Sarri bacchettato, Mourinho no: le curiose (non) risposte del calcio italiano
Mentre dalle pagine della Gazzetta dello Sport arriva l’ennesimo editoriale del direttore della rosea, Stefano Barigelli, in cui si chiedono pene esemplari per la Lazio in merito alla cosiddetta vicenda tamponi, non senza commettere errori piuttosto grossolani: “All’epoca (fine ottobre 2020 ndr) la variante delta imperversava”, in realtà la cosiddetta “Delta” compariva in Italia solo tra maggio e giugno 2021. Un editoriale, quello di Barigelli, che arriva puntuale, in una guerra ormai aperta e dichiarata di alcuni organi di stampa contro la Lazio e il suo presidente. Una guerra che coinvolge anche i vertici del calcio italiano. Un conflitto che si articola in diversi modi e si ramifica anche contro altre persone legate alla S.S.Lazio come Maurizio Sarri. Il tecnico è stato prima beccato da Sport e Salute riguardo alle condizioni del terreno di gioco dello Stadio Olimpico, poi dalla Lega Calcio in merito all’opportunità di far giocare la squadra biancoceleste, a Bologna, alle 12.30, a sole 60 ore dalla sfida della Lazio contro la Lokomotiv Mosca in Europa League. A Sarri, quindi alla Lazio, si risponde. Sempre. Con celerità e toni piccati, addirittura accusando l'allenatore biancoceleste di maleducazione. Ad altri, invece, si lascia dire ciò che si vuole. Ormai è chiaro ed evidente il plot al quale si assiste.
POVERO MOU - Sarri chiama in causa la Lega di Serie A alla vigilia di Lazio-Lokomotiv, quindi mercoledì 29 settembre. Il giorno dopo, il 30 settembre, Paolo Zanetti, allenatore del Venezia, effettua la conferenza stampa pre partita, visto che il venerdì sarebbe stato impegnato contro il Cagliari nell’anticipo di campionato e dice: “Giochiamo a Cagliari a quattro giorni dall’ultima partita giocata contro il Torino (il lunedì precedente ndr): è evidente, siamo l'ultima ruota del carro”. Una polemica forte, a cui però nessuno ha risposto. Domenica scorsa, poi, al termine di Juventus-Roma, Josè Mourinho, parlando ai microfoni di Dazn, prima prova a dribblare le domande riguardo al rigore concesso ai suoi e al non gol di Abraham, salvo poi farsi scappare una frase piuttosto pesante in merito al recupero (tre minuti) concesso da Orsato nel secondo tempo: “Dare tre minuti dimostra chiaramente un’intenzione”, dice il portoghese. Ma cosa intende? Quale sarebbe l’intenzione di Orsato? Forse quella di dare poco recupero e quindi favorire la Juventus nella difesa del risicato vantaggio? Se così fosse, Mourinho metterebbe in dubbio la buona fede di un arbitro, quindi dell’AIA, quindi la regolarità del campionato e la credibilità della Lega di Serie A e della FIGC. Perché nessuno risponde? Perché nessuno si sofferma su una frase del genere? Probabilmente perché Mourinho è l’allenatore dell’A.S. Roma e non della S.S.Lazio. Il dubbio viene, vista la cortesia con cui gli organi dello sport e del calcio italiano hanno deciso di rispondere a Sarri per ogni questione che l’allenatore decide di trattare che non sia strettamente legata alla preparazione della propria squadra. Tra l’altro, con pochissime interruzioni e sole tre finestre per i cambi nella ripresa, il recupero concesso da Orsato era più che commisurato a quanto accaduto allo Stadium nei secondi 45 minuti. Sarebbe curioso assistere a un botta e risposta tra i vertici del calcio italiano e Mourinho che, però, evidentemente, ha perso appeal nei suoi dieci anni lontano dall’Italia. Un appeal, oggi, tutto di Maurizio Sarri e della Lazio. A loro sì che si risponde sempre e comunque...