Lazzari esclusivo: "Questa Lazio è differente. Baroni, capitano e Sarri, vi dico tutto!"

Pubblicato il 17/07
18.07.2024 07:30 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Alessandro Zappulla - Lalaziosiamonoi.it
Lazzari esclusivo: "Questa Lazio è differente. Baroni, capitano e Sarri, vi dico tutto!"

AURONZO - Un ritiro spremuta, Baroni li sta spolpando. Se fatica anche uno come Lazzari: "Mamma mia, sono distrutto". Il terzino arriva stremato all'intervista con noi. Neanche la vasca piena di ghiaccio riesce a dargli sollievo. Sorride. "Questo è il ritiro più duro da quando sono qui", aggiunge con un sospiro. Chiacchierata tranquilla, c'è tempo per toccare tutti gli argomenti. Dai complimenti a Baroni al ringraziamento per Sarri: "Mi ha cambiato la carriera". Lui capitano? "Non potrei mai farlo, sono uno troppo fumantino". Si è visto nei derby: "Non ci dormo la notte".

È una nuova stagione, è cambiato tantissimo. Sono andati via molti giocatori importanti: da Luis Alberto a Felipe Anderson, fino a Ciro Immobile. Cosa ti è rimasto di loro?

“Voglio innanzitutto ringraziarli perché ci hanno dato tanto in questi anni. Soprattutto Immobile mi ha insegnato molto a livello personale, sia dentro che fuori dal campo. A lui va un ringraziamento speciale. Quest'anno avremo molta più responsabilità visto che sono andati via molti senatori. Però abbiamo iniziato il ritiro nel migliore dei modi, il mister è veramente bravo. Ci stiamo dando da fare e dobbiamo continuare su questa strada”.

Che sensazioni hai su questa nuova Lazio che sta nascendo?

“Sono arrivati tanti giocatori giovani, forti fisicamente, che corrono molto. Sta nascendo una Lazio diversa, con più energie. Speriamo con il nostro aiuto di riuscire a integrare tutti al meglio sin da subito per partire alla grande”.

Questi nuovi giocatori che sono arrivati incuriosiscono anche un po’ i tifosi, non solo gli addetti ai lavori. C’è qualcuno che più di tutti ti ha stupito in maniera particolare? Qualcuno magari già più integrato o più pronto…

“Qualcuno lo conoscevo già. Ti dico la verità: sono tutti dei bravi ragazzi che hanno voglia di fare e di dimostrare, che sono partiti dal basso e sono arrivati qua con tanta fame per migliorare. Anche l’ultimo, Nuno Tavares, si è subito messo a disposizione, è un giocatore forte. Penso che ognuno di loro ci darà una grande mano perché sarà una stagione lunga, con tante partite e avremo bisogno di tutti”.

Tra le tante novità è arrivato anche il terzo allenatore dopo Sarri e Tudor. Quanto cambia la situazione con Baroni? Si vedono degli allenamenti molto duri…

“Questo ritiro per ora è molto tosto (ride, ndr.). Gli allenamenti sono molto intensi, soprattutto con la palla. Il mister vuole intensità e riaggressione. Sono allenamenti molto duri ma anche divertenti perché giochiamo tanto con il pallone. Baroni è molto bravo, è una persona preparata, umile, che quando si deve arrabbiare si arrabbia. Per ora mi sta veramente stupendo. Dobbiamo continuare a seguirlo perché siamo solo all’inizio”.

State preparando il 4-2-3-1, ma anche il 4-3-3. Come cambia l’assetto tattico in campo con mister Baroni? Abbiamo l’impressione che gli esterni di difesa vadano parecchio in avanti.

“Sì, quando abbiamo la palla ci chiede di spingere molto. Questa è una cosa molto bella perché mi piace attaccare. Allo stesso tempo però non ci dobbiamo dimenticare che siamo dei difensori e che per prima cosa dobbiamo difendere. Il 4-2-3-1 è un modulo che non avevo mai fatto, non penso che cambi molto dal 4-3-3. Ci sta piacendo parecchio, in allenamento ci stiamo divertendo e dobbiamo metterlo in pratica anche in partita”.

Sei arrivato alla Lazio quando c’era Simone Inzaghi per quella tua propulsione sulla fascia da quinto di centrocampo. Con Sarri ti sei dovuto un po’ reinventare da esterno basso di difesa: diceva ‘Lazzari è quasi un lusso’. Tudor invece ti utilizzava invece a destra e a sinistra. Ma chi è oggi Manuel Lazzari? Hai modificato tanto il tuo ruolo…

“Sono arrivato alla Lazio sei anni fa come quinto di centrocampo perché avevo giocato alla SPAL sempre come quinto di destra nel 3-5-2. Poi è arrivato mister Sarri, che un po’ mi ha cambiato la carriera. Ho imparato un nuovo ruolo: fare il terzino mi piace molto perché ho tanto campo davanti e più spazio da attaccare. È normale che sono dovuto migliorare molto in fase difensiva e tutt’ora devo migliorare. Ma sono sicuro di essere cresciuto molto, di aver fatto tanto in allenamento e spero anche quest’anno di poter aiutare la squadra”.

Gli obiettivi personali sono sempre importanti, a prescindere da quelli di squadra. C’è qualcosa che ti sei prefissato, magari da abbattere o da superare? A volte dicono che sai difendere poco, che sei bravo nell’offendere o che non vieni considerato come un titolarissimo. C’è qualcosa che vuoi dimostrare quest’anno?

“È da quando gioco a calcio, dalla Serie D alla Serie A, che ogni anno ci sono delle perplessità su di me. Ho sempre dovuto dimostrare qualcosa, non mi hanno mai regalato niente. Sinceramente non ascolto più ciò che viene detto fuori, sono talmente abituato che ci dò meno peso. Ho sempre dovuto guadagnarmi qualcosa, a partire dalla Serie D. Io cerco di allenarmi sempre al massimo, di aiutare la squadra sia in allenamento che in partita. Non c’è una cosa principale che devo far vedere, cerco sempre di dare il 100%”.

Magari un tuo sogno nel cassetto può essere la Nazionale…

“Certo. La Nazionale è sempre il punto più alto per un giocatore. Ho avuto la fortuna di essere convocato qualche volta e di fare alcune partite. Sono molto orgoglioso di ciò che ho fatto e spero di continuare a farlo ancora per qualche anno”.

Una delle partite a cui si tiene di più è il derby: tu, da senatore, cosa ti senti di dire ai nuovi arrivati che non conoscono questa partita?

“Il derby è proprio una partita che non c’entra niente con tutte le altre. Viene vissuto in città da un mese prima fino a un mese dopo. È davvero particolare. Personalmente è l’unica gara in cui non riesco a dormire né il giorno prima e né il giorno dopo. Ogni anno che passa lo sento sempre di più (ride, ndr.). Nemmeno al mio esordio con la Nazionale ero così teso come quando gioco il derby. Sappiamo quanto la città e i tifosi ci tengano. Io ormai lo sento mio: per noi giocatori è qualcosa di veramente bello e speciale sia giocarlo che soprattutto vincerlo”.

Quanto ti senti addosso la Lazio? Tra l’altro ora si parla molto del nuovo capitano, anche se tu non sei mai stato inserito in lizza. La fascia poi ha senso fino a un certo punto, il capitano è molto nella testa…

“Io non ho il carattere per portare la fascia. In campo sono un po’ fumantino, non riesco a gestire certe cose. È meglio lasciarla a qualcun’altro (ride, ndr.). È normale che senta tanto la Lazio. Sono sei anni che sto qui, ormai non è più facile trovare un giocatore che rimane così tanto tempo nella stessa squadra. In questa città poi sono diventato anche padre. Sto veramente bene qua, la Lazio me la sento addosso. Ogni partita cerco di dare il massimo non solo per i compagni, ma per la maglia e per i tifosi perché so quanto è importante”.

Che poi è un affetto ripagato perché i tifosi ti vogliono bene…

“Sì, certo”.

Riguardo Baroni, ci aiuti a capirlo un po’? Magari ci puoi dire qualcosa che non sappiamo, che non abbiamo visto. È un mister che anche noi dobbiamo imparare a conoscere…

“Io personalmente non lo conoscevo, al massimo ci ho giocato contro. Sono due settimane che stiamo insieme, è una persona molto preparata, umile, che quando ti deve dire determinate cose te le dice in faccia. È diretto. In questi primi giorni mi ha impressionato”.

Il clima in questo momento è quello che è. Il cambio di tanti giocatori lascia dei punti interrogativi, la gente vuole scoprire questa Lazio e forse anche voi volete capire di che pasta siete fatti. Tu però concettualmente la squadra dove la collocheresti? C’è un obiettivo che vi siete prefissati? È una Lazio da Europa League, che può insidiare il gruppo della Champions…

“Non mi sento di dire dove possa arrivare questa Lazio. È un cantiere aperto: sono andati via tanti giocatori e ne sono arrivati di giovani. È ancora troppo presto per fare delle previsioni. Quest’anno cercheremo di fare il massimo in Europa League provando ad andare fino in fondo, così come in Coppa Italia. Dobbiamo solo migliorare il campionato, che alla fine è l’unica cosa che è mancata l’anno scorso. Poi siamo anche riusciti ad arrivare in Europa League, che non sembrava nemmeno così scontata a metà stagione”.

Hai fatto riferimento a Nuno Tavares. La concorrenza aumenta, anche se su fasce differenti. Che tipo di giocatore è?

“È un giocatore fisico, veloce, di personalità. È davvero un grande calciatore: non a caso è stato al Benfica, all’Arsenal, al Nottingham Forest. È un bravo ragazzo. Sicuramente ci darà una grande mano visto che ci sono tante partite e avremo bisogno di tutti”.

Hai un obiettivo personale, un sogno nel cassetto, che speri che si possa realizzare quest’anno?

“Io sono arrivato qua sei anni fa e abbiamo vinto subito la Supercoppa Italiana. Ho ancora impresso il ricordo di quando siamo atterrati a Fiumicino alle 6:30 del mattino, c’era l’aeroporto pieno di gente. Il mio sogno è senza dubbio quello di vincere di nuovo un trofeo con la Lazio, che è anche lo stesso di ogni mio compagno. Ognuno di noi sa quanto sia bello vincere una coppa qui”.

Infine, un messaggio per i tifosi.

“Innanzitutto voglio ringraziare i tifosi per quello che hanno dato a me e a tutta la squadra in questi anni. Anche la scorsa stagione sono sempre stati al nostro fianco nonostante tutte le difficoltà che abbiamo avuto. L’unica cosa che voglio dirgli è che noi ogni partita daremo il massimo per questa maglia, cercando di vincere per renderli felici, per alzare un trofeo o comunque fare una stagione importante.

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