ESCLUSIVA - Belleri: "Se dici derby penso a Di Canio! Temo Nainggolan, ma la Lazio può farcela"
Lontano chilometri dalla Capitale. Ma anche dal Giappone - dove vive e lavora da due anni come direttore tecnico della scuola calcio del Milan a Tokyo - Manuel Belleri butterà un occhio sul derby della Città Eterna. Dopo la vittoria contro l'Udinese, la Lazio affronterà in casa la Roma, nella stracittadina che vale la semifinale di andata di Coppa Italia. L'ex terzino laziale, intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, ha detto la sua sul clima che si respira a Formello a due giorni dal derby.
La Lazio contro l'Udinese vince solo grazie a un rigore senza fare una grande partita, cosa non ha funzionato?
"A volte le partite si possono vincere anche in maniera strana, non sempre si può giocare bene facendo grandi prestazioni: il campionato è lungo. Più che essere molto critici sulla prestazione e su cosa non ha funzionato, penso che ci sia da analizzare quello che è stato positivo. Per quanto riguarda la classifica, ad esempio. La Lazio ha raggiunto un piazzamento importante. le prestazioni a volte non sono all'altezza della situazione ma in certi momenti penso sia giusto guardare il lato positivo".
Ora il derby. Come la vede per la Lazio?
"Sarà molto difficile. La Roma arriva da un momento estremamente positivo, soprattutto per le notizie fuori dal campo, che hanno galvanizzato l'ambiente. C'è stata la vittoria di ieri con l'Inter, in cui c'è stata una bella prestazione. E' complicata, per la Lazio, ma al tempo stesso parliamo di un derby. Sono partite che fanno storia a sé, queste. Sono fiducioso sulla possibilità di un risultato positivo per la Lazio e probabilmente anche l'ultima partita, giocata sottotono da parte dei biancocelesti può anche essere un riflesso della stracittadina che si giocherà".
Secondo lei chi è il più temibile tra i giallorossi?
"Nainggolan è in grandissima forma. Ma in generale, la squadra sta girando bene. Spalletti è un ottimo allenatore. Ma Nainggolan al momento ha qualcosa in più. Anche Dzeko, che sta facendo molto bene. Poi c'è sempre Totti, che nel derby può dare quel qualcosa in più per cambiare le sorti della gara. Però sono davvero fiducioso per la Lazio. Inzaghi sta facendo molto bene, l'ambiente è positivo. Ci sono i presupposti per fare una grande partita".
Chi può essere, invece, l'uomo-derby della Lazio?
"Immobile credo che sia un giocatore in grado di diventare davvero importante. Lo ha dimostrato con i suoi gol in diversi momenti in cui ha avuto la possibilità di sbloccare la partita. A volte qualche prestazione, specialmente nelle ultime partite, non è stata all'altezza, ma questo fa parte del cammino di un giocatore in campionato. Se devo dire uno, dico quindi Immobile: secondo me ha le caratteristiche giuste, soprattutto la freddezza per fare la differenza".
Diceva dell'ambiente giallorosso galvanizzato dall'accordo sullo stadio. Anche la Lazio ha annunciato di voler procedere, scartando però l'ipotesi Flaminio. Che idea si è fatto di questa questione?
"Io ho avuto la fortuna di giocare sia all'Olimpico che al Flaminio. Sono due stadi molto belli, in più il Flaminio sarebbe già pronto, andrebbe solo restaurato prima di essere riutilizzabile. Però penso che il fatto che la Roma abbia la possibilità di costruire questo stadio abbia dato il via all'iniziativa di altre società. Credo che la Lazio la pensi in questo modo: il permesso accordato alla Roma, la quale ha ottenuto il suo progetto, faccia sì che il club laziale si possa accodare costruendo il proprio impianto in una zona diversa. Con la possibilità di gestirlo e di fare uno stadio più su misura della società e dei tifosi".
Da ex terzino destro, come lo sta vedendo Patric?
"Sta facendo molto bene, è un ruolo difficile da ricoprire. Ci sono dei meccanismi particolari in fase difensiva, quando sbagli a questi livelli diventa un errore importante perché subisci dei gol. Penso stia facendo bene, c'è da dare merito alle scelte dell'allenatore e della società he le ha supportate. Credo che ci siano prospettive rosee per questo giocatore".
Se le dico "derby di Roma", qual è il primo ricordo che le viene in mente?
"Sicuramente il gol di Paolo Di Canio l'anno prima che arrivassi io, su passaggio di Liverani. Credo che sia stato un derby molto sentito, c'era grande tensione. Poi era uno dei primi derby, se non il primo in assoluto, che Paolo giocava dopo il suo ritorno alla Lazio, c'era moltissima tensione. Io non ero ancora arrivato a Roma, ma questo si percepiva dai giornali e dagli altri mass-media. Riuscire a coronare questa partita con un gol di Di Canio, penso che abbia reso questo derby un dolce ricordo anche per i tifosi della Lazio".
Una curiosità legata al suo presente, a migliaia di km da Roma e dal derby: lei lavora da due anni in Giappone. Come sta crescendo il calcio in questo Paese e come lo vive la gente?
"E' un popolo molto particolare, radicato nel proprio passato. Ci sono ampi margini di miglioramento per quanto riguarda la personalità dei giocatori. Essendo persone molto chiuse, è difficile trovare calciatori che esprimono le proprie emozioni. Nel calcio a volte giocatori esuberanti, arroganti, sono un vantaggio in più per quanto riguarda la personalità. Penso che il Giappone sia a un buon livello calcistico, ma gli mancano quei giocatori che possono permettere il salto di qualità a livello internazionale ma anche nelle competizioni locali. L'avvento di alcuni allenatori italiani, come lo stesso Ficcadenti, può contribuire a colmare questo gap insegnando soprattutto la filosofia di calcio italiana e introducendo degli allenamenti per quanto riguarda la personalità e la capacità di prendersi responsabilità durante il gioco".
Infine, torniamo alla Capitale. Difficile esprimere un pronostico, ma chi si aspetta di vedere in finale di Coppa Italia?
"Io mi auguro che la Lazio riesca a portare a termine il suo cammino e andare fino in fondo. Se lo merita Inzaghi e se lo merita la squadra. Stanno facendo grandi cose, considerato l'inizio di campionato un po' travagliato, con qualche difficoltà. Questo è la dimostrazione che il lavoro e la competenza dei giocatori può superare qualsiasi gap. Io spero quindi che la Lazio possa riuscire ad arrivare in finale e magari a vincere la competizione. Sarebbe il giusto coronamento del lavoro dell'allenatore, di conseguenza di tutte le persone che lavorano con lui nella società. E ovviamente anche per i tifosi".
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