Lazio, Gregucci: “Con Sarri vietato sbagliare. Il mio più grande vanto è…”
Uno sguardo al mercato, il senso di appartenenza e poi spazio ai ricordi. Sono gli argomenti trattati dall’ex biancoceleste Angelo Gregucci, intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio: “La Lazio è in costruzione nell’evoluzione di un processo che è cambiato, si è cambiata la filosofia e il modo di pensare calcio. Siamo a metà di questo percorso. In questo mercato credo che si possano inserire due profili interessanti per poi continuare a lavorare sull’ossatura della squadra nelle prossime sessioni di mercato. Zaccagni è l’identikit del giocatore che la Lazio dovrà cercare nei prossimi mercati. L’indirizzo del giocatore italiano e giovane è quello giusto”.
LAZZARI – “Lazzari è il modello da perseguire, e bisogna aprire alle seconde squadre così come fa la Juventus dove si possono far crescere e migliorare. È l’occasione migliore perché non si mandano in prestito i giocatori ma sono tuoi tesserati e hai l’occasione di poterli gestire e crescere secondo quelli che sono i tuoi dettami”
SARRI – “Con Sarri non si può sbagliare, bisogna forgiare uomini e non solo calciatori. Il mister lavora molto sui giocatori e può farli crescere bene. Serve costruire attorno ai campioni come Milinkovic, Immobile e Radu una serie di giovani che possano apprendere e studiare anche il senso d’appartenenza laziale”
NAZIONALE – “Purtroppo il mercato dei giovani italiani è complicato e lo dimostrano i dati, il campionato italiano è quello in cui si tesserano meno giocatori di tutti gli altri provenienti dal settore giovanile. Da quest’anno, anche grazie a Mancini abbiamo l’occasione per cavalcare l’onda di questa opportunità per rinnovare il nostro calcio. Diamo spazio ai nostri giovani, facciamoli crescere e migliorare. Dobbiamo far capire ai ragazzi che si gioca per meritocrazia non per altro. Servono nuove idee per valorizzare i giovani. Bisogna migliorare la pancia del nostro calcio. In Spagna ci sono 2003 o 2004 che giocano in nazionale, noi in Italia facciamo fatica a farli giocare in prima squadra. Bisogna far crescere il livello medio delle squadre”
RICORDI – “Il mio più grande vanto è quello di aver accompagnato la Lazio dal periodo più buio della sua storia fino alla rinascita. Sono ancora contento di esser riuscito a lasciare la Lazio in Europa, è un qualcosa che ancora mi emoziona”
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