Orsi ricorda Eriksson: "Persona forte, si è fatto sempre voler bene"

26.08.2024 17:45 di  Andrea Castellano  Twitter:    vedi letture
Orsi ricorda Eriksson: "Persona forte, si è fatto sempre voler bene"
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© foto di Francesco De Cicco/TuttoLegaPro.com

Sven-Goran Eriksson è morto all'età di 76 anni a causa di un tumore al pancreas. L'ex tecnico svedese ha lasciato un segno in tutte le persone che ha incontrato e conosciuto, tra cui anche Fernando Orsi. Proprio l'ex portiere ha rilasciato alcune dichiarazioni su di lui ai microfoni di Tuttomercatoweb.com. Queste le sue parole.

“La notizia di oggi è un grande dispiacere, Sven era una persona speciale perché era l’allenatore che ha avuto una grandissima carriera, ma ti metteva sempre a tuo agio. Ti dava piena libertà nel lavoro e aveva sempre un atteggiamento positivo, anche nelle parole finali del suo commiato è stato una persona meravigliosa. Apparentemente senza paura, ma una persona forte e quindi dispiace moltissimo. Se ne va una persona per bene, un grande allenatore e un grande uomo. Come ha affrontato la malattia? Questo fa parte della persona, per chi l’ha conosciuto non è stata una sorpresa. Per molti si, ma lui ha sempre preso la vita con molta positività. Era una persona di un’intelligenza e di un’intuizione incredibile. Il tributo che ha ricevuto da tutte le squadre dove è stato è il riconoscimento della sua carriera come allenatore ma soprattutto come uomo”. 

“Lascia tantissimo, da entrambe le parti. Alla Roma poteva vincere uno Scudetto all’ultima giornata, alla Lazio lo ha vinto all’ultima giornata e in entrambe le occasioni in modi incredibili. Quando una persona soprattutto nel calcio riesce a farsi voler bene sia da una parte che dall’altra significa che era una persona per bene. Questo era Sven, uno cui era difficile voler male perché era una persona molto solare e sincera. Anche se diretto, era un uomo vero e la grandezza della persona sta proprio nel suo trascorso. Da allenatore ha lasciato un’impronta importante ovunque sia andato”. 

“Era una persona molto concreta. Ricordo quando andavamo sull’aereo lui stava sempre in prima fila, quando diceva di voler riposare mezz’oretta toglieva gli occhialini e dormiva esattamente trenta minuti. Era di una razionalità incredibile, quando c’era da riposare si riposava e quando c’era da lavorare si lavorava. Riusciva a scindere benissimo le due cose, quando usciva dal campo molto tardi perché lavorava fino a tardi faceva la sua vita. È stato un grande uomo dentro ma soprattutto fuori dal campo”.