Lazio, Lotito: "I laziali hanno la memoria corta. È una soddisfazione..." - FOTO
Un aperitivo con Claudio Lotito. È questo il format de La Giovane Roma, che ha organizzato quest'evento con il presidente della Lazio come ospite speciale. Il luogo di ritrovo è lo Studio 26, al Vicolo del Fico 3, l'ingresso è gratuito. Dopo l'intervista al patron biancoceleste, con cui si parlerà di attualità, politica, calcio e molto altro, ci sarà, per l'appunto, l'aperitivo e il dj set.
Le parole di Lotito: "Io non bevo alcolici, preferisco sempre un cocktail di frutta analcolico. Ho tre telefoni, in passato ne avevo cinque. Sto ore intere al telefono, ogni giorno. A vent’anni ero proteso a capire quale fosse la strada migliore per me. Ho intrapreso degli studi che poi mi sono stati utili. Ho il rimpianto di non essere diventato medico, poi la vita ti porta ad avere soluzioni alternative. Ho fatto il giornalista, politica, con l’indirizzo poi di fare l’imprenditore. Sono uno tenace, determinato, a cui piacciono le sfide. Era sempre una sfida continua. Ai giovani consiglierei di avere la forza di affermare le proprie idee. Alle parole devono combaciare i fatti, lo dico sempre”.
"Io nella vita sono stato un uomo fortunato, ho avuto la possibilità di dimostrare le mie capacità. In politica cerco di ridare questo al mio territorio, alla gente. Il politico migliore che ho conosciuto è Silvio Berlusconi, aveva la visione che è fondamentale per chi fa politica. Bisogna vivere di ideali e crederci, dimostrando poi i fatti. Difetti? Ne ho tantissimi. Come pregio, sono molto determinato, combatto sempre. Io mi reputo un combattente e mai un reduce. La religione? Sono un cattolico replicante. Un romanista che stimo? Avevo un buon rapporto con Franco Sensi. Al suo funerale mi hanno fatto un applauso i tifosi della Roma. Ho sempre avuto rispetto per le idee degli altri. Attualmente ho un buon rapporto con De Rossi e Totti. Li rispettavo per il loro valore, indipendentemente dalla fede calcistica. Loro hanno sempre avuto il coraggio di riconoscere la nostra forza sul campo quando era il momento, quando la Lazio vinceva. Mi venivano sempre a salutare, questo non lo dimentico. Li stimo come persone anche perché hanno fatto la storia della Roma. Fughiamo ogni dubbio: la favola per cui io sono romanista nasce dal fatto che mio suocero era comproprietario della Roma con Sensi. Per questo io ogni tanto, da genero, andavo a vedere le partite della Roma. Mio suocero ora viene a vedere tutte le partite della Lazio, è lazialissimo, grazie anche a mio figlio Enrico"
"Il miglior derby vinto? Il 26 maggio 2013, la coppa che non verrà mai più. È stata una soddisfazione grandissima. Per una settimana a Roma c’era il coprifuoco. Devo dire che i romanisti sono molto legati alle loro squadra. I laziali invece hanno la memoria molto più corta. La Lazio però è nata prima nel 1900. Lo Scudetto della Lazio sarebbe il coronamento del mio percorso di vent’anni. È una grande soddisfazione per me essere arrivato fin qui. Quando ho preso la Lazio nel 2004, per tutti era impossibile sanarla con i debiti che aveva. Io mi sono fatto carico di questo, a distanza di tempo la società ora sta bene, ha vinto tanti trofei, ora è in costruzione anche l’Academy nel centro sportivo più grande d’Italia. Il Flaminio? Non dipende da me, ci serve la decisione degli enti preposti”.