Lazio, Lotito: "Io ci metto la faccia e tutti mi attaccano. Scudetto? Dico che..."

29.10.2024 07:20 di  Lavinia Saccardo   vedi letture
Lazio, Lotito: "Io ci metto la faccia e tutti mi attaccano. Scudetto? Dico che..."
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Il presidente della Lazio Claudio Lotito, uscendo dal consiglio Figc, è stato intercettato dai microfoni dei giornalisti presenti e, come di consueto, ha parlato degli obiettivi che lui stesso e la società biancoceleste si pone, partendo dai lavori effettuati al centro sportivo di Formello, fino ai risultati che sta ottenendo Marco Baroni sul campo: 

"Da quando sono presidente, la Roma ha sempre veleggiato su posizioni inferiori, ma la mia competizione non è con la Roma. A me interessa risolvere problemi. La nostra è una famiglia in cui io metto la faccia e per questo attaccano tutti me. Ma da altre parti sento dire "Avessimo noi un presidente come Lotito!". Nella vita, se ti assumi la responsabilità di una gestione devi farlo fino in fondo. Ho in testa un programma tale che vede la Lazio raggiungere certi obiettivi, sia in termini organizzativi che di risultati sportivi senza fare "la figura della cicala", quella non la farò mai. Io lo ripeto, sono un presidente tifoso, non un tifoso presidente. I tifosi presidenti sono tutti morti dal punto di vista imprenditoriale. 

Lo scudetto? Il denaro è un elemento importante, non un elemento indispensabile, senza il quale non vinci. L'Atalanta lo scorso anno ha vinto l'Europa League e c'erano squadre ben più attrezzate. 

Lo stadio? Stiamo lavorando anche per quello, a metà novembre ci sarà lo studio di pre-fattibilità. Guardate quanti fronti abbiamo aperti. Abbiamo finito il centro sportivo, la prossima settimana inizieremo i lavori dell'academy: ci sarà una scuola, uno studentato, la foresteria per i ragazzi. Quindi "coltiveremo" i bambini dalla scuola calcio, fino a tutti i settori giovanili. Poi ci sarà la chiesa. Per me è fondamentale, perché io voglio educare i giovani ai valori cristiani. I valori del calcio sono il rispetto dell'essere umano, il merito, l'umiltà, la dedizione, il rapporto con gli altri. Il calcio deve stare al servizio della gente, non al servizio di Claudio Lotito. Io sono il proprietario dal punto di vista civilistico, perché proprietario della società. 

Io coltivo passioni, che sono nate nel 1900 quando è stata costituita la società e che sono state coltivate, quindi ho l'obbligo di preservarle, mantenerle  e tramandarle. E poi, come ricordo sempre, il calcio è di didascalico e moralizzatore, il calcio deve insegnare qualcosa, deve aiutare le persone meno abbienti, meno fortunate. Immaginate quanta gente c'è che non ha la fortuna di avere né le disponibili economiche, né le condizioni fisiche e che attraverso la vittoria della propria squadra del cuore, con la prestazione che viene fatta col cuore e con la determinazione da parte dei giocatori, superano le difficoltà della vita quotidiana e diventano stimolo, forza.

Ho realizzato la fondazione appositamente, la quale sta lavorando nelle carceri, negli ospedali, da tutte le parti, perché ritengo che il calcio abbia proprio questo potere mediale, questa grossa capacità di coinvolgere le persone. A tempo delle Olimpiadi si fermavano le guerre, perché il calcio, lo sport era il bene supremo, al di sopra dell'interesse politico, interesse materiale, economico. Dobbiamo essere utili alla società e soprattutto riportare il sorriso nelle persone che sono meno fortunate e che tutti i giorni soffrono per motivi vari.

Il rinnovo per Baroni? L'ho scelto con una funzione e la sta interpretando nel migliore dei modi, perché si sente parte integrante di questa famiglia. Noi abbiamo creato una famiglia dove sono tutti i figli, Baroni è colui che coordina questa grande famiglia dal punto di vista tecnico. Per la squadra deve essere un maestro di vita, come Tommaso Maestrelli. Io non voglio più i nomi, ma i combattenti".

Pubblicato il 28/10