Immobile a Radio Laziale: "125 anni un traguardo storico. La Lazio ti avvolge come una mamma"

09.01.2025 08:15 di  Lavinia Saccardo   vedi letture
Immobile a Radio Laziale: "125 anni un traguardo storico. La Lazio ti avvolge come una mamma"
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Ha scritto pagine indelebili di storia biancoceleste. Ha siglato gol storici, scalato le classifiche dei marcatori più importanti d'Europa. Ha regalato gioie indimenticabili e ha condiviso con il suo popolo della anche momenti di crisi. Il migliore marcatore di sempre della squadra biancoceleste in tutte le competizioni, Ciro Immobile, ha parlato in esclusiva ai microfoni di Radio Laziale, nel giorno dei festeggiamenti per i 125 anni di storia della Lazio.

“Volevo fare gli auguri ai laziali. 125 anni sono un traguardo storico, importante ed emozionante. La società è ricca di storia con presidenti, allenatori e giocatori e migliaia di tifosi che l’hanno amata e la amano. Far parte di questa storia è motivo di orgoglio. Alla fine quello che ti resta quando vai via sono i ricordi che mi danno la forza anche qui di avere lo stesso entusiasmo che voi avete visto in questi anni. Sono felice di far parte di questa storia perché 125 se ti fermi a pensare sono davvero tanti.

Ci sono stati episodi che mi hanno portato a spingere di più, a volere di più. Il periodo pre-Covid è quello che è stato più bello. Alla fine ci sono stati momenti difficili, quando sono arrivato andava sostituito Klose che era per la Lazio un pezzo importantissimo quindi non è stato semplice, ma alla fine quando sono andato via non ho avuto rimorsi o rimpianti perché per la Lazio ho dato tutto.

Non ho mai dato la colpa a nessuno del mio andare via. Era una questione personale: quando sei stato in un posto tanti anni e ti hanno amato così tanto probabilmente fanno fatica ad accompagnarti alla porta. Si deve avere l’intelligenza, quando ami così tanto una cosa, di capire quando è meglio farsi da parte. Ho dato tutto, è stata bellissima avventura. Prima che accada qualcosa di brutto che rovini il percorso bisogna dire “è stato bello, ci rivediamo più avanti”. Anche per stimoli personali, la Lazio aveva bisogno di altro e io volevo risentirmi come nell'ultimo anno e mezzo alla Lazio.

A Roma torno spesso. Qui a Istanbul sto bene. Mi capita di tornare a Roma, ho casa lì e credo che tornerò lì alla fine. Vorrei finire il mio percorso qui nel migliore dei modi e poi vorrei poter salutare la mia gente, è il mio chiodo fisso. Se ci sarà la possibilità di tornare ne sarei felice, chissà il futuro cosa mi riserva. Qui ho due anni di contratto ma vorrei continuare a giocare, non so se qui o da un’altra parte.

Potete chiederlo a Baroni, quando sono stato con lui avevo capito la situazione. Questo non mi ha fatto cambiare idea. La stagione è lunga, si vivono momenti belli e brutti. Per quello che ho dato e ricevuto non mi andava di rivivere momenti simili al post Sarri. Quando sono andato via gli ho detto: “Mister io sono stato il capitano fino a poco fa”, mi sono raccomandato. Mi fa solo piacere quello che sta facendo la Lazio. In campionato fa bene, le partite sono belle, divertenti, abbiamo giocato spesso in contemporanea, a volte non l’ho vista. La squadra lotta, si impegna, si aiuta, visto da fuori sembra un bel gruppo. Prima del derby e dopo ho parlato con qualcuno, ho avuto un po’ di nervosismo post derby.

Il momento più bello? Quando lottavamo per lo scudetto. Quella era una squadra che andava in campo senza preoccupazioni, senza pensare a nulla. Era una squadra che lottava su ogni pallone, lo dimostrava la classifica. In quella stagione ci fu il Covid, ma nonostante tutto sono riuscito a vincere classifica marcatori, scarpa d’oro, siamo andati in Champions. Ti rimane il rimpianto per quello che potevamo fare. Arrivavano partite che dopo 15 minuti erano finite, era una Lazio straordinaria. Io non ho rimpianti e rimorsi, perché lo sento nelle vostre dichiarazioni, di quelle dei laziali quando parla di me. Alla fine nel calcio ti restano le emozioni che hai lasciato alla gente, quelle non le cancella nessuno. Questo è quello più importante per me.

Se dovessi scegliere, per un post carriera, è ovvio che la mia priorità è la Lazio. A volte il peso dell’importanza del giocatore può dare una responsabilità che diventa impegnativa. Voglio continuare a giocare ancora, ma nel mio pensiero ci sarà il tornare a Roma. Sicuramente ci tornerò a vivere. 

Una parola per descrivere la Lazio? La Lazio ti prende, ti avvolge come una mamma avvolge il proprio figlio. Devi essere mentalmente pronto, perché sappiamo che più è grande l'amore e maggiore può esere la delusione. Ero pronto a tutto. La gente della Lazio non ha mai perso il rispetto per me e io mai per loro. 

Poche società al mondo hanno così tanta storia, possono dire di aver costruito una società così dal passato. I laziali devono esserne orgogliosi. Portare avanti una società così non è facile, con tutta la passione e l’amore. Bisogna portarla a 150 anni, 200 anni…

Mi basta sapere che la gente si ricordi di me per quello che ho fatto”.