LAZIO STORY - 13 maggio 2009: quando la Lazio vinse la Coppa Italia contro la Sampdoria

La Fiorentina prima della Juventus. Il campionato prima della Coppa Italia, il finale di stagione della Lazio non sarà semplice: mercoledì 17 maggio i capitolini si giocheranno la finale contro i bianconeri e potrebbero suggellare questo campionato con un trofeo. La Coppa Italia, spesso, rievoca dolci ricordi in casa biancoceleste. Come quella vinta il 26 maggio 2013 contro la Roma. Oppure anche cose meno belle: come l’ultima finale disputata con quel doppio palo beffardo colpito da Djordjevic. Storia recente, ma pur sempre una pagina della società laziale. Un altro capitolo scritto in questa competizione fu il 13 maggio 2009 quando la Lazio di Delio Rossi vinse il torneo ai rigori contro la Sampdoria.
LAZIO-SAMPDORIA – La 62esima edizione della Coppa Italia vide la Lazio di Delio Rossi arrivare in finale dopo una lunga cavalcata. I biancocelesti superarono prima il terzo e il quarto turno battendo Benevento ed Atalanta. Agli ottavi superarono il Milan, ai quarti ebbero la meglio contro il Torino e in semifinale sconfissero la Juventus. La finale, che si giocò a Roma, fu contro la Sampdoria di Mazzarri che schierava elementi come Pazzini, Palombo, Cassano, Stankevicius e molti altri. I capitolini rispondevano con Ledesma, Pandev, Zarate, Dabo, Lichtsteiner. La cornice era quelle delle grandi occasioni: 61.482 spettatori di cui circa 16.000 tifosi della Sampdoria. La Lazio partì subito forte: dopo appena quattro minuti Zarate dalla sinistra saltò un paio di avversari e da posizione defilata infilò Castellazzi con una conclusione delle sue da fuori area. Palla in rete con una prodezza balistica. La partita proseguì, la Sampdoria tenne botta mentre la Lazio tentò di raddoppiare. Al 26esimo ci andò davvero vicino: Kolarov sparò un missile dei suoi da fuori area, il portiere respinse. Pandev, appostato lì, tentò con il mancino di infilare Castellazzi che però si superò e disse di no al macedone compiendo un miracolo. Gol mangiato, gol subito: la legge non scritta del calcio. Al 30esimo Cassano lanciò in area per Stankevicius che prolungò per Pazzini. L'italiano con un grande colpo di testa mise il pallone in rete. Bella azione e bel gol quello realizzato dai genovesi. Le emozioni ripresero nel secondo tempo, quando dopo appena 48 secondi Cassano fece partire un tiro velenoso, Kolarov però salvò la Lazio togliendo il pallone sulla linea di porta. I capitolini provarono prima con Pandev (tiro respinto da Campagnaro) e poi con Foggia a rendersi pericolosi, poi pian piano si spensero. Dunque si dovette andare ai supplementari. L’overtime fu di stampo blucerchiato, con Cassano e Pazzini che misero davvero paura alla Lazio, fortunatamente entrambi non riuscirono a superare Muslera.
RIGORI - I calci di rigore furono un’emozione continua. Il primo fu battuto da Cassano, l’ex romanista però trovò sulla sua strada Muslera che gli negò la gioia del gol. Per la Lazio rispose Ledesma, che non fallì dagli 11 metri portando il punteggio sull’1-0 per i capitolini. Poi Palombo superò Muslera, che intuì comunque la traiettoria del tiro. Rocchi fallì il successivo penalty colpendo il palo. Pazzini non fallì e spiazzò Muslera, dunque 2-1 Samp. Successivamente un freddo Rozehnal superò Castellazzi. Gastaldello pure non fallì, nonostante Muslera avesse capito la direzione del tiro: il risultato era di 3-2 per i genovesi. Un freddissimo Kolarov non sbagliò il penalty successivo ed anche Accardi e Zarate centrarono il bersaglio. Il punteggio, dunque, era fissato a quattro rigori per parte. Infine Lichtsteiner e Delvecchio segnarono portando il punteggio sul 5-5, quindi si proseguì ad oltranza. Campagnaro si presentò sul dischetto e calciò, Muslera questa volta riuscì ad intuire e parò. Ma chi andò a battere il rigore decisivo? Il calciatore che non ti aspetti. Ousmane Dabo sfidò Castellazzi, i biancocelesti erano a soli 11 metri dalla quinta Coppa Italia della loro storia. Il francese incrociò con il destro e superò il portiere. Gol e vittoria. I tifosi laziali poterono esplodere di gioia, Delio Rossi pianse e Lotito portò a casa il primo trofeo della sua era. Serata perfetta, in pieno stile Lazio. Sofferenza ed infine grande felicità. Ora l’appuntamento con il destino ci sarà il prossimo 17 maggio.