Lazio - Fiorentina, Sarri in conferenza: "Siamo migliorati. Il problema sono i vecchi, non i nuovi"
La Lazio vince all'ultimo respiro. Immobile è perfetto dagli undici metri e regala ai biancocelesti tre punti fondamentali in ottica Europa. Una vittoria sudata, ma soprattutto voluta dagli uomini di Maurizio Sarri che, dopo il triplice fischio, è intervenuto in conferenza stampa per commentare la prestazione della squadra, rispondendo alle domande dei giornalisti presenti nella pancia dell'Olimpico.
Inizia un nuovo campionato?
"La Lazio nelle ultime partite ha fatto punti, buone prestazioni e vinto partite difficili come quella di oggi. La Fiorentina è una squadra di grande palleggio e che ti mette in difficoltà, come si è visto nel primo tempo. Poi la squadra è cresciuta, nel secondo tempo non ha rischiato niente e ha prodotto quattro o cinque palle gol. Questo certifica che la vittoria è meritata, ora bisogna continuare perché se si vuole stare in zone importanti di classifica, zero punti contro squadre di medio-basso livello li paghi per mesi".
Come si spiega certi momenti di sofferenza?
"Non siamo il Bayer Monaco. Quando si gioca contro squadre del nostro stesso livello nell'arco delle partite i momenti di sofferenza vengono fuori sicuramente. Qualche reazione mentale strana c'è, perché il gol segnato dalla Fiorentina ci doveva dare benzina, invece ci ha portato in sofferenza per qualche minuto, come se fossimo intimoriti dopo quella situazione. Non è una novità, ma rispetto ai due anni precedenti siamo migliorati nella capacità di restare in partita. Nelle scorse partite contro di loro abbiamo concesso molte palle gol, oggi no. Su queste basi abbiamo vinto".
Oggi è la tua vittoria, visto il gol arrivato dalla panchina...
"Lo so, ma se poi metto uno e si fa autogol sono un imbecille? (ride,ndr) I cambi devono essere logici, poi nessuno ha la sfera di cristallo, non posso sapere che fanno la giocata decisiva per la partita".
A che punto siamo sul processo di crescita dei nuovi?
"Il processo di crescita dei nuovi non è neanche lentissimo. I ragazzi vengono da altri campionati, tranne qualcuno, non sanno la lingua. Il nostro problema all'inizio del campionato sono stati i vecchi che non hanno reso come la scorsa stagione. Ora si inizia a entrare in una fase stagione in cuo bisognerà considerarli tutti giocatori della Lazio, nè nuovi nè vecchi".
Com'è entrato Kamada?
"Kamada è un giocatore che a me piace moltissimo. Gioca semplice e muove la palla con naturalezza. Non ha giocate lunghe ma ha buoni inserimenti. Purtroppo quando gioca con Luis Alberto nei momenti in cui si perde di mano la partita si va in sofferenza e questa, come quella contro il Feyenoord, già lo era di suo. Negli ultimi tempi ho preferito fare scelte diverse e quando li ho schierati insieme ho messo Vecino vertice basso. Mi dispiace non utilizzarlo di più".
Il momento di Immobile?
"Il gol può aiutarlo sicuramente. Ma penso che Immobile ha bisogno di fare quello che non ha fatto negli ultimi sei mesi, allenarsi con continuità. Quando un giocatore di 33 anni si trova a fare per mesi quindici giorni di allenamento sì e quindici no, è chiaro che cala di condizione e questo da un punto di vista psicologico lo manda in sofferenza. Il gol lo può aiutare, ma soprattutto lo aiuterà allenarsi per un paio di mesi senza interruzioni. Abbiamo la fortuna di avere Castellanos che si sta inserendo abbastanza bene, d'altronde questa mattina dovrebbe essere stato convocato in Nazionale per la prima volta. In questo momento è giusto premiare questo ragazzo, ma non è una bocciatura per Ciro. Noi lo stiamo aspettando".
E' la vittoria della pazienza?
"E' un pregio. Perché quando incontri squadre come la Fiorentina la partita in un certo momento ti porta in sofferenza. In questi casi bisogna mettersi lì e soffrire di colletivo, cercando di mettere la testa fuori e cercare di uscire. Oggi abbiamo fatto un primo tempo a sprazzi: con fasi di sofferenza e di buon gioco. Abbiamo sprecato molte palle recuperate nella metà campo avversaria. Nel secondo tempo abbiamo fatto la partita".
La solidità della squadra?
"L'anno scorso abbiamo avuto un lungo periodo in cui in partita ci rimanevamo per solidità. Quest'anno lo stiamo facendo più a fatica, anche se negli ultimi tempi segnali positivi li stiamo dando. Oggi ci stiamo rimanendo con più sofferenza, ma anche con capacità di andare oltre. Questo dal punto di vista caratteriale è un punto a favore. Poi c'è da crescere in personalità perché alcuni stadi ancora si soffrono".
Sta mancando l'ultimo passaggio a destra?
"A destra c'è Felipe Anderson che io amo. E' il giocatore potenzialmente più forte di questa squadra, se mette da parte dei difetti di carattere e discontinuità giocherebbe nei migliori club al mondo. Ieri ha fatto un allenamento perfetto. Gli ho detto che se oggi avesse fatto 15' di quell'ora di allenamento eravamo apposto. Fa vedere cose fenomenali. Ci manca, forse, un esterno bravo ad andare senza palla sulla profondità. Quando troviamo squadre che ci mandano uomo contro uomo è chiaro che faciliti l'aggressività avversaria, ma la aggiri attaccando alle spalle".