ESCLUSIVA - Gonzalez: "Io, Pintos e il maestro Reja. Ho la Lazio dentro, l'affetto dei tifosi la mia garanzia"
Motorino inesauribile di corsa e velocità, motorino inesauribile di polmoni e cuore. Quando arrivi di soppiatto nella Capitale calcistica biancoceleste e poi diventi uno degli idoli della tifoseria, sei come Alvaro Gonzalez. Da quel primo gol in serie A contro il Brescia il 13 febbraio 2011, da quella telefonata in Uruguay alla famiglia con lo scarpino, ad un addio assai doloroso. Alla ribalta sul palcoscenico laziale: attore protagonista dei biancocelesti targati Edy Reja, uno dei promotori della conquista della Coppa Italia per eccellenza (col gol in semifinale alla Juve), fino alle mille battaglie in Europa League. Fosforo e tanto lavoro sporco, fin dal periodo in prova uno contro uno con Pablo Pintos. Sembra una favola: arrivato di soppiatto, è andato via da idolo. Alvaro Gonzalez, un anno dopo il rumoroso saluto, si confessa in esclusiva ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it
Anno 2010, dopo un periodo di prova la società decide di acquistare il tuo cartellino. Cosa ricordi in particolare di quel periodo?
"Dopo qualche settimana ad Auronzo di Cadore ad allenarmi la Lazio decide di inserirmi in rosa. Avevo una grande soddisfazione, perchè mi sono ritrovato in un periodo di prova e non l'avevo previsto. Per fortuna è andato bene, da lì è cominciata la mia fantastica storia fatta di tante soddisfazioni. Ho sempre avuto la consapevolezza di poter diventare titolare".
Mister Reja ha rappresentato il bivio principale nella tua avventura alla Lazio, che tipo di considerazione hai del tecnico. Può essere definito una guida per te?
"Reja è stato il principale allenatore per me. È stato quello che mi ha dato maggior fiducia e penso di averlo ripagato in tutto. Abbiamo fatto delle ottime stagioni, lo ringrazierò per sempre, gli auguro il meglio come allenatore e come uomo di calcio".
Passiamo al tuo periodo difficile: cosa si è rotto col passare del tempo a Roma, prima del tuo passaggio in prestito al Torino?
"L'arrivo di mister Pioli ha cambiato tutto per me. Avevo fatto un grande Mondiale, ma al mio ritorno ho trovato nuove soluzioni con tanti giocatori nel mio ruolo. Per me non era un problema, mi piaceva confrontarmi, ma non ne ho avuto la possibilità di lottare per un posto. Non ho avuto minuti, sono stato costretto a cercare spazio altrove. Dal tutto al niente, quell'anno è stato negativo. Mi sarei aspettato una chance in più".
Mesi e mesi da fuori rosa poi, come hai vissuto quel periodo da separato e qual è stata la cosa più complicata per te?
"Il modo in cui sono stato trattato alla fine quando tutto sembrava finito con la società. Quel momento è stato terribile, cercavo di andare via, ma non era facile perchè il club voleva monetizzare dalla mia cessione. Mi allenavo fuori rosa con altri giocatori, a volte in Primavera. Durante gli allenamenti facevo il terzino, l'attaccante, a seconda di cosa serviva. Sembravo un giocatore del settore giovanile, ma quando andavo con l'Uruguay mi ritrovavo quasi spaesato perchè tornavo ad essere un professionista. Mi sono sentito un 'nessuno' e non me lo meritavo. Ho dato tutto per questa maglia, i tifosi lo sanno e questo mi lascia tranquillo".
Ma nel cuore dei tifosi il ‘Motorino’ rimarrà sempre presente, ne sei orgoglioso?
"Ne sono felicissimo, ma ricordo con ancora più piacere l'affetto e il sostegno nel mio momento difficile. Anche quando mi incontravano per strada mi rincuoravano. Sono contento di essere rimasto nel cuore, questa è la mia unica garanzia di successo. La mia maglia doveva essere la più bagnata di tutte. Vivo così il calcio, ho sputato sangue per la Lazio. Anche adesso se faccio un giro per Roma vedo tifosi che mi salutano e mi ricordano con piacere".
Ti aspetti qualcosa di importante dal prossimo mercato? Punti al ritorno in Europa?
"C'è sempre la possibilità di giocare ancora in Europa. A 33 anni ancora ci credo, sto bene, nessun problema fisico. Mi sto tenendo la Nazionale, punto al Mondiale in Russia dopo una grande qualificazione. Qualcosa dal mercato mi aspetto, le chiamate ci sono, ora sto valutando e vedremo se tornare in Europa o in altri campionati. Ho tante proposte, presto deciderò".
Stai seguendo la Lazio? Che idea ti sei fatto della squadra e di Simone Inzaghi?
"Sto seguendo la Lazio, ho visto l'ultimo derby. Purtroppo non è andato bene, ma si vede che questa è una bella squadra. Una rosa larga, tanta fiducia nei confronti del mister. Ha giovani con esperienza, altri meno, bisognerà capire tra qualche mese se potranno andare in fondo anche in Europa. Girone tutto sommato facile, ma aspettiamo primavera per capire la caratura di questa Lazio".
Tu hai giocato e segnato in Europa League, può essere un obiettivo per la Lazio?
"Ora viene il momento difficile. La Lazio partiva favorita nel suo girone, bisognerà capire anche la fortuna che avrà nei prossimi sorteggi in caso di qualificazione. Però si può pensare a vincere l'Europa League".
Vuoi salutarci con una dedica finale…
"Ringrazio tutti per il sostegno. Voglio salutare i tifosi laziali, quelli che mi hanno fatto vivere momenti magici, sempre al nostro fianco. Sono rimasti nel cuore e nei miei pensieri. Abbiamo vinto qualcosa che non dimentichiamo mai e neanche loro dall'altra parte di Roma. Un saluto e sempre forza Lazio".
Per la collaborazione si ringrazia Fabio Guardabasso in veste di rappresentante della Stellar Sport Consulting Group che rappresenta l’entourage del Tata.
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