Lazio, Il Critico Calcistico: "Vi spiego il calcio di Baroni e chi valorizzerà..."
Mancano pochi giorni e la Lazio di Marco Baroni inizierà a fare sul serio. Dopo l’era Sarri e la parentesi Tudor, la Lazio in vista della prossima stagione ha deciso di puntare sul tecnico fiorentino per dar vita a un nuovo progetto di ringiovanimento della rosa e di rinascita. L’addio di giocatori simbolo ha rappresentato la chiusura del vecchio ciclo, l’arrivo di nuovi elementi giovani e vogliosi di far bene, l’apertura del nuovo. Con l'intervento in esclusiva ia nostri microfoni di Luca Balbinetti, diplomato alla Figc in match analyst e famoso sui social - YouTube e Instagram - con la pagina Il Critico Calcistico abbiamo fatto il punto sulla possibile nuova Lazio di Marco Baroni, evidenziandone la filosofia di gioco, alcuni dettagli tattici e analizzando l’evoluzione di alcuni singoli inseriti in una nuova idea tattica.
La scelta di Baroni è stata accolta con un po’ di scetticismo. Secondo te è un allenatore sottovalutato?
“Secondo me la verità sta nel mezzo. Direi una sciocchezza se non ammettessi che parte più indietro rispetto allo status tattico di Sarri e di novità tattica di Tudor. Se, però, la vogliamo bilanciare dobbiamo dire che è una possibilità che Baroni si è meritato sul campo con le idee. Si è meritato di mettersi alla prova con un tasso tecnico superiore e quindi sono sicuro che abbia le idee per performare bene e del fatto che la Lazio può avere delle caratteristiche a lui congeniali. Il punto è capire come si comporterà alla prima esperienza con una squadra più importante rispetto a quelle che ha avuto. Quando sali di categoria in questo modo devi fare i conti con molte altre cose oltre la tattica, come ha dimostrato anche Tudor”.
Tudor era molto rigido e fermo sulle sue idee tattiche, con Baroni dobbiamo aspettarci una squadra più dinamica e duttile? Spesso, anche al Verona, ha cambiato in corso moduli e idee…
“Assolutamente sì. È un allenatore che fa della duttilità uno dei suoi punti di forza, mi aspetto che la Lazio possa cambiare molto anche in base agli interpreti. Lo ha fatto anche nelle uscite di precampionato. Quando gioca Dele-Bashiru è un 4-2-3-1 in sviluppo, quando gioca Guendouzi, invece, si muove da mezz’ala in un 4-3-3. Poi anche il francese si è mosso più vicino alla punta e quindi in alcune situazioni poteva sembrare un 4-2-3-1, però in linea di massima c’è stata quest’alternanza tra i due moduli. Questo fa capire quanto lui tenda a adattarsi alle caratteristiche dei giocatori che ha. In questo senso è un allenatore che comunque fa felice una società, sapendosi comunque adattare al materiale che gli viene messo a disposizione. Da questo punto di vista è molto diverso da Sarri e Tudor. In particolar modo Tudor è un allenatore ancora alle prime avventure, rigido sulle sue idee di gioco, invece Baroni è molto più flessibile”.
Quanto sarà importante Guendouzi nella Lazio di Baroni? Soprattutto in virtù del suo doppio ruolo in fase di costruzione e di aggressione?
“Guardando le caratteristiche dei giocatori ho visto in Guendouzi uno dei possibili giocatori chiave perché mi ricorda il dinamismo che aveva Folorunsho, utilizzato da Baroni sia come trequartista, sia nella mediana a due. Mi aspetto la stessa cosa. Sulla carta Dele-Bashiru dovrebbe essere il sostituto di Guendouzi, ma in realtà non è così. A Frosinone li abbiamo visti insieme, uno sulla trequarti, l’altro in mediana. Questa è la chiave di volta della duttilità di Guendouzi. Un altro aspetto importante è la propensione di Baroni a far alzare la mezz’ala o il trequartista di turno per formare un 4-4-2 in fase difensiva. Le caratteristiche di Guendouzi permettono a Baroni di alzarlo verso la linea degli attaccanti, ma senza perdere la possibilità di correre indietro e riformare la linea del centrocampo. Mi aspetto una gran bella stagione da parte sua. La sua unica pecca è che tecnicamente ha qualcosa in meno rispetto allo stesso Folorunsho. Nel gioco di Baroni chi gioca in quel ruolo può avere 5 o più gol, non so se lui li abbia”.
Si completerebbe con Castrovilli…
“Esatto. Castrovilli è quel giocatore che oggi manca alla Lazio, una mezz’ala sinistra, lo Zielinski di turno. Quel giocatore che qualitativamente fa la differenza, giocando centrocampista, ma che in realtà è trequartista o seconda punta e che gioca molto con l’esterno di riferimento. Alla Lazio manca questo tipo di calciatore, potrebbe essere Castrovilli, ma è un’incognita troppo grande per una questione fisica, ma credo anche mentale”.
Cosa dobbiamo aspettarci da Dele-Bashiru?
“La cosa che mi ha sorpreso di Dele-Bashiru è la propensione netta ad attaccare allo spazio e che, secondo me, gli darà minutaggio perché a Baroni piace molto come caratteristica. Tecnicamente può migliorare”.
In un gioco diagonale come quello di Baroni, dove sono gli esterni ad attaccare la profondità, come ti spieghi la scelta della Lazio di puntare su ali a piede invertito? Non rischiano, per rientrare sul loro piede, di perdere dei tempi di gioco?
“Questo è un ottimo punto di vista. Quello che, secondo me, cercherà Baroni è il supporto sulle vie esterne. I terzini dovranno accompagnare tanto la manovra offensiva, è lì che non ti puoi permettere di perdere dei tempi di gioco. Se quel supporto esterno in sovrapposizione viene premiato allora devo andare per forza al cross, per questo non vedo Marusic a piede invertito, sarebbe poco funzionale al gioco di Baroni. Nelle gerarchie vedo più avanti Lazzari. Quello che cercherà Baroni è l’isolamento in uno contro uno degli esterni. In quest’ottica dell’isolamento, del supporto costante dei terzini che può portare via uomini agli esterni d’attacco, allora quest’ultimi se la possono giocare in dribbling, rientrando sul piede forte per avere più soluzioni come il tiro o il cross in mezzo”.
Magari sul secondo palo, a premiare gli inserimenti, come quelli in cui è specializzato Vecino…
“Io spesso lo sottovaluto, meriterebbe più considerazione. Lui è quel tipo di giocatore che può accompagnare l’azione, rientra in tutto ciò che ci siamo detti a centrocampo. Un giocatore dinamico, che ha i gol nelle gambe. Penso possa essere molto utile, anche se non mi aspetto una titolarità fissa, mi aspetto un altro centrocampista dal mercato della Lazio”.
Ti aspetti più un regista o una mezz’ala di qualità?
“A centrocampo manca qualcosa. In cabina di regia Rovella ha una grande occasione per migliorarsi. È nelle mani di un allenatore che gli affiderà la regia, perché la Lazio passerà sempre per il vertice basso, ma lo farà per andare in verticale. Rovella viene da un calcio diverso, fatto di palleggio, anche all’indietro per attirare la pressione. Con Baroni, invece no, dovrà giocare sempre in verticale ed è questo che manca alla carriera di Rovella per fare il salto in avanti, gli manca quella verticalità nel concetto, nell’abitudine di giocare in verticale. Dal mercato, quindi, mi aspetto una mezz’ala più qualitativa. Un Castrovilli sano”.
Il gioco che descrivi ricorda quello di Cataldi, molto tendente alla verticalizzazione…
“Sono d’accordissimo. A livello di caratteristiche è ideale per il gioco di Baroni. Non penso sia un caso che Cataldi abbia sempre trovato minutaggio e che Sarri ci abbia puntato molto. Penso che comunque che la titolarità di Rovella in amichevole sia un segnale di come Baroni stia tentando di forzare quel cambiamento in lui di cui abbiamo parlato prima”.
Gli esterni saranno chiamati ad accentrarsi, aprendo spazio sulle corsie laterali, quanto questo tipo di movimento potrà valorizzare calciatori come Tchaouna, Zaccagni e Isaksen?
“Io mi aspetto una grande stagione degli esterni della Lazio. Saranno centrali nel calcio di Baroni, soprattutto Zaccagni e Tchaouna. Sul francese, tra l’altro, nutro delle aspettative, l’ho visto bene in amichevole e con la Salernitana, credo che possa essere utilizzato anche per far rifiatare Zaccagni…”
Quindi schierato a sinistra?
“Sì, lo vedo anche lì. Lo ha fatto qualche volta a Salerno e anche in amichevole con la. Ovvio, dobbiamo considerare anche il livello degli avversari, ma penso possa fare dei minuti anche a sinistra, partendo dal presupposto che Isaksen è un altro giocatore che ha avuto delle chance l’anno scorso e in amichevole e ha sprecato la possibilità di mettersi in mostra. Ha inciso molto meno rispetto a Tchaouna”.
Leggo un po’ di delusione nelle tue parole…
“Ho sempre ritenuto Isaksen un calciatore capace di fare bene, anche nel mezzo spazio dove lo schierava Tudor, poi se tre allenatori preferiscono altro in stagione… c’è qualcosa che non va. Lui è un po’ timido, con quella esplosività, con quel fisico e con quella gamba da esterno potrebbe fare molto bene, invece non riesce a concretizzare nulla”.
Anche Castellanos non ha brillato l’anno scorso, quest’anno però ai nastri di partenza dovrebbe essere lui il titolare. Il gioco di Baroni potrebbe portare alla sua esplosione?
“Su questo ho qualche dubbio. Mi aspetto che Noslin in qualche modo giochi, perché Baroni è rimasto impressionato da lui. Nonostante sia un allenatore aziendalista, si è presentato con una richiesta precisa e la Lazio ha sborsato quanto doveva per darglielo. Io Noslin me lo aspetto tra i protagonisti, vedremo se esterno o centralmente. Quel che è certo è che l’idea di gioco di Baroni è perfetta sia per Noslin che per Castellanos. Entrambi riescono a sfruttare molto bene le palle laterali, sia piazzandosi bene, perché entrambi anticipano bene sul primo palo e sia per l’elevazione. Nonostante non sembrino giocatori altissimi, staccano divinamente da terra. Quindi, sono due giocatori che potenzialmente sono in un’oasi felice, tatticamente parlando. Tra terzini che spingono ed esterni in continui uno contro uno, avranno tante palle che arrivano lateralmente. Penso, però, che Noslin presserà Castellanos durante l’anno, Taty dovrà quindi partire forte, sennò alla lunga rischia che l’olandese lo superi nelle gerarchie”.
Anche perché la Lazio ha bisogno di gol…
“Per questo spero che uno dei due possa avere il sopravvento sull’altro. La Lazio potrebbe avere tanti gol dagli esterni, ma se pensiamo che a centrocampo non ha giocatori capaci di andare spesso a rete com’erano Luis Alberto e Milinkovic, allora non può rinunciare ai gol della punta”.
Il Verona di Baroni soffriva molto sul centro-destra, c'è una spiegazione?
"Quando si gioca un calcio verticale, significa farlo anche in difesa. L'azione viene seguita con tanti uomini e in maniera veloce, questo presuppone che la squadra si esponga a un calcio veloce anche dall'altra parte, nella zona difensiva. Quando rincorri, quindi, è molto facile che tu lo faccia alle spalle del tuo centrocampo. Questo accade anche perché magari un giocatore come Guendouzi si alza per formare un 4-4-2 e se ci si trova davanti un centrocampo a 3 si rischia l'inferiorità numerica. Il centrocampo è la zona più delicata, anche perché se ti prendono in contropiede da una situazione in cui si sono alzati tanto i terzini è il centrocampista centrale che deve scalare, quindi si deve decidere se avere un uomo in meno a centrocampo o lateralmente. Questa situazione qui si può venire a creare più volte nel campionato della Lazio".
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Pubblicata il 07/08 alle 8.00