Nuno Tavares: "La Lazio mi ha voluto davvero. Il derby, l'Europa e la Champions..."

Lunga intervista ai microfoni de A Bola per il terzino della Lazio Nuno Tavares, che ha toccato diversi temi relativi alla stagione attuale, alla Nazionale, al suo passato e al suo futuro tra l'Italia e l'Inghilterra. Queste le sue parole: "È stata una stagione molto positiva e ho avuto un rendimento costante, che era quello che mi mancava. Abbiamo una buona squadra, i miei compagni mi hanno aiutato molto da quando sono arrivato e ho sempre saputo quali sono le mie capacità. Per questo non sono sorpreso di essere il miglior assistman del campionato, nella mia testa sono sempre stato in grado di fare questo e forse anche molto di più”.
"Da quando sono arrivato alla Lazio non abbiamo mai sentito parlare di obiettivi. Credo che noi stessi come squadra sappiamo quello che dobbiamo raggiungere perché siamo in un grande club e vogliamo giocare al massimo livello, che include anche la Champions League e la lotta per lo Scudetto. Stiamo cercando di farlo e lotteremo fino alla fine. La vittoria contro il Milan? È stata una bella partita, credo comunque che il Milan abbia abbastanza giocatori e le capacità per uscire da questa brutta situazione. La Serie A è competitiva perché molti giocatori vengono dall'estero, e come potete vedere quest'anno abbiamo quasi quattro squadre che lottano per il titolo, il che è molto positivo".
"Lotito ha detto che non mi venderebbe neanche per 70 milioni? Quando ti senti a tuo agio e percepisci la fiducia del club, le cose vanno bene. Ma se non avessi avuto questo rendimento fin qui, forse il presidente non l'avrebbe detto o non avrebbe scommesso su di me. Analizzando la mia carriera sto iniziando a guardare più a chi mi vuole davvero, perché c'è differenza tra chi è interessato e chi spinge per avermi. Ho scelto la Lazio perché sentivo che mi volevano davvero, e quando è così sei più disposto a fare quello che ami con più piacere e più sicurezza. Io non credo di essere al top della mia carriera. Sono migliorato sotto molti aspetti e so cosa posso ancora fare. La costanza è ciò che mi porterà a mostrare di più il mio valore e a cercare di raggiungere il massimo nella mia carriera".
"Tra Lazio e Roma c'è una grande rivalità, ma niente a cui io non sia già abituato. Gare come Benfica - Sporting o Benfica- Porto potrebbero essere anche più vive. Qui c'è un clima rovente, ma l'ho sentita di più in Portogallo. La nostra partita contro il Porto? Abbiamo segnato il 2-1 fino alla fine, il Porto non mi è sembrato peggiorato. Noi abbiamo fatto una grande prestazione. Tutti sanno che il Porto è una squadra tosta, anche se le cose attualmente non vanno per il verso giusto. La sconfitta contro il Braga? Credo che abbiamo avuto una serata storta, mentre il Braga è stato più bravo, più efficace e ha meritato di vincere. Il nostro obiettivo in Europa League? Arrivare il più lontano possibile, sempre con la mentalità giusta e con l'idea che abbiamo la squadra per vincere. Lo faremo fino alla fine".
"Il momento più bello? L'allenamento a porte aperte prima del derby con la Roma. È stato molto emozionante. I tifosi ci incitavano, urlando e cantando. Anche quando abbiamo perso 0-6 contro l'Inter in casa ci hanno sempre sostenuto, e poi alla fine, quando siamo andati sotto la Curva Nord, ci hanno detto che erano con noi a prescindere dal risultato. Credo che sia questo a fare la differenza. In Portogallo l'Estadio da Luz è molto caldo, qui la percezione è diversa visto che abbiamo uno stadio più grande e aperto. La vita oltre il calcio? Con tutte le partite che abbiamo giocato, non c'è quasi tempo. Si mangia, ci si riposa, ci si allena, si dorme e a volte si esce a cena o a pranzo, ma niente di più. Roma è una bella città e mi piace, ma la cosa più importante è stare bene. Ogni club gestisce i carichi di lavoro a modo suo perché i programmi sono diversi, così come il modo in cui ognuno lavora".
"Cosa non ha funzionato in Inghilterra? Credo sia stato un mix di cose. Nel 2023/24 ho accettato la sfida del Nottingham Forest, poi però ho avuto degli infortuni e un cambio di allenatore. Nuno Espírito Santo è riuscito a tirare fuori il meglio dal gruppo. Tutti erano felici, nello spogliatoio c'era un bel clima. Poi siamo stati penalizzati e siamo dovuti risalire. È stata la stagione in cui ho sperimentato di più cosa sia il calcio in termini di alti e bassi, ma mi ha fatto crescere molto mentalmente, che è la cosa più importante. Oggi sono qui, più forte che mai. L'Inghilterra è il miglior palcoscenico del mondo, non escludo un ritorno".
"L'esordio in Nazionale? È stata una sensazione molto positiva, perché era una cosa che aspettavo da tempo. Mi sono sentito bene, parte del gruppo. Quando sei con i migliori, sei più motivato a essere convocato di nuovo. Se la prima convocazione è arrivata troppo tardi? Penso che ogni cosa avvenga a suo tempo e non so chi decida chi viene convocato, ma credo che il mio momento giusto fosse adesso e ne sono molto grato. Se mi aspetto di essere convocato a marzo? Io sto facendo il mio lavoro qui alla Lazio, se poi dovessi essere convocato ne sarei felice".
"Se l'Arabia Saudita è una possibilità per il mio futuro? Penso che sia una questione di scelte e che dipenda dalla situazione in cui uno si trova. Ognuno lo sa da sé, ovviamente. Ora sono molto felice alla Lazio, sto crescendo calcisticamente, ma non dico che non potrà mai accadere. La Lega Saudita ha avuto tanti buoni giocatori e allenatori e sta diventando un campionato come gli altri”.
"Ritorno al Benfica? Non posso escluderlo. È un club che mi ha aiutato molto, mi ha fatto crescere e mi ha spianato la strada per farmi arrivare fin qui. Chiunque vesta la maglia del Benfica vuole giocare molte partite ed essere ricordato. Io non ne ho giocate tante, ma sono comunque molto grato per com'è andata. Il mio momento più alto lì è stato il mio debutto in campionato. Una grande emozione per la mia famiglia e i miei amici che erano lì".
"João Félix, Leão e Conceição in Serie A? Li conosco già e non avendoli affrontati direttamente è stato meglio per me, ma ogni volta che potevo mettevo in guardia i miei compagni di squadra perché anche loro sanno quanto sono bravi. Non ho ancora affrontato Conceição, forse lo farò al ritorno. Ma è sempre bello vedere amici che giocano nel tuo stesso campionato. Fuori dal campo ci scambiamo sempre dei messaggi, ora con questo calendario è molto difficile organizzare qualcosa insieme. Non ci sono praticamente giorni liberi, quindi ci si messaggia e basta".
Pubblicato l'8/03