Stadi vuoti, i vertici dello sport italiani chiedono aiuto al Premier Draghi
Da oltre un anno in Italia gli stadi sono chiusi a causa della pandemia in corso. Questa decisione sta portando sul lastrico molte società sportive in Italia che hanno visto le casse prosciugarsi a causa dei pochi introiti. Per questo motivo i vertici dello sport italiano hanno deciso di chiedere aiuto direttamente al Presidente del Consiglio Mario Draghi. Giovanni Malagò, presidente del CONI, Gabriele Gravina, presidente della FIGC, e Paolo Dal Pino, presidente della Lega Serie A, hanno scritto una lettera al Premier per evitare che il problema venga dimenticato.
LA LETTERA AL PREMIER - Questo è quanto è stato scritto: "Illustrissimo Presidente, ci rivolgiamo a Lei in qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri e attuale titolare della delega governativa per lo sport per rinnovarLe un appello che già avanzammo al Suo predecessore Giuseppe Conte, allegandoLe la lettera inviata lo scorso 19 dicembre. Le infrastrutture sportive nel nostro Paese versano in condizioni decisamente critiche e rappresentano, nei fatti, un freno allo sviluppo e alla crescita del sistema nel suo complesso. Ciò che troviamo però ancora più increscioso, se non addirittura nocivo, è la continua insicurezza sulle procedure in argomento che condiziona e scoraggia qualsiasi investimento nel settore. È proprio di qualche ora fa la notizia dell’ennesimo ricorso che rallenta la definizione, e quindi la realizzazione, del progetto di riqualificazione urbana del cosiddetto ‘Viola Park’, dove sorgerà il centro sportivo della Fiorentina destinato ad ospitare anche il settore femminile e tutte le formazioni giovanili, che ha già ottenuto le necessarie autorizzazioni. Nel mondo del calcio sono diversi gli investimenti, come quello di Firenze, che rischiano di essere vanificati dalla burocrazia esasperante e dall’ostruzionismo autolesionistico di associazioni che non riconoscono la legittimità delle procedure stabilite dalla legge. È nostra intenzione coinvolgere il Governo su un piano di riqualificazione dell’impiantistica sportiva, magari anche trovando un riconoscimento specifico nel Recovery Plan di prossima definizione, che consenta all’Italia di avvicinarsi agli standard europei. Una nuova generazione di stadi porterebbe, infatti, vantaggi immediati, soprattutto in termini occupazionali, e sarebbe un grande volano per l’economia del nostro Paese".