portieri molto validi e sicuramente ne sceglierà uno per dargli continuità ai prossimi Europei. Il livello è comunque alto in Spagna, qualunque sia la scelta. Bisogna lasciarlo tranquillo. Le porte sono sempre aperte, non lascerò mai la Nazionale prima che lei lasci me. Adesso è difficile perché c'è gente più giovane e molto forte. In Spagna ti posso assicurare che ne sono molto bravi allo stesso livello di Ter Stegen, Oblak e Courtois. Con Neuer, Donnarumma e due o tre di più parliamo di élite mondiale. Idolo d'infanzia? Zubizarreta. Molina fu il portiere che cambiò modo di giocare e lo specchio dove vedersi è stato lui nel calcio moderno".
Pubblicato il 18/01
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