Lazio, Cataldi ricorda la Supercoppa: "La squadra era serena. Punizione? Voleva batterla Milinkovic"

23.12.2020 07:25 di  Edoardo Zeno  Twitter:    vedi letture
Lazio, Cataldi ricorda la Supercoppa: "La squadra era serena. Punizione? Voleva batterla Milinkovic"
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Esattamente un anno fa, il 22 dicembre 2019, la Lazio alzava al cielo la quinta Supercoppa Italiana della sua storia a Riyad contro la Juventus. Danilo Cataldi, eroe e protagonista di quella magica serata, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di S.S.Lazio Agenzia Ufficiale per ricordare il trionfo e il suo gol decisivo.

Cosa ricordi in particolare della preparazione di quella partita?

“C’era molta tranquillità nel gruppo. Ricordo in particolare gli allenamenti che abbiamo svolto a Ryad nei giorni antecedenti il giorno della finale: c’era grande serenità in fase di preparazione della partita, all’interno della squadra c’era molta consapevolezza dei nostri mezzi. Sapevamo di esserci meritati quell’occasione e di avere le possibilità di vincere la Supercoppa. Di solito prima di una finale c’è sempre un po’ di tensione, invece io ricordo un gruppo molto tranquillo e consapevole”.

Raccontaci la punizione...

“Era una buona possibilità per segnare. Non sapevo in quel momento in che minuto ci trovassimo, sapevo solo che mancava poco. Ho chiesto a Milinkovic se poteva lasciarmi quella punizione, voleva batterla anche lui. Mi sentivo di poter calciare bene e, quando il pallone è partito, sapevo che sarebbe andato a finire in rete. Ero già andato ad esultare perché sapevo che la traiettoria si sarebbe abbassata di quel poco necessario per entrare nello specchio della porta juventina”.

Trionfo incredibile contro la Juventus...

“Abbiamo raccolto due vittorie consecutive nel giro di pochi giorni contro la Juventus, avevamo già superato i bianconeri in campionato per 3-1. Alla vigilia della Supercoppa in tanti ci dicevano che sarebbe stato diverso affrontare la Juve in una gara secca nella quale c’era in palio un trofeo. Anche noi, però, negli ultimi anni avevamo già giocato diverse finali e sapevamo che avremmo potuto dire la nostra, e la serenità che si respirava nel nostro spogliatoio derivava anche da questa consapevolezza. Sapevamo di poter offrire una grande partita a prescindere dall’avversario che stavamo per affrontare. Dopo aver vinto la Supercoppa ci sono stati tanti festeggiamenti nel nostro spogliatoio, ci ha rammaricati l’impossibilità di festeggiare quella vittoria all’Olimpico come era capitato in occasione degli ultimi trofei vinti. È stato l’unico rimpianto, sotto questo punto di vista abbiamo vissuto una finale diversa a Ryad, ma quando siamo arrivati alle 5 del mattino a Fiumicino sembrava di essere all’Olimpico, c’era tantissima gente. Nella settimana successiva, a Formello, vennero ancora più tifosi: queste sono state le sorprese più belle dopo aver vinto una coppa lontano da casa”.

Pubblicato 22/12/2020