ESCLUSIVA - Diabolik replica a Di Canio: "La deve smettere con queste dichiarazioni: pensasse all'Inghilterra, alla Lazio ci pensiamo noi"

Pubblicato ieri alle 20.44
13.10.2012 07:44 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Giuliano Corridori-Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Diabolik replica a Di Canio: "La deve smettere con queste dichiarazioni: pensasse all'Inghilterra, alla Lazio ci pensiamo noi"
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© foto di Federico De Luca

Dopo le pesanti dichiarazioni di ieri di Paolo Di Canio, che si è preso beffe di Petkovic, dell'aquila Olympia e di tutto il mondo Lazio, denunciando la perdita dei valori nel mondo biancoceleste, non si è fatta attendere la risposta ferma ma chiara della Curva Nord nei confronti dell'ex beniamino. La Laziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, figura ben conosciuta e centrale del tifo organizzato. "Purtroppo ormai siamo abituati a questa sua sorta di cantilena. Sinceramente, in un momento del genere avremmo voluto sentire tutti tranne lui. È un po' di tempo che avendo il dente avvelenato con il presidente se la prende in generale con tutta la Lazio. Oggi come oggi, questo tipo di battute e di dichiarazioni sarcastiche non ci stanno più bene, stiamo vivendo un momento positivo e vorremmo che l'ambiente continuasse a star tranquillo. Le battute di Di Canio lasciano il tempo che trovano, a parecchi di noi non interessa più di questa persona, che a questo punto tirando le somme nella Lazio era più un peso che altro e un problema per la società e per lo spogliatoio. Pensasse alla sua carriera in Inghilterra, alla Lazio ci pensiamo noi. Se deve dimostrare la sua lazialità attaccandola sempre, preferiamo che non lo faccia. Non ci serve". Non piace all'ambiente biancoceleste il suo atteggiamento sempre polemico, anche quando si parla di gesti esemplari come quello di Klose con il Napoli: "I tifosi che sono rimasti scontenti nel gol di Klose sono una minoranza, la stragrande maggioranza ha apprezzato il suo gesto. Da un giudizio unanime su una cosa che non lo è e poi è andato a cercare proprio il pelo nell'uovo.  Quando parla di Lazio lo fa solo negativamente. Si è fatto gioco dell'allenatore, dell'aquila, non si deve permettere di turbare l'ambiente con queste dichiarazioni. Per quieto vivere non si è detto più nulla su di lui, da oggi ognuno vada per la sua strada. Allenasse la serie C inglese, alla Lazio ci pensiamo noi".
Agli Ultras non è andata giù anche la sua poca gratitudine nei loro confronti, sebbene spesso Di Canio aveva trovato in loro conforto e sostegno: "La vita purtroppo insegna che la riconoscenza non fa parte di molti uomini. Non è vero che è stato solo, anzi lui è l'unico che non lo è mai stato sin dai tempi in cui gli mettevano il pupazzo impiccato fuori casa e noi ci recavamo da lui per consentirgli di allenarsi. Andavamo al Quarticciolo a litigare con i romanisti, facevamo le ronde per evitare che nessuno lo importunasse, queste cose se le sarebbe dovute ricordare. Non è stato solo nemmeno quando il sottoscritto ha fatto di tutto per farlo tornare a Roma (nel primo anno di gestione Lotito ndr) e tra l'altro vorrei ricordare che siamo passati sopra su molte cose, perché i più anziani della Curva non dimenticano affatto che il giorno dopo che andò a Torino disse meglio un gagliardetto della Juve che essere una bandiera della Lazio. Oggi sentirsi ridire sono rimasto solo è una cosa non vera oltre che fuori luogo. Dopo le dichiarazioni di ieri penso che siano aumentati i tifosi che lo reputano inopportuno". Anzi, se c'è qualcuno che si è sentito abbandonato da Di Canio, sono proprio i quattro Ultras - tra cui Diabolik - finiti in carcere nel 2006  con le accuse di tentata estorsione e di minacce rivolte al presidente della Lazio Claudio Lotito: "Quando stavamo in prigione, gli unici telegrammi che ci sono arrivati erano quelli dei giocatori della Roma (Totti, Aquilani e De Rossi ndr), da Di Canio non è arrivato nulla, ma non per questo ne ho fatto un problema". Da idolo dei tifosi a persona discussa, il passo è stato breve: "Dopo il salvataggio della Lazio si cercavano giocatori laziali e Lotito ci fece questo regalo. Si era creata molta euforia, ma evidentemente Di Canio non è stato in grado di tenersi stretto quello che aveva raggiunto. Avercela con Lotito non implica il fatto di sputare in faccia alla Lazio, ai laziali e all'aquila. Non si sputa nel piatto dove si è mangiato. Gli ultimi anni li ha passati qui alla Lazio e mi risulta che era regolarmente pagato dal presidente. Non mi pare che ha rinunciato allo stipendio per evitare di lavorare con Lotito". Il messaggio finale non fa una piega: "Consigliamo vivamente a Di Canio di pensare all'Inghilterra e alla squadra che allena, alla Lazio ci pensiamo noi".