Lazio, Cataldi gol e gesti da leader: ecco perché può diventare più di un'alternativa
Boom, un destro che quasi ha smontato la porta sotto Curva Maestrelli, un fendente per riprendere il Cagliari e dare respiro a un progetto ambizioso e quindi non semplice da seguire, apprendere, metabolizzare. Danilo Cataldi entra e spacca, si prende la scena, segna e va ad abbracciare Strakosha perché capitano si può essere anche senza fascia al braccio, perché l’anima non si compra. Soprattutto se Laziale. Sarri, dalla tribuna, l’ha sganciato a metà ripresa, con il Cagliari avanti e la Lazio in affanno, impaurita dallo spettro della terza sconfitta consecutiva tra campionato ed Europa.
SOLUZIONE - Cataldi s’è calato nella parte, ha preso in mano le redini della manovra, ha dato ritmo e geometrie, quelle che in quel momento mancavano e di cui la squadra aveva assoluto bisogno. Sarri l’ha riproposto da play, come era accaduto a Istanbul, un segnale che Danilo sta scalando posizioni alle spalle di Leiva. Ha scavalcato Escalante, chissà che non possa diventare un co-titolare, uno al quale affidarsi con costanza. Lo scorso anno l’aveva vissuto quasi tutto dietro le quinte, mettendo insieme solo quattro presenze dal primo minuto in campionato, non s’era ripetuto sui livelli della stagione precedente, quando prima dello stop causato dall’esplosione della pandemia, era diventato un fattore, non solo grazie a dei gol meravigliosi come quelli contro la Juve a Riyad e con il Genoa a Marassi.
NUOVE PROSPETTIVE - Ha compiuto 27 anni due mesi fa, è nel pieno del processo di maturazione, ha consapevolezza e testa diverse rispetto a qualche anno fa, riconosce i propri limiti, ma sa anche quello che può dare alla sua Lazio: “So che devo migliorare in fase di interdizione, provo a rubare qualcosa a Lucas (Leiva ndr) in allenamento. Voglio dare al mister una possibilità di scegliere e metterlo in difficoltà". Ha caratteristiche diverse dal brasiliano, ma rispetto all’ex Liverpool può garantire maggior dinamismo e una circolazione del pallone più veloce e fluida. Danilo può crescere nelle letture, nel posizionamento, soprattutto in fase di non possesso, ha l’età giusta per salire anche questo step. Intanto si gode un gol pesante, perché ha evitato una sconfitta, ma ha dato anche senso a una prova corale, una prova che ha dimostrato come la Lazio - pur mantenendo diverse lacune da colmare - stia cominciando ad assimilare concretamente quello che chiede Sarri: distanza ridotta tra i reparti, riaggressione feroce in fase di conquista palla e ritmi alti. Avendo due mezzali come Milinkovic e Luis Alberto, diventa difficile oggi immaginare un centrocampo senza intenditori puri, ma Cataldi può diventare più di un’alternativa, dipenderà dalle partite, dalle fasi della stagione, dall’avversario, ma chissà che quella porta smontata non possa cambiare la storia e aprire scenari inaspettati, quelli che il mercato non aveva disegnato. Forse sul pianeta regia c’è vita. Pure a Formello.
Pubblicato il 20/09