Lazio, tris e magie coi suoi tenori: Salernitana ko e sosta al quinto posto
ROMA - La zuccata di Ciro, il furto con scasso di Pedro, l'angolo visionario di Luis. È una Lazio da impazzire quella che all'Olimpico centra il sesto risultato utile consecutivo nel ciclo di fuoco di sette gare (Europa compresa). 3-0 alla Salernitana, rintontita da una squadra matura, concreta, forse la più bella sul piano estetico del campionato. Spazzata via anche la cattiva abitudine di non riuscire a vincere dopo l'Europa League, sintomo di una crescita evidente sul piano caratteriale di squadra. E, non meno importante, un Reina che sigilla la propria porta per il secondo clean sheat consecutivo all'Olimpico. Insomma, gli ingredienti per trascorrere una buona sosta ci sono tutti. Soprattutto se, guardando la classifica, questa Lazio soggiorna al quinto posto con vista a ridosso della terrazza Champions (Atalanta a -1).
LAZIO TIPO - Sarri sembra aver trovato la sua quadratura di squadra, in campo ci va la Lazio titolare. Per la prima volta nessuna sorpresa rispetto alla vigilia. Allora tridente dei soliti tenori, coesistenza di Luis Alberto e Milinkovic, grazie al confermato Cataldi, e difesa senza alcun dubbio complice l'infortunio di Lazzari. Colantuono recupera Ribery (qualche problema in settimana) e lo inserisce di scorta alle spalle di Simy e Bonazzoli.
DIESEL - Una Lazio forse un po' troppo sul velluto nella prima mezz'ora di gara: esteticamente impeccabile, concreta zero sotto porta. Il pallone viaggia veloce sotto l'orchestrante Cataldi, ma qualche rifinitura di troppo porta al fallimento di almeno quattro nitide palle gol. Si ricuce molto, si conclude poco nella porta di Belec. Insomma, sembra il classico primo tempo sotto ritmo della Lazio nell'attesa di ingranare. A toglierla dall'empasse c'è il solito gol risolutore di mister 161 in biancoceleste: Immobile aggiusta il mirino e con la testa rifinisce in rete un campanile alzato, sempre di testa, da Pedro dopo galoppata sul fondo di Milinkovic. Bastava poco, la giosta ora è ufficialmente partita. Se ne accorge - tardi - anche Gyomber, quando decide di esibirsi in un leziosismo di troppo accanto a Pedro: lo spagnolo ruba e raddoppia, siglando il suo terzo gol consecutivo. Applausi e intervallo, bella Lazio.
QUALITÀ AL POTERE - La sveglia nella ripresa la suona subito l'entrante Djuric, traversa piena sugli sviluppi di un corner dopo un'incornata solitaria. È il taser che riporta la Lazio con la testa nella partita. E la Lazio, la partita, da questo momento in poi la comanda. Stavolta in modo razionale e funzionale: giro palla che sfianca la Salernitana, che spesso neanche ci prova più a inseguire. Giusto Ribery prova a suonare la carica con una serpentine delle sue che centra il palo a Reina battuto. Quello stesso palo che non si oppone invece, dall'altra parte, al 3-0 chirurgico di Luis Alberto: cambio campo fatato di Felipe Anderson, stop del Mago e angolo visionario per il tris biancoceleste. Il finale è buono solo per regalare minutaggio a Zaccagni e qualche passarella d'onore a una Lazio che ora deve solo godersi la sosta.
Pubblicato il 7/11