Women, Grassadonia: "Il gruppo è sacro. Vi racconto un retroscena di Lazio-Juve"

27.09.2024 14:30 di  Martina Barnabei  Twitter:    vedi letture
Women, Grassadonia: "Il gruppo è sacro. Vi racconto un retroscena di Lazio-Juve"

Un nuovo appuntamento di "Ente Morale" è andato in onda sui canali ufficiali della Lazio, il primo ospite è stato Gianluca Grassadonia. Queste le parole del tecnico della Women: "Io penso che il leader debba avere grade senso di responsabilità e saperlo veicolare al gruppo di lavoro, con grande passione. Alle mie giocatrici dico sempre che se si deve fare una cosa la si deve fare fatta bene. Bisogna dare delle risposte a chi ci mette nelle condizioni di lavorare in un certo modo e produrre ciò che la società si aspetta”.

“Torno indietro di qualche giorno, nel pre gara della partita con la Juve. Vengo riconosciuto come una persona dura, non penso di esserlo, ma sono me stesso. Chi hai di fronte, soprattutto quando sei alla guida di un gruppo, si rende conto se mascheri o dici ciò che non pensi. Per me è fondamentale che la squadra riconosca questo, ma è giusto che riconosca anche in un allenatore l’essere giusto sempre e comunque. Deve essere leale, meritocratico e corretto. Io non so se come allenatore sono bravo o meno, ma mi piacerebbe se tra dieci anni le mie giocatrici incontrandomi possano ricordarmi come una persona leale”.

Ho tre figli, due femmine e un maschio. Lui voleva seguire le orme del papà, ma mi sono reso conto che il calcio non era la sua strada. Rendeva di più studiando. Un giorno fece un provino per una squadra importante, il selezionatore aveva giocato con me e quindi lo conoscevo personalmente. Lesse la distinta e mi chiese se Raimondo Grassadonia fosse mio figlio, riposi che era un omonimo. Mia moglie non mi ha parlato per due mesi, volevo che fosse valutato per il calciatore che era e non per essere il figlio di. Io non regalo nulla. Domenica la formazione era già scritta, è successo qualcosa che non è stato un esempio giusto per il gruppo e ho cambiato il tutto anche a costo di mandare dentro una giocatrice meno pronta ma che aveva avuto un atteggiamento giusto. Il gruppo è sacro, le regole sono sacre e bisogna comportarsi sempre bene. Abbiamo perso ma in realtà la partita l’abbiamo vinta prima di scendere in campo perché hanno capito l’importanza di quello che è accaduto”.

“Il mio obiettivo principale è quello di non deludere chi mi ha voluto qui, chiedendo molto a me stesso chiedo molto anche al mio gruppo. Cerco di trasmettere loro il senso di responsabilità e rispetto. Loro sanno che le rispetto tanto e sono molto affezionato a loro, spero di rimanere qui il più a lungo possibile”.

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