Lazio, Marcolin ricorda Eriksson: "Per me è stato come un secondo padre"

05.09.2024 15:45 di  Jessica Reatini  Twitter:    vedi letture
Lazio, Marcolin ricorda Eriksson: "Per me è stato come un secondo padre"
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© foto di Alessandro Garofalo/Image Sport

È stato suo il compito di portare al centro del campo la maglia con il nome di Sven Goran Eriksson nel giorno in cui un Olimpico stracolmo ha abbracciato l'allenatore della Lazio più vincente di sempre. Intervenuto ai microfoni di Radiosei Dario Marcolin ha ripercorso quella serata ricca di emozione e commozione: "È stata un’emozione grande, ricordare quello che per me è stato un secondo padre è stato forte. È stato unico, mi sono sentito fortunato ad essere lì in quel momento a ricordare una persona del genere. Era apprezzato da tutti e da grande signore ha vissuto la malattia addirittura dando consigli agli altri. In quel momento ho rivissuto tutto, il nostro feeling personale e di squadra. E’ davvero morto uno di noi".

LA LAZIO DI ERIKSSON - "Quella rosa era di 31 giocatori, tutti campioni. Io e Gottardi avevamo un calendario in cui mettevamo le croci sugli indisponibili (ride, ndr). Era complicato anche andare in panchina. Di quella squadra lì, molti sono diventati allenatori. Questo significa che Sven è stato per tutti un’ispirazione, tecnica e di gestione. È vero, io giocavo poco, ma lo spogliatoio mi ha affidato la festa interna per lo scudetto. Evidentemente ero apprezzato dal gruppo. Era giusto che avanti ci fossero i campioni con alle spalle una base solida. Questo è stato il segreto dei successi di Eriksson e della sua gestione del gruppo. Faceva sfogare tutti senza intervenire, poi dopo 3 giorni chiedeva conto. Oggi undici giocano e gli altri sono arrabbiati, nella nostra Lazio non era così".

"Quando sono arrivati Sven e Mancini, siamo passati da una squadra che ci provava ad un’altra che ci credeva. È cambiato il pensiero grazie al loro arrivo, l’approccio era lo stesso in casa ed in trasferta. Ricordo tanti momenti particolari come la lite tra Simeone e Couto, sono stati minuti che non ho mai visto in vita mia".