Figc, Gravina: "Dall'emergenza Covid al futuro di Mancini, passando per i playoff. Vi spiego..."
Nel giorno della candidatura per la sua rielezione al vertice della Figc, Gabriele Gravina ha esposto i punti principali del suo programma. A partire, riporta la rassegna stampa di Radiosei, dalla situazione emergenziale causata dalla pandemia di Covid-19, che ha allontanato i tifosi dagli stadi e privato le società degli introiti dati dal botteghino. Il presidente ha spiegato: "Il danno emergente è disastroso. Quello futuro ancor di più. Pensare di salvare i conti con il pubblico sarebbe un sogno. E un errore di strategia. Noi chiediamo altro. Che il Paese abbia considerazione di ciò che facciamo per l'economia, la società e per la cultura, continuando a giocare in mezzo a questo dramma". Sul vaccino Gravina ha detto di "non vedere l'ora di farlo", ma guai a parlare di corsie preferenziali per i calciatori. Anzi, dovrebbero essere medici e operatori sanitari, già vaccinati, i primi a tornare a riempire gli impianti sportivi.
UN PLEBISCITO - In merito alla sua candidatura Gravina ha sottolineato che il consenso sul proprio nome, all'interno di ogni categoria, era praticamente unanime. Una responsabilità personale, di certo, ma anche un punto di forza per il calcio. Subito dopo il numero uno della Figc ha parlato di Dal Pino di cui "apprezza l'equilibrio", e di Malagò: "Dopo esserci conosciuti un po', la nostra relazione è diventata ottima".
EUROPEI E MANCINI - Inevitabile una battuta sugli Europei del 2021 e sul contratto di Roberto Mancini: "Farò di tutto per tenerlo. Il mio vantaggio è la sua sensibilità verso l'azzurro. Mi ha detto: quando vuole ne parliamo. E presto ne parleremo. Ci sono tutte le condizioni per dare continuità a un progetto di medio-lunga scadenza".
PLAYOFF - Sulla possibilità di inserire i playoff nel campionato di Serie A, Gravina ha indicato nella riforma del calcio professionistico, semiprofessionistico e dilettantistico la priorità. Questo nonostante sia ancora convinto che la "nuova formula" darebbe al calcio un appeal diverso. Sull'ipotesi di utilizzarli di fronte a una terza ondata della pandemia, il presidente ha spiegato: "Speriamo di non doverne fare uso. Mi dico che non accadrà. Siamo già passati nell'occhio del ciclone".
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